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Freud e la sua Jofi: il sostegno psicologico con ausilio di animali

Come aveva intuito lo stesso Freud, l’animale può quindi diventare un valido aiuto per lo psicologo che si trova a dover affrontare “utenze speciali” quali minori/ragazzi/giovani adulti con tratti dello spettro autistico, con ritardo mentale grave e/o gravissimo, con problematiche sociali, anziani istituzionalizzati etc… ma anche con utenti che normalmente affrontano problematiche relative al normale svolgimento della propria vita.

Corso Gratuito

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Corso attivo dal giorno 12/04/2014
(195 Recensioni dei clienti)

Docenti:
Redazione FCP  

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Anna Freud racconta come suo padre consentisse di buon grado, alla sua Chow-chow Jofi, di assistere alle sedute che portava avanti con i suoi pazienti, dando anche un notevole peso a come Jofi interagiva o meno con loro.

Come aveva intuito lo stesso Freud, l’animale può quindi diventare un valido aiuto per lo psicologo che si trova a dover affrontare “utenze speciali” quali minori/ragazzi/giovani adulti con tratti dello spettro autistico, con ritardo mentale grave e/o gravissimo, con problematiche sociali, anziani istituzionalizzati etc…
Cerchiamo di capire come, la nostra professione, possa sfruttare la naturale alchimia che si crea tra uomo ed animale d’affezione, così da poter creare interventi di Sostegno psicologico con Ausilio di Animali.

OBIETTIVI DIDATTICI:

Il seminario ha come scopo quello di far conoscere un nuovo campo d’intervento dello psicologo, riflettendo sulle peculiarità psicologiche della relazione terapeutica coadiuvata dall’animale.

CONTENUTI TRATTATI:

  • contesto storico di riferimento dell’interazione uomo-animale;
  • il sostegno psicologico con ausilio di animali;
  • il setting terapeutico: psicologo-animale-utente;
  • ambiti d’intervento possibili.

DOCENTE

Dott.ssa Gessica Degl’Innocenti– psicologa, consulente in pet-therapy.
Lavora, da ormai dieci anni, nel mondo della relazione uomo-animale, come libera professionista, sia in strutture pubbliche che private a Firenze e nell’hinterland fiorentino. Si occupa di formazione come docente in materia di psicologia animale e comparata. Nel 2009 pubblica il suo primo libro “Il legame uomo-animale”. Numerose le sue collaborazioni editoriali con riviste scientifiche e divulgative a tiratura nazionale, sul Sostegno Psicologico con Ausilio di Animali.

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196 recensioni per questo corso

  1. Elena Castellan (proprietario verificato)

    Molto ben fatto, utile!

  2. antonio (proprietario verificato)

    Argomento interessante e chiaro. Peccato gli interventi disturbati da una eco di fondo.
    Antonio

  3. Laura Andretti (proprietario verificato)

    grazie
    io addestro i gatti per bambini e adulti anche disabili, non c’è nulla di più meraviglioso del loro aiuto.

  4. LAZZERI MARCO (proprietario verificato)

    Assolutamente interessante e formativo!!

  5. linking_2006 (proprietario verificato)

    Gent.ma dott.ssa La ringrazio per questo suo intervento. Sono anch’io una psicologa e operatrice e docente di Per Therapy a Padova e concordo con lei su moltissime cose. Fortunatamente nel frattempo sono uscite le linee guida nazionali (marzo 2015) in cui è stata riconosciuta l’importanza e la necessità di un team professionale in un progetto di pet therapy e una formazione obbligatoria per lavorare in questo ambito; probabilmente anche grazie a chi come lei ci ha creduto e ha contribuito a divulgare questo aspetto.
    Le dirò che noi come associazione preferiamo lavorare con i nostri cani, ogni coppia certificata lavora insieme sempre, senza interscambi proprio per il rapporto e la conoscenza reciproca che riusciamo ad avere con il nostro cane di famiglia, monitorando anche un semplice mal di pancia e per questo non andare in seduta… però le linee guida hanno lasciato ancora libertà in questo. D’accordissimo con lei per quanto riguarda i cani di struttura non è giusto e diventa un vero e proprio USO dell’animale senza che venga riconosciuta la sua identità e i suoi diritti. ( Anche in questo caso le linee guida non tutelano l’animale, ma spero ci arriveremo presto!)
    Io preferisco parlare di COINVOLGIMENTO dell’animale piuttosto che ‘uso’ proprio per non creare quella confusione, che lei ha ribadito più volte, cioè che l’animale non è uno strumento di cura ma è un protagonista attivo ( insieme al coadiutore, all’utente…) nella relazione. La mia non vuole assolutamente essere una critica anzi un confronto costruttivo. Mi è piaciuto molto il suo intervento e in quanto collega mi fa piacere che condividiamo l’amore e il rispetto dei nostri compagni pelosi che lavorano con noi.

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