Nella prima parte del tutorial “Come insegnare Psicologia nelle Scuole Secondarie” avevamo affrontato le modalità di ricerca del lavoro nelle scuole secondarie pubbliche, come insegnante se hai l’abilitazione all’insegnamento e come supplente se non hai l’abilitazione all’insegnamento.
In questa seconda parte del tutorial vedremo invece gli ultimi due contesti in elenco: le scuole secondarie private parificate e le scuole private non parificate.
Spero che il tutorial possa esserti di aiuto.
3) Come insegnare Psicologia nelle scuole secondarie parificate
Le scuole parificate sono scuole private equiparate alle scuole pubbliche, quindi i loro diplomi hanno la stessa validità di quelli statali e per quanto riguarda il reclutamento dei docenti, sono sottoposte alle stesse regole delle scuole pubbliche. I loro docenti devono avere l’abilitazione all’insegnamento. Tuttavia, se queste scuole non riescono a trovare docenti abilitati, talvolta li accettano anche senza abilitazione.
Le scuole parificate si dividono però in 2 grandi categorie:
a) le scuole d’élite, molto costose e prestigiose, frequentate generalmente da figli dell’alta “borghesia” delle città
b) le scuole che fanno “recupero anni scolastici”, accolgono soprattutto adulti lavoratori oppure ragazzi bocciati alle scuole pubbliche e che vogliono recuperare gli anni persi, frequentando due o tre anni in uno, attraverso programmi didattici personalizzati.
Le scuole parificate d’élite e quelle che funzionano come istituti di recupero anni scolastici sono due contesti psicosociali estremamente diversi, anche se formalmente analoghi. Nel caso del recupero anni scolastici, le possibilità di insegnare sono maggiori.
In entrambe i casi, puoi presentarsi di persona ai presidi, proponendoti come insegnante o supplente di Psicologia, per essere eventualmente chiamato in caso di necessità e urgenza. Anche questa è un’evenienza rara, ma da tentare.
4) Come insegnare Psicologia nelle scuole private non parificate
Gli istituti di recupero anni scolastici sono centri privati che si rivolgono soprattutto a studenti adulti e lavoratori che hanno interrotto gli studi da adolescenti e vorrebbero riprenderli per conseguire il diploma, oppure a studenti bocciati alle scuole pubbliche, che vogliono recuperare gli anni persi. Non si tratta di vere e proprie scuole, anche se la didattica è strutturata in modo simile alle scuole, con docenti, programmi e interrogazioni. Hanno varie denominazioni: Istituti di recupero anni scolastici, Centri Studi, ecc.
Gli studenti frequentano questi istituti soltanto per prepararsi, ma non possono sostenere gli esami per il recupero degli anni scolastici all’interno dell’istituto stesso. Devono invece presentarsi a Giugno presso scuole pubbliche o parificate e sostenere un esame da “privatisti”, davanti a una commissione esterna, che deciderà se riconoscere loro l’anno scolastico “recuperato” oppure no.
Ad esempio, se un ragazzo è stato bocciato in terza liceo, potrà iscriversi un istituto di recupero anni scolastici per studiare il programma di terzo, quarto e quinto liceo, facendo 2 o 3 anni insieme. Poi a fine anno andrà in una scuola pubblica o parificata e sosterrà un esame su tutto il programma per ciascuno dei 3 anni che ha preparato e la commissione valuterà se riconoscergli i 3 anni, oppure riconoscergliene uno e bocciarlo agli altri 2, ecc.
Negli esami da “privatisti” sostenuti presso le scuole pubbliche per recuperare gli anni scolastici persi, statisticamente, si viene spesso bocciati, poiché talvolta alcuni professori, per scoraggiare gli studenti che si ritirano dalla scuola e si ripresentano da esterni, tendono ad essere estremamente severi, soprattutto all’esame di maturità del 5° anno.
Al di là delle procedure didattiche e burocratiche, per quanto riguarda il lavoro, insegnare in questi istituti è relativamente facile perché c’è un alto turn-over di docenti e supplenti, a causa delle difficoltà di insegnare in classi mediamente disomogenee per età, provenienza ed esperienze formative, con studenti che spesso hanno gravi problemi di indisciplina e demotivazione, talvolta veri e propri disturbi dell’apprendimento e del comportamento.
Il rischio di burn-out è molto elevato e aumenta anche a causa dei contratti spesso precari e privi delle coperture e delle garanzie offerte dal servizio pubblico. Come esperienza di insegnamento tuttavia può risultare molto formativa e utile, soprattutto agli inizi della carriera.
I criteri di reclutamento dei docenti presso gli istituti di recupero anni scolastici privati sono più leggeri, poiché non è necessario avere nel proprio piano di studi i crediti necessari per l’insegnamento nelle pubbliche. È sufficiente inviare il curriculum o meglio presentarlo di persona, specificando le materie per cui ti proponi e le tue disponibilità orarie. Se servono proprio le tue materie e l’istituto non ha un insegnante che le copra, è facile essere chiamati per un colloquio.
In questi istituti, è importante dare massima disponibilità oraria, perché le lezioni sono individuali o in piccoli gruppi, dunque gli orari possono risultare molto irregolari per assecondare le esigenze dei diversi studenti e dei lavoratori. Ad esempio, è possibile avere 2 ore il Lunedì mattina, una il Martedì pomeriggio, 2 ore di sera con un buco tra l’una e l’altra, ecc.
Spesso i corsi si svolgono anche di sera, per gli studenti-lavoratori e in questo caso ci sono più possibilità di insegnare perché spesso non si trovano molti insegnanti disponibili. Mediamente, tuttavia, dopo aver dimostrato disponibilità oraria, il numero di studenti affidati tende ad aumentare e si possono coprire anche intere mattinate o giornate.
Riepilogando, ecco i modi per insegnare Psicologia
- per insegnare nelle scuole secondarie pubbliche, occorre avere nel proprio piano di studi i crediti richiesti e l’abilitazione all’insegnamento, conseguita conla SISS oppure da conseguire con il TFA. Poi ci si inserisce in seconda fascia, in attesa di supplenze lunghe e di concorsi a cattedra;
- se possiedi i crediti richiesti, ma non hai l’abilitazione all’insegnamento, puoi inserirti nelle graduatorie di terza fascia, per fare supplenze brevi;
- se non hai fatto in tempo a inserirti nelle graduatorie di terza fascia per il triennio 2011-2014, puoi faxare una domanda di “messa a disposizione” alle scuole che prevedono l’insegnamento di Psicologia;
- puoi proporti di persona alle scuole private parificate, come docente in casi di urgenza e di indisponibilità dei docenti oppure come supplente;
- puoi portare il tuo curriculum agli istituti di recupero anni scolastici
In sintesi, quante reali possibilità ci sono di insegnare con la laurea in Psicologia?
Riguardo alla possibilità più classica, quella dell’insegnamento di Psicologia nelle scuole secondarie come insegnate a tempo indeterminato, le possibilità sono scarse, anche se sei abilitato SISS o sei ti abiliterai con il TFA, perché la classe 36-A è sovraffollata, conta numerosi precari “storici” che arrancano da decenni facendo supplenze e docenti abilitati in esubero rispetto al fabbisogno. Tuttavia, il fatto che il test di accesso al TFA venga ripetuto ogni anno in base al fabbisogno regionale, forse potrebbe riequilibrare la situazione tra posti e aspiranti insegnanti.
Come supplente nominato dalle terze fasce oppure chiamato attraverso la domanda di messa a disposizione, le possibilità sono ridotte, ma possono leggermente aumentare al Nord Italia, nelle sedi di montagna o sulle isole, dove le graduatorie contano meno sovrannumerari.
Come docente e supplente nelle scuole parificate, le possibilità variano di città in città, sono un po’ più alte nelle scuole parificate per il recupero anni scolastici rispetto alle scuole d’élite, ma comunque tendenzialmente non sono altissime.
Come docente-tutor negli istituti di recupero anni scolastici, le possibilità sono molto elevate, perché questi istituti sono numerosi in ogni città media e grande, i criteri di assunzione sono tendenzialmente “larghi”, c’è sempre un frequente ricambio di docenti e non ci sono tanti candidati in più rispetto ai posti disponibili. Certo, il contesto psicosociale è difficile, i contratti sono generalmente precari e i compensi orari non sono molto appetibili, anche se, come prima esperienza lavorativa, può risultare formativa non solo dal punto di vista didattico, ma anche come esperienza di relazione con un’utenza spesso portatrice di un disagio non solo scolastico.
Concludendo, realisticamente, le prospettive non sono rosee, ma è utile avere una panoramica delle possibilità di insegnamento e… provare a giocarsele tutte, senza rinunciare in partenza e formulare pessimistiche profezie che poi rischiano di autoavverarsi ;)
Un caro saluto ed in bocca al lupo,
Stella Di Giorgio
0 thoughts on “Come insegnare Psicologia nelle scuole secondarie (Parte 2)”
Rossella Apuzzo says:
mi è piaciuto questo articolo è stato molto chiaro e onesto :) grazie mille Stella della tua professionalità….
gabriella morabito says:
Grazie, tutto risolto.
Redazione P@L says:
A seguito della registrazione il sistema vi invia una email con link di conferma. Chi non esegue questo secondo ed ultimo step di registrazione viene, si, riconosciuto dal sistema all’atto del login, ma poi non gli viene permesso l’accesso alle aree riservate ;)
Abbiamo provveduto da amministrazione a completare la registrazione del Vs account quindi adesso dovreste riuscire a visualizzare il tutto :)
buona continuazione
lo Staff
Enrico Conte says:
ok per i distratti come me, forse si è portati a pensare di aver confermato dalla propria mail la registrazione perchè dopo aver compilato i dati in alto a destra appare il riconoscimento (es. “Salve Enrico”), ma grazie ad un aiuto dalla regia ;) mi è stato fatto notare che evidentemente non l’avevo fatto.
quindi per leggere interamente l’articolo assicuratevi di andare realmente nella propria casella di posta e confermare tramite il link la registrazione, poi si legge tutto!