Che cos’è la Trauma Informed Therapy

La Trauma Informed Therapy è un approccio terapeutico specifico che riconosce e sottolinea come l’esperienza traumatica influisca sul benessere mentale, comportamentale, emotivo, fisico e spirituale di un bambino o di un adulto. Questo tipo di terapia si focalizza sulla connessione tra l’esperienza traumatica e le risposte emotive e comportamentali messe in atte dall’individuo.

Lo scopo della terapia focalizzata sul trauma è sviluppare abilità e strategie per aiutare il soggetto a comprendere, affrontare, elaborare le emozioni e i ricordi legati alle esperienze traumatiche, con l’obiettivo finale di consentirgli di creare un significato più funzionale e adattivo dell’esperienza che ha dovuto affrontare.

Chiamata nei paesi anglosassoni anche Trauma Focused Therapy o Trauma Informed Care, in Italia si usa spesso l’espressione Terapia Focalizzata sul Trauma.

 

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Cos’è il Trauma?

La parola “trauma” può significare molte cose diverse e non esiste un unico tipo di trauma o un solo modo con cui le persone rispondono ad un evento traumatico. Lo stesso evento avrà impatti diversi su persone diverse e non tutti coloro che vivono un evento traumatico subiscono gli effetti del un trauma successivamente.

In generale, il DSM-5 definisce il trauma come “esposizione a eventi reali o minacciati che riguardano la morte, lesioni gravi o violenze sessuali in uno (o più) dei seguenti modi:

  • Vivere gli eventi in prima persona
  • Assistere in modo diretto agli eventi mentre accadono ad altri
  • Apprendere che gli eventi traumatici sono accaduti a un parente stretto o a un amico
  • Sperimentare un’esposizione ripetuta o estrema a dettagli negativi degli eventi traumatici

Naturalmente, le esperienze traumatiche sono tanto più gravi, quanto più si verificano nei primi anni di vita. Le esperienze avverse durante l’infanzia possono portare a problemi di condotta nei bambini e negli adolescenti e possono avere conseguenze per tutta la vita.

Alcuni ricercatori hanno identificato 10 esperienze avverse che possono verificarsi durante l’infanzia:

  1. Abuso fisico
  2. Abuso sessuale
  3. Abuso psicologico/emotivo
  4. Negligenza fisica
  5. Trascuratezza emotiva
  6. Malattia mentale del familiare o del caregiver
  7. Abuso di sostanze da parte di un familiare o di un caregiver
  8. Assistere direttamente alla violenza contro la madre
  9. Avere un parente in prigione
  10. Perdere un genitore a causa di separazione, divorzio o morte

La SAMHSA (Substance Abuse and Mental Health Services Administration) ha provato a dare una definizione di terapia focalizzata sul trauma. In particolare, un programma focalizzato sul trauma:

  • E’ consapevole dell’impatto diffuso del trauma e tiene in considerazione i potenziali percorsi di recupero;
  • Riconosce i segni e i sintomi del trauma nei clienti, nelle famiglie, nel personale sanitario e in altri soggetti coinvolti;
  • Risponde integrando la conoscenza degli effetti del trauma in azioni politiche, procedure e buone prassi;
  • Cerca di contrastare attivamente la ri-traumatizzazione.

La Trauma Informed Therapy non riguarda un modello specifico, ma piuttosto diversi modelli funzionali a comprendere la storia del trauma, i fattori scatenanti e le esigenze specifiche dell’individuo che ha subito un trauma. È una lente attraverso la quale il terapeuta può vedere i propri clienti, tenendo conto dell’impatto del trauma sulle emozioni, sulla regolazione e sul comportamento. Permette inoltre di prendere in considerazione anche gli effetti del trauma intergenerazionale sui pazienti.

 

Efficacia della Trauma Informed Therapy

Esistono numerosi approcci che integrano nella pratica clinica conoscenze, strumenti e strategie per trattare pazienti che hanno vissuto esperienze traumatiche.

Alcuni approcci provano ad affrontare la frammentazione post-traumatica, che costituiscono una componente fondamentale nella reazione a eventi traumatici e nella strutturazione ed espressione dei conseguenti disturbi post-traumatici. Centrale è il concetto di alienazione dal Sé, inteso come strategia di sopravvivenza spesso necessaria ai bambini in ambienti negligenti e violenti.

Il rifiuto di Sé permette di mantenere l’attaccamento dei bambini ai loro caregiver, rinnegando tuttavia se stessi come “cattivi” o “non amabili”. Questo fallimento profondamente doloroso dell’accettazione di sé si traduce in vergogna per tutta la vita, disprezzo di sé, difficoltà a calmarsi e complicazioni nei rapporti con gli altri. Per superare l’alienazione dal Sé, la terapia deve concentrarsi sul coltivare la capacità dei clienti di osservare le emozioni dolorose come segni del loro sé rinnegato e dell’esperienza rinnegata.

La terapia focalizzata sul trauma si è rivelata molto efficace anche in relazione a fasce d’età, disturbi o condizioni disfunzionali specifiche:

Disturbi dell’alimentazione

I pazienti con disturbi alimentari in media mostrano livelli più elevati di traumi infantili rispetto alla popolazione sana, incluso il trauma da attaccamento. Studi recenti collegano il Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) ai Disturbi alimentari: il 63,3% dei pazienti che hanno subito almeno un trauma nella vita soffre di Anoressia Nervosa (AN) e il 57,7% soffre di Bulimia Nervosa (BN). Sefik Tagay & col., nel 2009, hanno rilevato che la diagnosi di PTSD è collegata al 10% dei pazienti con Anoressia Nervosa e al 14,1% dei pazienti con Bulimia Nervosa e il trauma è significativamente correlato al disturbo da alimentazione incontrollata (BED).

Segnaliamo:

 

Disturbi d’ansia

Le esperienze di vita stressanti possono portare i clienti a rimanere bloccati in uno stato di disregolazione del sistema nervoso. Le tecniche che promuovono una risposta sana allo stress, permette ai clienti di gestire con successo i sintomi di iper-eccitazione, di ansia, irrequietezza, irritabilità, panico e rabbia. In particolare, alcune tecniche risultano molto efficaci: l’immaginazione guidata, il respiro riparativo e le pratiche di incarnazione.

 

Lutto traumatico

Si parla di “Traumatic bereavement” per definire le reazioni e conseguenze maggiormente riscontrabili nei sopravvissuti all’esperienza traumatica della perdita di una persona cara. Non solo la terapia incentrata sul lutto, ma anche il contesto sociale più ampio, possono incidere positivamente o negativamente, sull’evoluzione dell’accettazione della perdita.

Segnaliamo:

 

Disturbo borderline di personalità

La ricerca degli ultimi trent’anni ha dimostrato una chiara relazione tra l’esperienza di abuso nell’infanzia e una successiva diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità. Nel contesto dell’abuso e del trauma, il fallimento dell’attaccamento è inevitabile, lasciando un’impronta duratura su tutte le relazioni future.

Nuovi approcci e interventi tratti dalla psicoterapia sensomotoria, dai sistemi familiari interni (IFS), dal trattamento di stabilizzazione informata dal trauma (TIST) e dalle terapie basate sulla consapevolezza si sono rivelati particolarmente efficaci nella gestione degli aspetti traumatici vissuti da pazienti borderline.

Segnaliamo:

 

Tre contesti: donne, bambini e adolescenti, coppie

La ricerca mostra che il modo in cui le donne sperimentano il trauma è unico. I loro sintomi post-traumatici durano più a lungo, sono più sensibili ai fattori scatenanti e sono spesso vittime di aggressioni e abusi ricorrenti da parte di persone vicine, come il coniuge, il partner, un parente stretto, il collega di lavoro. I principali sintomi del trauma nelle tue pazienti donne sono ansia, vergogna, rabbia, depressione, insonnia, incubi, tentativi suicidari, disturbi alimentari, difficoltà relazionali.

Un altro contesto principe per osservare gli effetti negativi del trauma è quello della terapia di coppia. Il trauma della prima infanzia ha effetti duraturi e drammatici sulla formazione dell’attaccamento e sulla successiva capacità di intimità e reciprocità. Invece di vivere la relazione come un rifugio di sicurezza, le coppie traumatizzate sono guidate da forti desideri e paure di vicinanza.

Infine, il trauma su bambini e adolescenti può avere impatti devastanti, sia a livello fisico che psicologico, nello sviluppo del bambino. Può trattarsi di eventi accidentali, come la perdita di una persona cara o la separazione dei genitori, piuttosto che di eventi complessi che riguardano la sfera della protezione e della cura del bambino (situazioni di maltrattamento, abuso, deprivazione, ecc…).

 

Come funziona la Trauma Informed Therapy

Come già ampiamente detto in precedenza, non esiste un unico modello che fonda la Terapia focalizzata sul trauma, quanto approcci diversi che mettono al centro della pratica clinica l’esperienza traumatica dei pazienti.

Gli approcci più diffusi si concentrano sul rapporto fra corpo e trauma. L’eredità dell’attaccamento, della lotta relazionale e dell’oppressione sociale lasciano tracce durature sul corpo, sulla mente e sulle relazioni, e richiedono approcci e interventi complessi per la gestione dei sintomi del trauma. Tali approcci enfatizzano la consapevolezza del corpo del paziente, oltre che la comunicazione implicita, al fine di aumentare le capacità regolatorie e collaborative nei pazienti con traumi complessi, modificare efficacemente l’esperienza somatica persistente di pazienti altamente traumatizzati, facendo attenzione ai processi non verbali e ai ricordi traumatici preverbali.

La Psicoterapia Sensomotoria, ad esempio, permette di identificare gli indicatori delle differenti parti dissociative o stati del sé del paziente, promuove la differenziazione fra un sé osservante e le diverse parti, intervenire per desensibilizzare le fobie correlate al trauma, sviluppa la collaborazione fra le parti protettive che potrebbero ostacolare il processo terapeutico e permette di acquisire competenze per identificare e lavorare con i conflitti interni fra le parti.

La Psicologia Somatica aiuta i pazienti a prepararsi per la rielaborazione del trauma, sviluppando una sensazione di sicurezza prima di tutto corporea. In parte, ciò aiuta pazienti a riconoscere la propria finestra di tolleranza, un concetto che si riferisce a una zona ottimale di eccitazione del sistema nervoso in cui i pazienti sono in grado di rispondere efficacemente alle loro emozioni.

Le tecniche utilizzate dalla Psicologia Somatica sono differenti. Da una parte, ci sono quelle di repattering somatico e riprocessazione del trauma, che permettono la rielaborazione dei ricordi preverbali, prestando attenzione alle sensazioni somatiche, la comprensione delle reti neurali e di come si formino i ricordi traumatici, agendo in particolare sulla neuroplasticità per il recupero dai traumi.

Dall’altra c’è il modello ideato da Peter Levine, la Somatic Experiencing, che parte dal presupposto che il trauma travolge il sistema nervoso e deve essere affrontato in modo somatico per prevenirne l’elaborazione emotiva.

Altro approccio ampiamente utilizzando nella gestione del trauma è l’EMDR, che permette di aiutare i clienti ad aumentare il loro senso di controllo, autoefficacia e autoregolazione per quanto riguarda l’intensità e la durata dei sintomi fisici dolorosi, che possono rappresentare un’esperienza traumatica, come nel caso della malattia cronica.

Alcuni modelli lavorano, invece, sulla ri-traumatizzazione. Fino a quando l’energia del trauma non viene elaborata e trasformata, continua a riemergere attraverso comportamenti, somatizzazione, processi psicologici, fisiologici e relazionali. Se il paziente raggiunge uno stadio in cui il sé sopravvissuto non può più resistere al ripetuto riattivarsi di un trauma non elaborato, il risultato può essere appunto una ri-traumatizzazione.

 

Altri tre modelli per il trattamento del trauma

La Schema Therapy, sviluppata da Jeffrey Young, è un potenziamento e un ulteriore sviluppo della terapia cognitivo-comportamentale e della psicoterapia psicodinamica e integra in particolare le emozioni, ma anche gli aspetti dello sviluppo (ad esempio la teoria dell’attaccamento), centrali nelle considerazioni diagnostiche e terapeutiche.

La Schema Therapy si basa su un modello di schemi, modalità, bisogni di base e “il loro destino” durante il corso della vita. E’ stato dimostrato che le tecniche e le strategie di intervento clinico di Schema Therapy sono particolarmente efficaci in bambini e adolescenti emotivamente deprivati e/o maltrattati.

La Teoria Polivagale, sviluppata da Stephen W Porges, lega le esperienze traumatiche all’attività del sistema nervoso autonomo. Essa ci informa della funzione adattativa dei cambiamenti nello stato autonomo e ci aiuta a comprendere i sentimenti emotivi emergenti, i comportamenti e le narrazioni personali che accompagnano tali cambiamenti fisiologici, in particolare nella rielaborazione del trauma.

Infine l’IFS, Internal Family Systems, sviluppata da Richard Schwartz, fornisce un approccio compassionevole, rispettoso e non patologizzante per comprendere l’organizzazione e il funzionamento della psiche umana. In particolare, tale approccio permette di aiutare i pazienti a connettersi e comprendere le loro parti in conflitto, spesso generate a seguito di eventi traumatici, per facilitare una guarigione profonda e duratura.

 

Diventare un terapeuta Trauma-Informed

Dal momento che non esiste un unico approccio focalizzato sul trauma, la formazione per diventare un trainer che integri nella propria pratica clinica conoscenze e competenze per l’elaborazione delle esperienze traumatiche è molteplice, e dipende dalle scelte del terapeuta su quali aspetti concentrarsi, da quelli corporei e sensoriali, a quelli più legati alle neuroscienze, fino ai modelli psicodinamici basati sul trattamento dell’esperienza inconscia e relazionale.

Certamente, un terapeuta che si focalizza sul trauma, dovrà fare attenzione alle seguenti caratteristiche:

  • Sicurezza fisica ed emotiva. Un terapeuta focalizzato sul trauma adotterà misure per garantire che i clienti si sentano al sicuro sia fisicamente che emotivamente durante le loro sessioni.
  • Collaborazione. I terapeuti focalizzati sul trauma mirano a responsabilizzare i clienti, indirizzandoli sulle proprie risorse e dando loro un ruolo attivo nella loro cura.
  • Trasparenza. I terapeuti focalizzati sul trauma sono aperti e onesti con i clienti.
  • Competenza. I terapeuti focalizzati sul trauma si assicurano di essere adeguatamente formati e aggiornati rispetto alla ricerca scientifica sul tema e rispetto alle buone prassi più recenti per lavorare con i clienti che hanno subito un trauma. Sono anche consapevoli degli aspetti culturali unici che ciascun cliente sperimenta.

Un elemento fondamentale per la formazione sul trauma è comprendere quanto spesso i terapeuti facciano eccessivo affidamento alle diagnosi del DSM, quando spesso molti disturbi non sono il problema, ma i tentativi di risposta del paziente. Il trauma infatti, come ricorda Bessel van der Kolk, è in gran parte relazionale.

Per districarti nella serie di modelli e tecniche per la gestione del trauma, potrebbe esserti utile cominciare con una formazione che ti permetta di esplorare diversi tipi di approcci per capire quello che senti più adatto alla tua attività clinica.

Un approccio generale che si focalizzi sul rapporto mente-corpo-cervello è certamente indispensabile per trattare il trauma. I modelli, come abbiamo visto, sono i più disparati: dalle pratiche di meditazione, all’EMDR, dalla Psicoterapia Sensomotoria agli approcci corporei come l’Analisi Bioenergetica, dalla Compassion Focused Therapy, agli approcci che trattano la somatizzazione e le terapie somatiche.

Il trauma, tuttavia, non riguarda soltanto i singoli individui, ma può coinvolgere interi gruppi e comunità. Una formazione che tenga conto anche del Trauma Collettivo può essere allora molto utile per trattare tutte le vittime – dirette e indirette – di eventi traumatici catastrofici (guerre, terremoti, disastri ambientali), ma anche di traumi trasmessi a livello intergenerazionale, sviluppando competenze per aumentare la resilienza dei pazienti e la loro capacità di rielaborare il senso dell’esperienza traumatica vissuta e condivisa con gli altri.