Il Biofeedback nella pratica psicologico sportiva

Psicologa dello Sport, Psicologa del Lavoro e delle Organizzazioni. Psicologa della Federazione Italiana Canottaggio, ha partecipato ai Giochi Olimpici di Sydney 2000 ed Atene 2004; ha collaborato...
Il Biofeedback nella pratica psicologico sportiva

Il biofeedback è una tecnica che nasce dagli studi di psicologia cognitiva e psicofisiologia.

Utilizzato già da tempo in ambito sanitario per la cura e il trattamento di disturbi come l’ipertensione, le cefalee, i disturbi del sonno, ecc. trova oggi un impiego sempre maggiore nella psicologia dello sport in funzione dell’ottimizzazione della performance.

Gli atleti sono sottoposti a ritmi di allenamento che condizionano e scandiscono spesso l’intero anno influendo su abitudini, periodi di svago, relazioni familiari e/o sentimentali.

La preparazione alla gara, per un atleta agonista (non necessariamente top level), compenetra dunque qualsiasi ambito della propria esistenza generando spesso ansie e disturbi che sono riconducibili ad un mutato stato emotivo o ad una sindrome da stress prolungato.

Il biofeedback facilita l’operatore nella acquisizione di informazioni in merito al funzionamento psicofisico dell’atleta al fine di aiutarlo ad uscire da un momento di ‘crisi’ e consente un dialogo (grazie alla registrazione grafica dell’andamento delle variabili psicofisiche) tra psicologo e atleta che sia in grado di superare le barriere dei preconcetti e pregiudizi talvolta ancora presenti nel mondo dello sport.

Le applicazioni del biofeedback nello sport sono molteplici: favorisce l’atleta nell’acquisizione di una sempre maggiore consapevolezza corporea; riduce i tempi di apprendimento delle tecniche di rilassamento e/o attivazione; favorisce il recupero dall’infortunio, lavorando sulle capacità di recuperare il corretto gesto tecnico senza cadere nell’atteggiamento motorio compensatorio; riduce i tempi di apprendimento del gesto tecnico e/o delle sue modificazioni; ausilia il fisioterapista nel recupero da contratture da stress; aiuta l’atleta a comprendere cosa accade nel suo corpo allorquando, durante una gara, si percepisce una sensazione di impossibilità a proseguire. Queste solo alcune delle applicazioni in ambito sportivo.

Ma il Biofeedback trova le sue applicazioni non solo nello sport praticato dai giovani (a qualsiasi livello): esso si presta anche a favorire il recupero di coscienza corporea e funzionale nell’anziano che pratica attività sportive di entità più o meno moderata.

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In questo corso cercheremo di trasmettere conoscenze in merito al funzionamento del corpo relativamente ad eventi stressanti correlati all’attività sportiva o fisica ponendo l’accento sull’utilità dell’applicazione della tecnica del BFB nei vari contesti.

Verrà altresì spiegata la tecnica partendo dal macchinario e dalla posizione degli elettrodi fino a giungere alle indicazioni step by step del training di rilassamento e della rilevazione del tracciato psicofisiologico di base.

L’obiettivo sarà quello di favorire il professionista che intende approcciarsi allo sport con questa tecnica, nell’apprendimento teorico-pratico della tecnica stessa, dei suoi vantaggi e degli ambiti di applicabilità.

 

 

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