Autonomia e principi montessoriani… il metodo dilaga tra i genitori!

Sono psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico – relazionale e mediatore familiare e dei conflitti relazionali. Svolgo la libera professione presso il mio studio a San Donà di Piave (Ve), oltre a...
Autonomia e principi montessoriani

Gli allacciamo le scarpe fino a 8 anni ma li lasciamo navigare sul web come noi. Li vogliamo piccoli ma li vogliamo grandi. Li vogliamo attaccati a noi ma anche autosufficienti. A volte noi genitori facciamo i capricci sulle aspettative che abbiamo nei confronti dei bambini!

Dipendenza e autonomia sono due polarità fondamentali, presenti in tutto l’arco di vita dell’essere umano: dalla nascita (periodo in cui l’infante ha un bisogno estremo di dipendere dalle figure di accudimento), attraverso l’adolescenza (in cui il conflitto dipendenza/autonomia diviene esasperato), poi l’età adulta (nella quale l’individuo sano sperimenta una fase di relativa indipendenza), fino alla vecchiaia (quando gradualmente si ritorna in una condizione di sempre maggiore necessità di supporto dal contesto e dagli altri). Per quanto riguarda il bambino l’opportunità di esplorare, conoscere e conquistare il mondo esterno è direttamente legata alla futura possibilità di strutturare una solida autonomia, di costruire relazioni sociali soddisfacenti e di utilizzare gli oggetti in funzione delle proprie potenzialità creative. Naturalmente, questo percorso non è un dato di fatto, ma dipende da un processo che ha le sue radici nella relazione primaria del bambino con i suoi genitori.

Negli ultimi due-tre anni si sta parlando sempre di più di metodo Montessori. L’interesse dei genitori sta crescendo e, come spesso accade in questi casi, quando uno “stile educativo” si diffonde rapidamente, con esso crescono anche i pregiudizio gli equivoci. Molti genitori si affidano a testi che oggi possono acquistare in libreria con lo scopo di applicare il metodo come se fosse una ricetta magica senza tenere in considerazione il proprio contesto familiare, le proprie capacità genitoriali e le modalità educative applicate. In tal senso, molti genitori seguono il metodo Montessori in modo superficiale o ritengono sufficiente che il proprio figlio frequenti una scuola di ispirazione montessoriana per far sì che lo stesso sia autonomo e molto capace nei diversi ambiti: scolastico, sociale, familiare, … Possiamo dire che il metodo Montessori è valido per tutti i bambini, ma non per tutte le famiglie poiché porta con sé una sorta di rivoluzione, richiede di cambiare il modo di relazionarsi e stare con il proprio bambino.

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Alla base della filosofia montessoriana vi è un principio inequivocabile e sempre valido: il bambino va educato a fare da solo. L’autonomia del bambino è un percorso al quale il piccolo arriva con l’esperienza imparando a risolvere problemi quotidiani, ovvero affrontando difficoltà comuni della vita di ogni giorno. Affinché un bambino acquisisca competenze autonome è indispensabile che abbia a disposizione gli strumenti giusti per realizzare materialmente la sua indipendenza. In tal senso anche l’ambiente (e quindi la casa) deve essere arredata in modo da garantirgli di praticare effettivamente la sua autonomia.

In genere, i genitori tendono a proteggere troppo i figli: anche se le loro intenzioni sono buone, rischiano di farli diventare adulti dipendenti e incapaci di prendere in mano in modo autonomo le redini della propria vita. Il ruolo di un buon genitore è senza dubbio quello di proteggere i figli dai pericoli: nel contempo, però, deve anche saperli ACCOMPAGNARE, fin da piccoli, ALL’AUTONOMIA (nel modo più adeguato all’età).

Di seguito, alcune indicazioni utili da suggerire al genitore per spronare i propri figli all’autonomia e all’indipendenza:

  1. Non intervenire in continuazione, ma rendere i bambini protagonisti attivi delle proprie azioni

Un errore che i genitori spesso fanno è quello di sostituirsi ai figli nello svolgimento di attività che invece dovrebbero lasciar sperimentare a loro. Lo si fa per mancanza di tempo o perché sul momento sembra la soluzione migliore. Ma è un atteggiamento che nel tempo non porta alcuna conseguenza positiva. Si rischia di passare ai bambini la convinzione che gli altri debbano fare le cose al loro posto, innescando una sorta di pigrizia mentale e fisica che poi sarà molto difficile da togliere.

L’atteggiamento generale dei genitori nei confronti dell’indipendenza dei propri figli dev’essere questo: aspettarsi che il bambino, provando e sperimentando in prima persona, acquisisca gradualmente sempre nuove capacità. Il bimbo deve sentire che i genitori hanno fiducia in lui. Solo così i vostri figli diventeranno adulti responsabili, capaci di destreggiarsi fra le difficoltà della vita. Vediamo quindi come è possibile concretizzare nelle vita di tutti i giorni questo atteggiamento pedagogico generale di spinta all’autonomia.

  1. L’autonomia quando il bambino è molto piccolo. Non è mai troppo presto per abituare i bimbi a cavarsela da soli: lo si può fare anche quando sono molto piccoli. Ad esempio, con gradualità, ma con fermezza, il bambino va aiutato a tenere da solo il suo biberon. Allo stesso modo, quando si passa alle posate, è importante che il bambino cominci a prendere confidenza con questi nuovi “strumenti” il prima possibile, in modo che diventi indipendente durante i pasti. Non vi preoccupate se all’inizio li maneggia in modo goffo e sporca dappertutto, è inevitabile. Non trasmettetegli ansia, ma aspettate con fiducia: pian pianino diventerà sempre più abile. L’ansia va controllata anche quando il bambino comincia a camminare da solo. Ovvio che inizialmente cadrà parecchie volte ma, quando succede, è importantissimo spronarlo a riprovare, senza che si scoraggi.
  2. Coinvolgere i bambini nello svolgimento delle attività domestiche. Quando i bambini diventano un pochino più grandi, è bene rafforzare le loro autonomie personali, ampliandole in considerazione dell’età: pertanto vanno spronati a vestirsi e lavarsi da soli, in modo che abbiano sempre meno bisogno dell’assistenza di un adulto. Quando sono un po’ più grandi, è auspicabile coinvolgerli anche nello svolgimento di piccole faccende domestiche (in realtà piccoli e semplicissimi compiti possono e dovrebbero essere affidati ai bambini anche quando sono ancora piccoli). Spolverare, mettere in ordine la propria stanza, aiutare la mamma a cucinare prendendole i cibi dal frigorifero o gli utensili da cucina necessari, apparecchiare e sparecchiare: queste sono semplici mansioni del tutto alla portata di un bambino già grandicello. Attraverso lo svolgimento di queste attività, il bambino si sentirà responsabilizzato e avvertirà la fiducia che i genitori ripongono in lui, perché si tratta di attività che lui percepisce ancora molto come “da adulti”. Questo avrà ricadute molto positive sulla sua autostima e quindi sulla sua autonomia.
  3. Non lasciarsi influenzare dalle lamentele dei bimbi. Guidare i propri figli sulla strada dell’autonomia può apparire un’ardua impresa: in realtà non è così difficile come sembra. Basta liberarsi delle proprie ansie e imparare ad ascoltare davvero i bisogni dei bambini, che generalmente sono naturalmente predisposti alla sperimentazione e all’indipendenza. Può succedere che i bambini si lamentino di non saper fare qualcosa e comincino a fare i capricci: spesso si tratta solo di uno “stratagemma” per verificare se i genitori sono veramente convinti delle loro capacità, per cui non lasciatevi ingannare, né intenerire!

Una frase semplice che può essere molto utile per promuovere l’autonomiae il senso di auto-efficaciadei figli è:DISPONIBILI, MA NON A DISPOSIZIONE!

Questa frase salva i genitori dal dover stargli sempre dietro (e dai sensi di colpa che alcuni di essi provano se non lo fanno) e salva loro dall’avere sempre “la pappa pronta” … metaforicamente naturalmente. Se è il genitore aprendergli i calzini, a raccogliere la forchetta, a vestirli al mattino (perché per lui è più facile) e tutte queste cose insieme, forse si semplificala vita adesso ma non li prepara certo per il loro domani.

Sempre più spesso mi trovo la richiesta di aiuto da parte di genitori che si trovano in difficoltà di fronte alla crescita dei figli, in particolare esprimono come descritto nella parte iniziale dell’articolo, ambiguità tra il desiderio di vederli autonomi e la difficoltà di creare le condizioni che permettano di raggiungere una certa indipendenza.

In tali situazioni, trovo utile lavorare con il metodo del Parent Coaching permettendo agli stessi genitori di lavorare sulle reali competenze genitoriali e sulle esigenze dei figli in un’ottica di miglioramento di una situazione che crea un disagio raggiungendo gli obiettivi personali e soggettivi.

Se ti interessa approfondire questa tecnica ed acquisire gli altri strumenti tipici di un percorso di Parent Coaching, ti suggerisco di partecipare al Corso Online “Parent Coaching: una tecnica efficace per il sostegno alla genitorialità”.

Buon lavoro
Petra

BIBLIOGRAFIA

  • Come liberare il potenziale del vostro bambino di Daniela Valente
  • Come educare il potenziale umano di M. Montessori
  • Scopri le tue pontezialità di L. Stancheri

 

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One thought on “Autonomia e principi montessoriani… il metodo dilaga tra i genitori!

  • mamma psicologa says:

    Ritengo che le considerazioni fatte siano precise e i suggerimenti validi.Il problema principale ritengo sia il cattivo esempio che in casa danno alcune figure genitoriali( padri), che sono ancora serviti e riveriti falle proprie mamme anche quando sono piuttosto grandicelli e nonostante la disperazione delle mogli che oltre a non avere un valido supporto in famiglia non ne hanno neppure nell’educazione dei figli.
    Ritengo che sia quasi impossibile insegnare ai propri figli ad essere autonomi quando non lo sono in primis i genitori.
    Un saluto e grazie per la tua professionalità

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