La concettualizzazione del caso cognitivo-comportamentale in un’ottica contestualista

Gli autori Paolo Moderato e Francesca Pergolizzi, in collaborazione con IESCUM, affronteranno il tema della concettualizzazione, quale abilità di base di ciascun clinico, secondo l’approccio ACT.

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Corso attivo dal giorno 07/04/2022
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Un clinico senza un modello di concettualizzazione è un capitano senza bussola….è nell’impossibilità di  orientarsi fra i flutti marini  

Il webinar La concettualizzazione del caso cognitivo-comportamentale in un’ottica contestualista si soffermerà su alcune peculiarità della concettualizzazione ACT sia per quanta riguarda pazienti adulti che minori.

Considerata l’unicità di ogni paziente, è fondamentale poter cominciare il percorso terapeutico attraverso la precisa concettualizzazione di ciascun caso clinico. Le nostre esperienze hanno messo in evidenza come non si possa applicare nessun protocollo di trattamento se prima non è stata condotta un’adeguata fase di assessment e di formulazione del caso. Come sottolinea Sturmey, nel libro “Behavioral Case Formulation and Intervention” (2008), benché esistano diverse definizioni e diversi approcci alla concettualizzazione del caso, nella pratica clinica questo processo risulta di strategica importanza al di là del background teorico di riferimento, e rappresenta una delle abilità di base di qualsiasi buon clinico.

La formulazione del caso è quindi un processo esplicativo del problema del paziente in cui vengono ricercate le cause prossime e remote e i fattori attraverso i quali il suo problema è mantenuto nel tempo ed eventualmente reso più stabile. Il suo valore centrale è pragmatico, sta nell’utilità di fare previsioni che si possono confermare nel mondo reale; fare previsioni per esempio sugli eventi scatenanti che hanno nel passato influenzato l’insorgenza di comportamenti disfunzionali, o su contesti cui il soggetto è particolarmente sensibile e vulnerabile. 

Bond in “Oltre la diagnosi” mette in evidenza la limitatezza della categorizzazione nosologica della diagnosi psichiatrica per pianificare un intervento clinico che tenga conto delle differenze individuali e sia mirato alla gestione di quel particolare disturbo in quella particolare persona che vive in quel particolare contesto familiare e territoriale

Le concettualizzazioni sono differenti a seconda del modello teorico di riferimento, all’interno della CBT troviamo quelle più note di Clark e Beck, per quanto riguarda la seconda generazione, e attualmente sempre più applicate le concettualizzazioni all’interno degli approcci di terza generazione ACT, DBT, FAP, SCHEMA THERAPY.

Docenti


Paolo Moderato

Professore Emerito di Psicologia presso la IULM, Milano. Direttore scientifico della Scuola di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale per l'infanzia e l'adolescenza Humanitas Milano,...
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Francesca Pergolizzi

Francesca Pergolizzi

Francesca Pergolizzi, Psicologa e Psicoetrapeuta, dal 1980 si è particolarmente interessata alla gestione della relazione clinica con bambini piccoli, utilizzando il gioco secondo la prospettiva...
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IESCUM

IESCUM, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano, è un centro studi e ricerche e impresa sociale a carattere non profit che nasce per promuovere lo studio scientifico e l’avanzamento...
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ACT Italia

ACT Italia è un’Associazione di Promozione Sociale, capitolo Italiano ufficiale della Association for Contextual Behavioral Science (ACBS – www.contextualscience.org). ACT Italia si propone di...
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ASCCO – Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive

La Scuola quadriennale di specializzazione post-lauream in psicoterapia cognitivo comportamentale dell’Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive – riconosciuta dal Ministero...
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