Ogni 16 ore, in Italia, una persona mette fine alla propria vita. Considerando i soli tentati suicidi la media cala ulteriormente: uno ogni 14 ore.
Il dato non migliora di molto analizzando esclusivamente i gesti compiuti dai più giovani: un tentativo al giorno. «Bambini, adolescenti, ragazzi sono messi costantemente e incessantemente sottopressione. La società gli richiede di essere performanti, capaci, competenti. Di gestire situazioni anche molto complesse entro limiti temporali prestabiliti. E tutto accade mentre le principali reti di supporto, da quelle familiari a quelle amicali, vacillano e i contesti di appartenenza diventano sempre più fragili», spiega Felice Damiano Torricelli, presidente Enpap, l’Ente di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi, ai microfoni di Sanità Informazione.
Suicidi nelle università: due in un mese
L’esistenza di ognuno, spesso sin dall’infanzia, appare precaria, con conseguenze devastanti. C’è chi decide di togliersi la vita per un cattivo voto a scuola o per non essere riuscito a laurearsi nei tempi previsti. È accaduto a Napoli, meno di un mese fa: una studentessa di 27 anni, di Somma Vesuviana, si è tolta la vita dopo aver annunciato ai familiari che si sarebbe laureata, mentre avrebbe dovuto ancora sostenere un ultimo esame. Soltanto un mese prima una studentessa di 19 anni si era impiccata in un bagno all’università Iulm di Milano.
Lo psicologo nelle scuole e nelle università
«Oggi, affrontare un duro lungo precariato lavorativo, anche per chi è in possesso della laurea, è un percorso obbligato – dice il presidente dell’Enpap -. Così, in molti cominciano a fare i conti con solitudine e incertezze già durante gli anni dell’università. Una situazione che per coloro che hanno già una fragilità interiore pregressa, o che attraversano un periodo delicato della propria vita, può diventare insostenibile. Al punto tale da decidere di togliersi la vita. Tuttavia, nella maggior parte dei casi non si tratta di una patologia psichiatrica conclamata o grave, ma di difficoltà quotidiane che, in misura maggiore o minore, caratterizzano la vita di tutti. Disagi che, se affrontati nei tempi e nei modi giusti, possono essere risolti. Per questo, oggi sarebbe necessario implementare i servizi di psicologia in ogni comunità, dalle scuole, alle università, ai luoghi di lavoro»
I suicidi in Italia
In Italia, da gennaio ad agosto 2022, ci sono stati 351 suicidi e 391 tentativi. I dati, raccolti nel Report curato dall’Osservatorio suicidi della Fondazione Brf – Istituto per la ricerca in psichiatria e neuroscienze -, fotografano una situazione drammatica che non conosce differenze geografiche. Il maggior numero di suicidi si è registrato al Nord, 133 in 8 mesi, ma al Sud la cifra è inferiore di sole due unità (131 suicidi). Il numero più elevato di tentati suicidi c’è stato al Centro (143), seguito dal Sud (133) e dal Nord (115). Tra le categorie più a rischio ci sono le forze dell’ordine e i detenuti.
I suicidi tra i giovanissimi
«Anche se – aggiunge Torricelli – soprattutto a seguito della pandemia da Covid-19, la situazione è sempre più allarmante pure tra i giovanissimi». Preoccupazione che trova riscontro nei dati diffusi dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che riferisce di una crescita esponenziale negli ultimi 10 anni degli accessi al pronto soccorso per comportamenti suicidari da parte di giovanissimi. Numeri aumentati di un ulteriore 75% nei due anni di pandemia. In otto casi su 10 a tentare il suicidio sono bambine e ragazze, con un’età media è di circa 15 anni, il più giovane aveva solo 9 anni. Hanno subito un incremento senza precedenti anche il numero di consulenze neuropsichiatriche richieste all’ospedale della Santa Sede, passando da 155 casi a 1.824. Considerando le sole consulenze effettuate in urgenza per ideazione suicidaria l’aumento è di quasi 40 volte (da 12 a 449) e i soggetti coinvolti hanno tra i 9 e i 17 anni.
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Fonte: “Allarme suicidi, in Italia uno ogni 16 ore: «Istituire psicologo in scuole, università e comunità»” htt ps://ww w.sanita inform azione.it