14 ore | 14 ECM Disturbo Ossessivo Compulsivo Summit 2024 esplora in profondità i vari approcci legati al trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo con i maggiori esperti internazionali sul tema.
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Le persone con DOC hanno una qualità di vita molto bassa. Diversi studi hanno dimostrato che la qualità di vita di questi pazienti è peggiore di quella delle persone con depressione, schizofrenia, e dipendenza da sostanze. Infatti il DOC può distruggere le relazioni interpersonali, portando gli individui a conflitto coniugale, separazione e divorzio, e può anche interferire pesantemente con la capacità delle persone di studiare o lavorare. Molti pazienti con DOC hanno un’occupazione ben al di sotto dei loro titoli di studio e delle loro capacità e hanno spesso problemi nello svolgere le normali attività quotidiane.
Secondo il DSM-5, pensieri suicidari sono presenti nella metà degli individui con DOC e circa il 25% dei pazienti tenta il suicidio.
Confrontati con i maggiori esperti internazionali del settore intervenuti durante questo Summit, organizzato da PESI Italia e le Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva (APC e SPC), e apprendi i modelli di intervento più aggiornati rispetto al DOC.
Il DOC oggi è considerato un disturbo curabile e la terapia cognitivo comportamentale è il trattamento elettivo. Ciononostante, alcuni clienti risultano resistente al trattamento e spesso il tempo che intercorre tra l’esordio dei sintomi ossessivo-compulsivi e il ricorso all’aiuto specialistico può arrivare fino a 15 anni. In questo lungo lasso di tempo i pazienti con il DOC affrontano ostacoli e sofferenze in tutte le aree di funzionamento importanti.
Ecco perché è fondamentale diffondere tra gli psicoterapeuti e gli psichiatri le conoscenze sul DOC e sugli interventi psicoterapici evidence-based per curarlo.
Il Summit sul DOC fornisce spiegazioni dettagliate e accurate di come il Disturbo Ossessivo Compulsivo funzioni, attraverso presentazioni teoriche arricchite da esempi clinici sulla sua fenomenologia e sui suoi meccanismi di mantenimento, e nuove strategie e tecniche di trattamento attraverso workshop pratici.
Il senso di colpa ha un ruolo significativo sia nella genesi che nel mantenimento del Disturbo Ossessivo Compulsivo. Sono stati identificati due tipologie di senso di colpa: uno deriva dalla trasgressione di una norma morale (colpa deontologica), mentre un altro tipo di senso di colpa è basato sull’assunzione di aver compromesso uno scopo personale altruistico (colpa altruistica). Le osservazioni cliniche e i dati di ricerca indicano che i pazienti con DOC sono particolarmente sensibili alla colpa deontologica, ma non a quella altruistica.
In questa presentazione il professor Francesco Mancini discuterà su come la causa delle ossessioni e delle compulsioni è un’intensa paura di essere colpevoli. Esiste un’antica tradizione scientifica che considera le preoccupazioni morali eccessive alla radice del disturbo. La tesi qui proposta è un tentativo di portare avanti quella tradizione e definire più accuratamente il tipo di senso di colpa temuto dai paziente con DOC, cioè la colpa deontologica. Illustra come la paura di essere colpevoli possa spiegare le numerose domande sollevate dalle manifestazioni ossessivo-compulsive e come funziona la mente ossessiva, al fine di comprendere i determinanti prossimali del disturbo.
Il Disturbo Dismorfico Corporeo (BDD) è definito come una preoccupazione per un difetto percepito nel proprio aspetto, che non è invece percepito dagli altri. La preoccupazione è associata a un’immagine corporea distorta, con molti comportamenti di “ricerca di sicurezza”, come l’osservazione allo specchio, l’osservazione della pelle, il ruminare o il costante confronto del difetto percepito con gli altri. Le persone con deturpazioni e BDD possono avere una scarsa qualità di vita, sono socialmente isolate e, soprattutto le persone con BDD, sono ad alto rischio di suicidio.
David Veale, durante il suo intervento, illustra come riconoscere e diagnosticare il BDD nel DSM-5 e nell’ICD-11. Inoltre riporta i fattori che mantengono i sintomi, compresa la funzione di processi quali il confronto tra sé e gli altri, l’eccessiva concentrazione su di sé, il camuffamento del proprio aspetto, il monitoraggio e l’evitamento di minacce sociali quali la vergogna, il rifiuto e il senso del ridicolo da parte degli altri.
La terapia cognitivo-comportamentale e i farmaci SSRI sono consigliati per il trattamento del BDD. La CBT può essere utilizzata per i problemi di immagine corporea nei disturbi da deturpazione e nei disturbi alimentari. L’inversione delle abitudini è consigliata per il picking cutaneo. Saranno infine presentate le principali strategie per portare all’impegno e al cambiamento, con particolare attenzione alla cessazione del ruminare e del fare paragoni, all’abbandono dei comportamenti di evitamento e di ricerca di sicurezza, tra cui l’attenzione focalizzata su se stessi e la riscrittura delle immagini per i ricordi avversi.
Il modello cognitivo di Francesco Mancini identifica il timore di colpa deontologica come motore delle compulsioni. La paura di aver trasgredito norme morali interiorizzate o di essersi esposti al degrado morale ha radici nelle esperienze maladattive precoci dei pazienti con DOC.
Alessandra Mancini traduce questo modello nel linguaggio della Schema Therapy (ST), integrando la comprensione della dinamica del disturbo con la spiegazione di come esso si sia sviluppato nella vita del paziente. Le tecniche immaginative della ST consentono di intervenire sulla vulnerabilità storica al disturbo, mostrando al paziente i nessi tra le sue esperienze passate e la sintomatologia attuale e, attraverso il rescripting, promuovendo l’accettazione della possibilità di sentirsi colpevoli.
L’ERP è il trattamento standard per il Disturbo Ossessivo Compulsivo. In seguito alla pandemia di COVID-19, il modo in cui l’ERP viene somministrato è cambiato radicalmente. In questo intervento, Patrick McGrant esaminerà i modi innovativi di erogare l’ERP sia di persona che in un contesto di tele-assistenza. Grazie all’uso della tecnologia, possiamo andare quasi ovunque con i nostri pazienti ed essere al loro fianco mentre navigano nel loro mondo.
Si forniranno esempi di come l’ERP possa essere utilizzato al meglio anche lavorando a distanza con qualcuno che sta sperimentando il Training di Inversione delle Abitudini per i Comportamenti Ripetitivi Focalizzati sul Corpo (Habit Reversal Training for Body Focused Repetitive Behaviors), proprio dove si verifica la maggior parte dei suoi comportamenti.
La scrupolosità è una manifestazione del Disturbo Ossessivo Compulsivo con paure religiose o morali. I pazienti spesso si sentono intrappolati tra la scelta della loro fede da un lato e la loro salute mentale dall’altro. Invece di contrapporre la religione alla salute mentale, l’ERP può essere adattato alla scrupolosità in modo da rispettare i valori del paziente, senza sacrificare l’efficacia del trattamento.
In questo intervento, Jedidiah Siev esaminerà le modifiche relative alla valutazione, all’atteggiamento terapeutico, alla motivazione e al razionale del trattamento, alla gestione dell’incertezza e del rischio legati al peccato, ai modi per collaborare efficacemente con il clero, nonché agli adeguamenti specifici nell’esecuzione delle tecniche cognitivo-comportamentali.
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è una condizione che ingenera notevoli sofferenze in chi ne soffre e comporta rilevanti difficoltà di trattamento sia per la psicoterapia sia per i farmaci. In un numero non irrilevante di casi si può presentare in comorbilità con vari altri quadri psicopatologici, come i disturbi di personalità.
In questa relazione, Davide Dettore farà un resoconto dei disturbi di personalità più frequentemente in comorbilità al Disturbo Ossessivo Compulsivo e affronterà le conseguenze connesse a tale associazione e le soluzioni che sono state elaborate per fronteggiare questa eventualità.
In questa sessione Guy Doron presenta il protocollo DID IT, un approccio trasformativo per il trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), che si concentra sulle abitudini mentali. Questo protocollo si basa sulla consapevolezza che le abitudini mentali, pur dando inizio a schemi di pensiero complessi e disadattivi di tipo 2 nel DOC, non li mantengono nel tempo. La sessione sottolinea il ruolo di queste abitudini mentali nell’avvio di processi, quali la catastrofizzazione, l’autocritica e la ruminazione, e l’importanza di intervenire in questa fase iniziale per una gestione efficace del DOC.
Saranno esplorati cinque assunti chiave, tra cui l’impegno con schemi di pensiero disadattivi e il processo di condizionamento che collega questi schemi alle abitudini mentali. Il protocollo prevede la distinzione tra narrazioni controllabili e pensieri automatici, l’identificazione del punto di transizione tra questi processi e le strategie per ritardare e disimpegnarsi da queste narrazioni. Questa sessione approfondita mira a dotare i partecipanti delle conoscenze e degli strumenti necessari per interrompere il ciclo dei sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo, agendo sulle abitudini mentali iniziali.
Chi vive accanto a una persona affetta da DOC gioca spesso un ruolo cruciale nel mantenimento del disturbo. La letteratura scientifica ha evidenziato che i familiari adottano nei confronti dei propri cari con DOC due atteggiamenti principali che vanno da un’estrema accondiscendenza, chiamata accommodation, al suo opposto caratterizzato da antagonismo.
Angelo Maria Saliani suggerisce come il continuum accomodamento-antagonismo catturi solo parzialmente il complesso sistema di reazioni interpersonali al disturbo. Ciascuna di queste reazioni innesca una specifica trappola interpersonale che contribuisce a mantenere il sintomo e ad alimentare un unico grande processo a spirale che tipicamente culmina con la colpevolizzazione del paziente e il rafforzamento delle sua sensibilità alla colpa deontologica.
Nello studio del trattamento psicoterapico cognitivo comportamentale del DOC i dati disponibili suggeriscono un legame moderatamente stretto tra alleanza terapeutica dalla prospettiva del paziente ed esito del percorso, con associato un minor rischio di abbandono della terapia e maggior probabilità di risposta terapeutica. I dati sul vissuto del terapeuta che segue pazienti con DOC sono ancora relativamente ancora carenti ma in aumento. Le emozioni che il terapeuta sperimenta nei confronti dei pazienti con DOC possono essere analizzate come un’utile fonte di informazioni sul funzionamento interpersonale del paziente e sull’andamento del percorso psicoterapico.
Andrea Pozza presenterà la letteratura empirica e i modelli teorici sulla relazione terapeutica dalla prospettiva del terapeuta che segue in psicoterapia cognitivo comportamentale il paziente con DOC, analizzando quali fattori legati al funzionamento di personalità del terapeuta possano correlare con una migliore o peggiore relazione con il paziente.
La pratica dell’autocompassione è uno degli strumenti più utili per il trattamento e il recupero del Disturbo Ossessivo Compulsivo. Le ricerche dimostrano che l’autocompassione non solo è molto efficace nel ridurre l’ansia, la depressione e lo stress, ma migliora anche la motivazione, l’autostima e il senso di benessere, e spinge a superare l’angoscia dei pensieri intrusivi e ripetitivi e delle emozioni dolorose.
Kimberley Quinlan ti aiuterà a utilizzare l’autocompassione nel tuo kit di strumenti emotivi e professionali, e dimostrerà quanto essa sia potente per spezzare il ciclo delle ossessioni e delle compulsioni, gestendo al contempo l’autogiudizio, l’autocritica e l’autopunizione.
La maggior parte delle persone affette da Disturbo Ossessivo Compulsivo non riceve interventi adeguati, principalmente a causa dell’incapacità di riconoscere correttamente questa condizione in contesti non specializzati. Per esempio, sebbene il DOC sia regolarmente riscontrato in contesti medici non psichiatrici, le misure del Disturbo Ossessivo Compulsivo sono raramente somministrate in questi contesti a causa della loro lunghezza, della mancanza di utilità come test diagnostico, dell’obbligo di somministrazione da parte del medico e della complessità degli schemi di punteggio.
Amitai Abramowitch e il suo gruppo di lavoro hanno sviluppato due nuove misure di screening ultrabrevi per giovani (OCI-CV-5) e adulti (OCI-4) con DOC, destinate a essere inserite in contesti medici non specializzati. In questo intervento, il dott. Abramowitch ne illustrerà i punti di forza, le debolezze e l’utilizzo.
PESI Italia srl. società che gestisce Formazione Continua in Psicologia è Provider ECM n° 6888 accreditato dall’Age.Na.S. (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per la progettazione e l’erogazione dei corsi di formazioni per il personale sanitario, nell’ambito del programma di educazione continua in medicina (ECM).
Il presente corso è accreditato in FAD Asincrona con ID Evento: 408470
Crediti ECM: 14
Obiettivi formativi di sistema: 2 – Linee guida – protocolli – procedure
Professioni: Psicologo: psicologia e psicoterapia. Medico Chirurgo: psicoterapia
La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 42 domande a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta. Bisogna superare almeno il 75% delle risposte. Il quiz ECM è compilabile fino al 14/05/2025.
La durata del corso è di 14 ore.
Potrai seguire le lezioni con interpretariato simultaneo in lingua italiana o in lingua inglese.
I Corsi Ondemand sono formati da videolezioni registrate. Una volta acquistato, lo troverai disponibile nella tua Area riservata e potrai seguirlo quante volte vorrai per 12 mesi dalla data di acquisto. È fruibile da desktop, da tablet e da smartphone.
Le registrazioni dei corsi a cui ti sei iscritta/o sono elencati nella tua Area Riservata, a cui puoi accedere effettuando il login. Ciascun corso, gratuito e/o a pagamento, ti rimane accessibile per 12 mesi dalla data di registrazione, salvo differenti informazioni fornite nel programma.
L’eventuale presenza di crediti ECM, ed il relativo numero di crediti, viene indicata ad inizio pagina e nel box di iscrizione. Se presenti, all’interno del programma c’è un paragrafo “Crediti ECM” in cui poter visualizzare la data a partire dalla quale potrai effettuare il quiz ECM e la data massima entro cui riuscire a superarlo con successo. Tali informazioni e date sono riportate anche nel box di iscrizione.
Per calcolare le tempistiche di accreditamento bisogna far riferimento alla “Data di scadenza del Quiz ECM” indicata nello specifico corso di formazione, NON alla data in cui viene superato il Quiz ECM. La data di scadenza del Quiz ECM la trova indicata nella pagina del corso, sia nel box di iscrizione che nel paragrafo dedicati a Crediti ECM.
Ebbene, entro 90 giorni dalla data di scadenza del Quiz ECM dobbiamo comunicare i dati ad AGENAS. A sua volta AGENAS trasmetterà i dati al COGEAPS e solo a quel punto le risulteranno accreditati.
Mediamente, consigliamo quindi di calcolare circa 4 mesi dalla data di scadenza del Quiz ECM. Precisiamo, in ogni caso, che l’Attestato di acquisizione ECM del corso a cui ha partecipato, vale come certificazione dei crediti acquisiti.
Sì, il corso rilascia un attestato di partecipazione.
Tutti i corsi di FCP, con speaker internazionali, dispongono di traduzione in italiano. In particolare: i Corsi online e le Master Class dispongono di interpretariato simultaneo, i Corsi Ondemand dispongono di sottotitolazione e/o voice over in italiano, i Corsi residenziali – in-person – dispongono di interpretariato simultaneo o consecutivo. Tali informazioni vengono generalmente specificate sulla pagina di presentazione di ciascun corso.
La presenza di materiale extra dipende dal docente e dal corso specifico: solitamente ci sono pdf contenenti i power point del docente.
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