La “sinestesia” rimane un processo ancora misterioso per i neuroscienziati, un “superpotere”, un fenomeno percettivo che permette di associare un colore, un odore specifico o un sapore a lettere, numeri, giorni della settimana o alla musica.
La fusione, in un’unica sfera sensoriale, delle percezioni di sensi distinti, che interessa una ristretta fascia di popolazione (dallo 0,05% al 4%) ed è uno dei campi più misteriosi e appassionanti della ricerca neuroscientifica.
Dovuta, probabilmente alla presenza di connessioni particolari, zone di contatto tra differenti aree o di particolari fibre nervose all’interno delle singole aree cerebrali
Queste”interferenze percettive” tra un senso e l’altro sono spesso associate a eccellenti doti mnemoniche e a spiccate abilità creative: 7 volte più frequente negli artisti.
Mozart e Kandinsky, per riportare due famosissimi esempi, “soffrivano” di questa corrispondenza .
Come Melissa McCracken, che nel suo sito racconta:
Fino a quando avevo 15 anni , credevo che tutti potevano vedere attraverso i colori. I colori nei libri, i colori nelle formule matematiche, i colori nei concerti. Poi ho chiesto a mio fratello di che colore vedeva la lettera C, così ho capito “la mia mente non era abbastanza normale” come avevo sempre pensato.
Ogni lettera, ogni numero ha un colore, ma la parte più bella della mia ” disfunzione cerebrale ” è di riuscire a vedere la musica che sento.
Avere la sinestesia non è fonte di distrazione o disorientamento. Aggiunge una vitalità unica al mondo che vivo.