Ci eravamo lasciati, nella prima parte di questa “riflessione” sul problem solving, parlando di come un giusto approccio al problema, sebbene fondamentale per la sua risoluzione, da solo non basti. Pensare positivamente, prendere le distanze dal problema, porsi domande critiche e usare la creatività a nostra disposizione sono un importante trampolino di lancio!
Ma poi? Un bel sorriso senza qualcosa alle spalle non ha mai aperto nessuna porta, una creatività mal direzionata non ci permette di superare un ostacolo, porsi domande senza una possibilità concreta di darsi delle risposte non ha alcun valore in termini pratici. Come riuscire, quindi, a canalizzare in modo costruttivo il nostro lato più spregiudicato e creativo? Mio nonno diceva sempre: “pancia e cervello hanno bisogno l’uno dell’altra, ragazzo mio…”. Cerchiamo di capire come questo bizzarro binomio può lavorare insieme al miglioramento della nostra vita!
LE FASI DEL PROBLEM SOLVING
Possiamo sistematizzare il processo di problem solving attraverso una serie di fasi consequenziali. Ogniqualvolta ci troviamo di fronte un ostacolo, possiamo affrontarlo partendo dalla prima fase, e seguendo via via tutte le fasi seguenti, soffermandoci per tutto il tempo necessario sulla fase su cui stiamo “lavorando”. Per alcuni potrà sembrare una banalità; ma vedrete che fronteggiare una parte del problema alla volta vi aiuterà nella sua risoluzione!
Le cinque fasi sono:
FASE 1 COMPRENSIONE
Questa fase è molto importante, in quanto ci permette di prendere la via giusta nell’affrontare il problema. Prima di lavorare rifletti:
Quello che vai ad affrontare è proprio un poroblema?
Cosa sai su come si fa?
Hai incontrato problemi simili nella tua vita?
FASE 2 PREVISIONE
Dopo aver “imbroccato” la giusta direzione nella risoluzione del nostro problema, iniziamo a confrontarci con esso. Prima di lavorare rifletti:
Chi ti può aiutare?
Quanto tempo hai?
Di quali/quanti strumenti hai bisogno?
Qual è l’ambiente in cui svolgerai il compito?
FASE 3 PIANIFICAZIONE
La pianificazione è sicuramente una delle fasi più importanti dell’intero processo. Organizzati:
Identifica il problema.
Vuoi/puoi lavorare da solo o in gruppo?
Reperisci materiali e strumenti.
Scegli i metodi di rappresentazione dei dati.
Stabilisci i tempi di lavoro.
FASE 4 MONITORAGGIO
Mentre svolgi il compito risolutivo controlla:
Sei sulla strada giusta?
Cosa va eliminato o invece salvato?
Il compito ti sembra facile o difficile?
Se non riesci ad andare avanti, cosa fai?
Quella che hai trovato e’ LA soluzione?
FASE 5 VALUTAZIONE
Infine, quando hai risolto il problema guarda indietro:
Le tue previsioni e la tua pianificazione ti sono stati utili?
Hai lavorato bene?
Si sarebbe potuto fare in un altro modo?
Questa procedura di risoluzione può esserti utile in altri compiti?
C’è stato qualche problema insuperabile?
LA TECNICA F.A.R.E.
Abbiamo visto questa tecnica quando abbiamo affrontato il decision making. In effetti, queste due meta competenze sono fortemente intersecate tra di loro, e questa pratica è quindi molto utile anche durante il processo di problem solving. L’acronimo fare sta per:
Focalizzare
- Elenca i problemi potenziali
- Seleziona i problemi reali
- Definisci/ridefinisci il problema
Analizzare
- Raccogli le informazioni che è fondamentale avere
- Organizza le informazioni in maniera sistematica
- Determina i fattori rilevanti per la risoluzione del problema
Risolvere
- Genera le possibili soluzioni al problema
- Seleziona la soluzione che, sulla base di focalizzazione ed analisi, risulta la migliore
- Definisci un piano d’azione
Eseguire
- Impegnati per raggiungere il risultato prefissato
- Esegui con diligenza il piano stabilito
- Monitora l’impatto delle decisioni prese
GLI STRUMENTI: IL BRAINSTORMING
Il brainstorming può essere uno strumento davvero utile per ragionare su un problema ed arrivare ad una soluzione. La “tempesta di cervelli” viene utilizzato per generare una lista di idee in un periodo limitato di tempo, per consentire di isolare gli elementi critici nell’analisi di un determinato problema.
Il brainstorming si snoda in tre fasi: pensate al problema come oggetto del brainstorming, poi sedetevi a tavolino ed iniziate a scrivere da qualche parte tutte le soluzioni che vi vengono in mente per la risoluzione del problema, o tutti gli elementi legati, seppur debolmente, alla questione; fatelo in modo puramente creativo, non censuratevi assolutamente e lasciatevi andare con la mente, scrivendo anche cose che possano sembrare apparentemente campate in aria; infine, ritornate su tutte le idee che avete generato, analizzandole e scegliendo quelle che vi sembrano più interessanti.
Vi posso dire per esperienza personale che con questa tecnica, che unisce creatività e parte razionale, pancia e cervello, è utilissima per considerare possibili soluzioni a cui altrimenti non avreste mai nemmeno minimamente pensato!
GLI STRUMENTI: LA MAPPA MENTALE
La mappa mentale è un’altra tecnica molto interessante che ci può aiutare in molte situazioni. Non è propriamente una tecnica per il problem solving, ma la mia idea è che può essere un ottimo supporto in situazioni problematiche in cui analizzare il contesto risulta di fondamentale importanza.
La mappa mentale è una modalità che permette di rappresentare le informazioni e le idee coinvolgendo sia le funzionalità logico-razionali sia quelle immaginifico-creative. Consiste in un diagramma nel quale i concetti vengono presentati in forma grafica: l’idea principale si trova al centro dello schema, mentre le informazioni e dettagli di approfondimento vengono legati secondo una geometria radiante via via verso l’esterno.
In alcuni casi, il problema si può rivelare molto complesso: immaginiamo un problema in cui troviamo più di una causa scatenante, numerosi elementi nel contesto che alimentano il problema, altri ancora che ci favoriscono, e varie possibili soluzioni. Tutto ciò diventa una giungla inestricabile, se proviamo ad analizzare tutto quanto nella nostra testa. Questa tecnica permette di avere un quadro chiaro della situazione, ed inoltre abbiamo la possibilità di ampliare continuamente la nostra mappa, che non risulta mai completa, visto il carattere mutevole del contesto. Un esempio dell’utilità della mappa mentale? Un reato di cui non si individua immediatamente il colpevole!
GLI STRUMENTI: I SOFTWARE
Infine, i software. Esistono infatti degli interessantissimi strumenti tecnologici per facilitarci la vita nel processo di problem solving. Questi sono i link agli strumenti: il primo è un software per la costruzione di mappe mentali, mappe concettuali e per il brainstorming, mentre il secondo link ci rimanda ad un sito che si occupa di strumenti per i processi di brainstorming, lo sviluppo di strategie e di progetti, la creazione di mappe.
http://www.conceptmaps.it/KM-Brainstorming-it.htm
Spero vi possano essere utili
One thought on “Problem Solving: il giusto mix di razionalità e creatività. (Parte II)”
Giulio Tirinelli says:
…grazie, molto utile.