CBT-I Protocollo

CBT-I protocollo insonnia

Sette italiani su dieci manifestano disturbi del sonno, quattro su dieci hanno difficoltà ad addormentarsi. Tre su dieci hanno diversi risvegli durante la notte e due su dieci si svegliano sempre molto prima della sveglia.

I disturbi del sonno

Possiamo genericamente definire queste alterazioni “Disturbi del Sonno” e tra questi distinguere tra insonnia acuta, con durata inferiore a tre mesi, associata ad un evento stressante, disturbi ambientali (come il rumore, temperature estreme o il prendersi cura di un neonato), alterazione del ciclo sonno/veglia causato da jet lag, e Insonnia cronica che persiste per almeno tre mesi sostenuta da fattori cognitivi e comportamentali che non hanno a che fare con il trigger iniziale.

Tra i fattori ricordiamo lo stress che può influenzare la qualità del sonno e anche determinare Insonnia; l’ abuso di alcol che sembrerebbe provocare insonnia e privare delle sue funzioni lo stato di riposo (Sagawa et al., 2011); i disturbi respiratori nel sonno, disordini del movimento. Recentemente numerosi studi sull’utilizzo dello smartphone hanno evidenziato che l’ utilizzo di smartphones e schermi luminosi  può costituire un fattore di rischio ben definito.

Si riscontrano, infine, differenze anche rispetto all’età; la prevalenza di insonnia aumenta infatti con l’età, e al sesso, le donne adulte riferiscono insonnia circa il 50% più frequentemente rispetto agli uomini.

Si distingue, anche, tra insonnia primaria i cui sintomi possono presentarsi indipendentemente da altri disturbi o condizioni patologiche, e  insonnia secondaria i cui sintomi possono essere causati da altre condizioni patologiche e psichiatriche.

Generalmente quando si pensa ai disturbi del sonno si è portati a pensare all’insonnia, in realtà è stato recentemente osservato che il tipo di insonnia che più facilmente tende a cronicizzare (70% dei casi) è  quello caratterizzato da frequenti risvegli nel corso della notte; mentre la forma in cui si tende ad assumere più frequentemente farmaci è quella “iniziale”, con difficoltà di addormentamento.

Quasi il 20% della popolazione generale adulta assume almeno saltuariamente un farmaco a scopo ipnotico, mentre quasi il 10% lo assume in maniera continuativa.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è rivelata particolarmente efficace per intervenire sui (disturbi del sonno) sull’Insonnia mantenuta da componenti psicofisiologiche che è anche la più diffusa nella popolazione generale.

La CBT-I per l’insonnia

La CBT-I consiste essenzialmente in un pacchetto di 8 colloqui, 3 di Valutazione e mediamente 5 di Trattamento, nei quali viene diagnosticato il Disturbo nelle sue componenti principali e trattato in modo mirato e specialistico mediante, ad esempio: psicoeducazione personalizzata,  rafforzamento delle associazioni tra il letto e il momento di andare a dormire, ristrutturazione dei pensieri disfunzionali legati al sonno. Il trattamento dell’insonnia ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità e la quantità del sonno e i sintomi diurni correlati al disturbo.

Le terapie non farmacologiche per l’Insonnia Psicofisiologica includono strategie di:

  • Controllo dello stimolo. Si tende a riassociare gli stimoli del sonno con l’addormentamento e incoraggia il ristabilirsi di una regolare alternanza sonno-veglia
  • Restrizione del sonno. Si limita il tempo trascorso a letto all’effettivo tempo dedicato al sonno, porta ad una deprivazione temporanea e moderata del sonno, induce un più rapido addormentamento, mantenimento ed una qualità migliori del sonno
  • Tecniche di rilassamento. Si riduce l’attivazione autonomica e cognitiva, comprendendo tecniche di rilassamento muscolare progressivo, biofeedback, respirazione ritmica, imagery training e meditazione, l’Intenzione paradossa che modifica le aspettative irrealistiche sul sonno, i pazienti stanno svegli il più a lungo possibile, porta ad una riduzione dell’ansia in relazione all’addormentamento e alle conseguenze della mancanza di sonno
  • Educazione all’igiene del sonno. Vengono fornite raccomandazioni sui comportamenti relativi al sonno e sulle condizioni ambientali che possono incidere sulla qualità e durata del sonno, ad esempio evitare pasti pesanti prima di coricarsi, praticare attività fisica regolare, ma non nelle ore prossime al sonno, ridurre rumore e luce nella stanza da letto, evitare consumo alcool, caffeina e nicotina nelle ore antecedenti al sonno
  • Ristrutturazione cognitiva. Si focalizza sulla revisione di specifiche ed irrealistiche aspettative del paziente in relazione al sonno, alle sue alterazioni ed alle possibile conseguenze di queste aspettative

Recentemente è stato dimostrato che il Protocollo CBT-I, Protocollo breve cognitivo-comportamentale specifico per l’insonnia Psicofisiologica rappresenta un’alternativa Evidence Based sicura ed efficace per inquadrare e trattare l’insonnia senza farmaci. Permette di sviluppare risorse personali di gestione del sintomo, senza effetti collaterali e con un’efficacia dimostrata sul medio – lungo periodo.

L’efficacia di questo trattamento è ampiamente dimostrato negli studi scientifici. E i progressi che porta sono mantenuti a lungo, anche dopo 2 anni, al contrario delle terapie farmacologiche.
La letteratura dimostra che questi cambiamenti sono duraturi e progressivi nel tempo, e non si limitano alla durata del protocollo. Nonostante questo, il protocollo in Italia è poco conosciuto e praticato. Apprendere questo protocollo rappresenta un importante possibilità per gli psicologi per poter rispondere ad una domanda in continua crescita

 

 

Bibliografia

Taylor DJ & Pruiksma K, 2014; Cognitive and behavioural therapy for insomnia (CBT-I) in psychiatric populations: A systematic review. Int Rev Psychiatry. 2014 Apr;26(2):205-13. doi: 10.3109/09540261.2014.902808.

Trauer JM, Qian MY, Doyle JS, Rajaratnam SM, Cunnington D. Cognitive Behavioral Therapy for Chronic Insomnia – A Systematic Review and Meta-analysis. Ann Intern Med. 2015 Aug 4;163(3):191-204. doi: 10.7326/M14-2841.

 

 

Copyright: PESI Italia srl
Non riprodurre senza autorizzazione

Articoli correlati

EMDR - Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari
Perché l’EMDR è usato per il trattamento del PTSD?
L’EMDR è una forma di psicoterapia particolarmente utilizzata, con efficacia, nel trattamento...
EMDR - Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari
Gli aspetti integrativi unici dell’EMDR
Esistono centinaia di psicoterapie, ma non tutte sono uguali. La terapia EMDR potrebbe essere...

Partecipa lasciando un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Puoi usare questi tag HTML:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>