L’assertività ha trovato ampio spazio come oggetto di studio nella letteratura scientifica, divenendo un obiettivo altamente desiderabile nei percorsi psicoterapici e riabilitativi, poiché è collegata ad adattamenti funzionali di personalità nelle culture occidentali.
Nonostante la letteratura scientifica proponga numerose definizioni di assertività, il concetto viene generalmente identificato come la capacità di difendere i propri diritti e comunicare pensieri, sentimenti e credenze in un modo che sia sincero, inequivocabile ed appropriato, senza violare gli altrui diritti (Lange &Jakubowski, 1976). Alberti ed Emmons aggiungono a questa “storica” definizione la capacità di agire nel proprio interesse senza esperire ansie eccessive, fermo restando il rispetto degli altrui diritti. Di converso, le persone non assertive, o passive, quando comunicano il proprio punto di vista lo fanno scusandosi eccessivamente, anche quando non ve ne è bisogno, con timidezza e disprezzo di sé, atteggiamento che induce gli altri ad ignorarli o respingerli. L’atteggiamento delle persone assertive può essere considerato come stante a metà strada fra quello passivo e quello aggressivo, poiché incoraggia sia il rispetto di sé, che quello degli altri e pone le basi per la cooperazione, invece che per la competizione.
Nel tentativo di chiarire maggiormente la definizione di un concetto tanto complesso, altri ricercatori hanno identificato componenti affettive e cognitive del costrutto.
- Ad un livello affettivo, l’espressione di risposte assertive può essere inibita dall’ansia. Wolpe (1968) ha trovato che le persone timide spesso esperiscono ansia inibitoria che impedisce loro di comunicare in maniera assertiva.
- Ad un livello cognitivo, la mancanza di assertività può essere influenzata dal disprezzo di sé (si veda Rich& Schroeder, 1976). In particolar modo, le persone con credenze di scarso valore personale hanno difficoltà a difendersi, poiché reputano gli altrui pensieri, sentimenti e diritti più importanti dei propri.
Sin dalla sua prima introduzione nel 1970, il training sull’assertività continua ad essere una tecnica di intervento molto popolare in particolar modo negli Stati Uniti, promosso in centri universitari, istituti di psicoterapia ed altri ambienti per la salute mentale. Questo perché il comportamento assertivo è riconosciuto come un’abilità fondamentale per raggiungere e mantenere traguardi all’interno di relazioni interpersonali in svariati campi, come il lavoro e gli affari, ma anche nella vita personale. In accordo con Lange e Jakubowski, infatti, le persone con un buon livello di assertività sono comunicative, divergenti, sicure e abili nel guidare ed influenzare gli altri. Ed è per questo successo interpersonale, aggiunge Emmons (1970) che le persone assertive risultano più sicure di sé e conservano un buon concetto del proprio valore e della propria persona.
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Protocollo per tenere un training sull’assertività
Teresa Montesarchio
Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
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