Il comportamento affettivo nelle coppie di genitori può manifestarsi in comportamenti positivi e negativi, non verbali e/o verbali, come l’affetto, la convalida, l’interesse, il ritiro, la belligeranza e la critica (Coan e Gottman, 2007).
I partner adulti che hanno relazioni romantiche sperimentano emozioni intense legate alle loro relazioni stesse e devono affrontare la loro vita emotiva, sia individualmente che in coppia (Mirgain & Cordova, 2007; Sanford & Grace, 2011).
Quando si mostrano le emozioni, si comunica al partner come si percepisce una situazione o come vi si potrebbe reagire (Sanford & Grace, 2011). Coan e Gottman (2007) hanno definito le caratteristiche manifeste che possono essere rilevate dal contenuto emotivo nelle interazioni di coppia come comportamento affettivo.
La letteratura empirica dimostra che il comportamento affettivo è un segnale importante di ciò che accade nelle interazioni di coppia (es.: Gottman & Krokoff, 1989; Ben-Naim et al., 2013; Bloch et al., 2014).
Ricerche precedenti hanno dimostrato che le interazioni di coppia (in particolare il comportamento affettivo) sono collegate alla soddisfazione sentimentale (es.: Kim et al., 2007; Bloch et al., 2014).
Nel contesto delle coppie di genitori, le interazioni tra i partner possono riflettere le emozioni provate sia nelle relazioni sentimentali sia in quelle di co-genitorialità. I partner romantici che sono anche genitori condividono un legame romantico, ma, essendo responsabili dell’educazione di uno o più figli, sono anche legati da una relazione di co-genitorialità (Feinberg, 2003).
I dati esistenti evidenziano che le interazioni coparentali sono legate alla relazione di co-genitorialità. I risultati di ricerche precedenti hanno dimostrato che le interazioni coparentali positive (genitori empatici e affettuosi) sono collegate a una relazione di co-genitorialità positiva (cioè alla cooperazione co-genitoriale; Kolak e Volling, 2007).
Le interazioni coparentali (cioè le interazioni tra due genitori in merito a questioni legate alla genitorialità) sono state studiate principalmente all’interno di campioni di comunità, anche se un numero significativo di coppie che svolgono un percorso di terapia di coppia sono anche genitori (Klann et al., 2011).
Pertanto, lo studio dei miglioramenti nelle interazioni coparentali e nella relazione di co-genitorialità delle coppie di genitori che si sottopongono alla terapia di coppia appare rilevante.
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Obiettivo
Questo studio si propone di indagare il comportamento affettivo nelle interazioni di coppia dei genitori in terapia di coppia e la sua relazione con le relazioni di co-genitorialità e sentimentali in un contesto clinico.
In termini di associazioni tra le interazioni di coppia in generale (con entrambi i partner considerati partner romantici o co-genitori), sono vari i risultati presenti nella letteratura di ricerca sulla coppia.
Gli studi più diffusi si concentrano sul legame tra interazioni di coppia e soddisfazione sentimentale, dimostrando che le interazioni di coppia positive sono correlate a una maggiore soddisfazione nella relazione.
Altri studi hanno esplorato il legame tra le interazioni di coppia e risultati in termini di
- sintomi depressivi, in cui le interazioni negative sono state correlate a maggiore frequenza dei sintomi depressivi;
- funzionamento familiare, in cui le dinamiche di potere conflittuali nelle interazioni di coppia sono state associate a un funzionamento familiare inferiore;
- valutazione, da parte dei figli, delle minacce percepite e dell’insicurezza nei confronti del conflitto inter-genitoriale, in cui la negatività del conflitto genitoriale è stata collegata alla percezione di minacce e di rappresentazioni familiari insicure da parte dei figli.
In questo corpus di ricerche, le interazioni di coppia sono state studiate in varie fasi della vita, come nel periodo successivo al matrimonio, nella transizione verso la genitorialità o nelle coppie di anziani.
I dati specifici relativi alle relazioni tra le interazioni di coppia che utilizzano misure osservazionali e le risposte al trattamento in un campione clinico sono effettivamente scarsi.
I risultati delle ricerche precedenti riguardano lo studio della qualità affettiva in generale, senza specificare il tipo di popolazione (coppie con relazione romantica o di co-genitorialità) o il tema oggetto delle discussioni (romantico e/o di genitorialità).
I risultati hanno indicato:
- Miglioramenti nella comunicazione da prima a dopo la terapia per le coppie di entrambi i gruppi terapeutici;
- Un legame positivo tra il miglioramento della comunicazione di coppia e i risultati del trattamento.
Pertanto, i miglioramenti più consistenti nella comunicazione da prima a dopo la terapia e la migliore comunicazione post-terapia si correlano a migliori risultati relazionali. Dato che un numero significativo di coppie in distress che iniziano la terapia di coppia sono genitori e che le ricerche precedenti condotte su campioni clinici hanno studiato la qualità affettiva in generale senza indicare se le coppie erano in una relazione romantica o di co-genitorialità, sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare le interazioni coparentali delle coppie di genitori che si sottopongono alla terapia di coppia.
Ricerche precedenti hanno sottolineato l’importanza di tenere in considerazione la relazione di co-genitorialità quando si studiano coppie romantiche che hanno figli. La co-genitorialità implica il coordinamento tra adulti responsabili ai fini della cura e dell’educazione dei figli.
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Comportmento affettivo e soddisfazione
Un modo per analizzare le interazioni coparentali delle coppie di genitori che si sottopongono a terapia di coppia è quello di esplorare il legame tra il loro comportamento affettivo durante una discussione sulla genitorialità e la soddisfazione co-genitoriale.
Solo pochi studi hanno valutato specificatamente questo legame in campioni di comunità. I risultati relativi alle interazioni affettive coparentali – sia auto-riportate che osservate – hanno mostrato un’associazione tra la qualità di queste interazioni e quella della relazione di co-genitorialità.
I risultati hanno mostrato:
- legami positivi tra l’espressività positiva riportata da padri e madri (intesa come apertura, empatia atteggiamento amorevole e interessato) e la cooperazione genitoriale percepita, nonché
- associazioni positive tra l’espressività negativa riferita da padri e madri e il conflitto genitoriale percepito (Kolak e Volling, 2007).
Quindi, quando i partner hanno riferito di provare più emozioni positive e meno emozioni negative, sembravano anche percepire più cooperazione e meno conflitto nella loro relazione di co-genitorialità (Kolak e Volling, 2007). Il secondo studio consisteva nell’osservazione delle interazioni affettive dei genitori e dei legami tra queste interazioni e i comportamenti di co-genitorialità osservati durante il gioco in famiglia.
I risultati hanno mostrato che i partner che si rimproverano a vicenda quando interagiscono come diade hanno maggiori probabilità di mostrare pattern di co-genitorialità ostile-competitiva all’interno della famiglia, anche dopo il controllo del distress romantico generale nel campione (McHale, 1995).
Finora, gli studi sulle interazioni affettive di coppia si sono concentrati principalmente sulle interazioni tra coppie romantiche. Tuttavia, nel contesto delle interazioni tra coppie di genitori, entrambi i partner possono essere coinvolti come partner romantici o come co-genitori nella discussione di argomenti relativi all’educazione dei loro figli.
Inoltre, il comportamento affettivo dei partner può essere diverso nelle interazioni romantiche o di co-genitorialità.
Gli obiettivi di questo studio erano:
- esplorare il comportamento affettivo osservato nei compiti di discussione pre- e post-intervento in cui le coppie di genitori discutevano di un disaccordo riguardante la loro relazione di co-genitorialità per valutare se queste coppie potessero essere differenziate in base al loro cambiamento di comportamento affettivo,
- analizzare se i vari pattern di cambiamento del comportamento affettivo tra genitori risultassero anche dai questionari di autovalutazione di soddisfazione co-genitoriale e sentimentale prima e dopo l’intervento e
- integrare l’analisi clinica dei processi terapeutici di entrambi i casi per verificare se il cambiamento del comportamento affettivo della coppia si riflettesse anche nelle sedute di terapia.
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Risultati
I risultati dei casi analizzati con approccio contrastivo indicano che i pattern di cambiamento del comportamento affettivo che si osservano nei compiti di discussione tra genitori (cambiamento positivo vs. nessun cambiamento) non sono sistematicamente correlati a risultati simili nei questionari sulla co-genitorialità e sulla relazione sentimentale.
La coppia A ha mostrato un cambiamento positivo del comportamento affettivo nel compito di discussione coparentale, che si è riflettuto nel questionario sulla soddisfazione co-genitoriale, ma non nel questionario sulla soddisfazione sentimentale.
Il cambiamento del comportamento affettivo della coppia B è rimasto negativo dopo la terapia nel compito di discussione tra i genitori, mentre entrambi i partner hanno riportato una soddisfazione genitoriale moderatamente alta sia nel questionario pre-intervento che in quello post-intervento e la loro soddisfazione sentimentale è aumentata dalle valutazioni pre-intervento a quelle post-intervento.
L’associazione tra il cambiamento positivo del comportamento affettivo della coppia A e l’aumento nei questionari sulla soddisfazione genitoriale è in linea con precedenti ricerche che dimostrano che interazioni co-genitoriali più positive sono correlate a una maggiore qualità della relazione tra genitori (Baker et al., 2010).
È interessante notare che il cambiamento positivo della relazione di co-genitorialità è stato più forte nella codifica del micro-livello del comportamento affettivo che nei questionari di autovalutazione, il che suggerisce che l’analisi del micro-livello fornisce risultati leggermente diversi dalle misurazioni di autovalutazione.
Il fatto che il cambiamento del comportamento affettivo positivo della coppia A non si sia riflesso nei questionari sulla soddisfazione romantica si pone in contrasto con precedenti ricerche che hanno dimostrato che la qualità delle interazioni di coppia è associata alla qualità della soddisfazione sentimentale (es.: Rogge et al., 2006).
Pertanto, possiamo ipotizzare che i cambiamenti nel comportamento affettivo della coppia A non siano legati a un aumento della soddisfazione generale. I risultati della coppia B si pongono in contrasto con le ricerche precedenti che lasciano intendere che le interazioni negative sono correlate a una genitorialità ostile-competitiva (McHale, 1995) e a una minore soddisfazione relazionale (Friend et al., 2017).
Anche in questo caso si nota una discrepanza tra i risultati dell’osservazione e i questionari. I questionari di autovalutazione forniscono informazioni sulle percezioni dell’individuo, mentre i metodi osservativi catturano le dinamiche relazionali fornendo dati diretti su di esse (Baucom e Crenshaw, 2019).
Pertanto, i dati raccolti attraverso la codifica basata su quanto osservato da una terza parte sono liberi da potenziali bias di memoria o di desiderabilità sociale, che potrebbero invece essere presenti nelle autovalutazioni della coppia B.
Infine, questa discrepanza nei risultati evidenzia che le misurazioni bastate sull’osservazione consentono ai ricercatori di cogliere dinamiche uniche e specifiche delle interazioni di coppia, che forniscono informazioni aggiuntive rispetto ai dati raccolti attraverso le misurazioni delle autovalutazioni.
Pertanto, gli studi futuri sulle interazioni di coppia dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di integrare più frequentemente i metodi di osservazione oltre all’autovalutazione (Darwiche e de Roten, 2015)
L’analisi clinica ha mostrato che la dinamica interattiva della coppia A si è leggermente e positivamente evoluta durante le sedute di terapia. Le interazioni e la relazione di co-genitorialità di Marc ed Emily sembrano essersi rafforzate con la terapia.
Tuttavia, il loro distress sentimentale è rimasto anche dopo la fine della terapia. Potremmo ipotizzare che durante le sedute di terapia la coppia abbia visto nella propria relazione co-genitoriale un punto di forza che potrebbe averli portati a consolidare le interazioni e la relazione di co-genitorialità.
Entrambi i genitori potrebbero essere stati particolarmente motivati a migliorare la loro relazione di co-genitorialità per il bene dei figli. Per la coppia B, l’analisi clinica ha rivelato la presenza di diversi conflitti co-genitoriali che non sono stati risolti durante le sei sedute di terapia.
Possiamo ipotizzare che una terapia di breve termine non abbia fornito abbastanza psicoeducazione e non fosse adatta a una coppia in difficoltà cronica. Tenendo conto dei risultati delle ricerche precedenti, il nostro studio si proponeva di esplorare i processi della relazione di co-genitorialità oltre a quelli della relazione sentimentale in un campione di coppie di genitori in terapia di coppia.
Finora, la letteratura empirica che descrive come la comunicazione influenzi i risultati delle relazioni si è concentrata principalmente sulle interazioni che avvengono all’interno delle relazioni sentimentali e sui loro legami con la soddisfazione sentimentale. L’indagine sull’evoluzione della relazione di co-genitorialità rimane un ambito atipico nella terapia di coppia.
I nostri risultati supportano quelli di ricerche precedenti che indicano che la relazione di co-genitorialità e quella sentimentale non si evolvono necessariamente nella stessa maniera (Le et al., 2016). Pertanto, gli studi futuri dovrebbero cercare di esplorare separatamente l’aspetto sentimentale e quello di co-genitorialità nelle relazioni.
Vista l’alta percentuale di coppie che optano per la separazione, le ricerche che evidenziano i cambiamenti nella relazione di co-genitorialità all’interno della terapia di coppia sono molto importanti (per una rassegna sistematica e una meta-analisi dei programmi di co-genitorialità, cfr. Eira Nunes et al., 2020).
La letteratura ha dimostrato ampiamente che la soddisfazione co-genitoriale è significativamente legata al benessere, all’educazione e all’adattamento dei figli (Bodenmann, 2016). I genitori che hanno interazioni co-genitoriali costruttive e che dichiarano di essere soddisfatti della loro relazione come genitori sembrano avere maggiori probabilità di definire insieme gli obiettivi genitoriali e sostenersi reciprocamente nell’educazione dei figli (Holland e McElwain, 2013).
Infine, i risultati di una meta-analisi sottolineano che il coordinamento tra gli adulti responsabili della cura e dell’educazione dei figli è significativamente correlato a un minor numero di sintomi di interiorizzazione e di esternalizzazione nei figli (Teubert e Pinquart, 2010). Pertanto, il rafforzamento della relazione di co-genitorialità può costituire un fattore protettivo per i bambini i cui genitori sono in procinto di separarsi o divorziare.
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Limiti
Il presente studio presenta alcuni limiti. In primo luogo, questo studio contrastivo di casi è una prima esplorazione e un primo passo, e i risultati dovranno essere replicati con un sotto-campione di 65 coppie di genitori per le quali sono disponibili i dati relativi ad analisi del comportamento affettivo prima e dopo l’intervento, all’interno del campione totale previsto dall’RCT in corso, composto da N = 80 coppie con dati pre-post intervento.
Ciò consentirà di verificare ulteriormente la nostra ipotesi che il comportamento affettivo nelle interazioni delle coppie di genitori prima della terapia di coppia possa essere predittivo dei loro progressi nella soddisfazione romantica, nella soddisfazione co-genitoriale e nella sintomatologia individuale complessiva (es.: propensione all’ansia e ai sintomi depressivi) tra le valutazioni pre e post-intervento.
In secondo luogo, a causa delle dimensioni ridotte del campione, abbiamo analizzato il comportamento affettivo non verbale e verbale dei partner in modo indipendente. Tuttavia, poiché i nostri dati sono stati ricavati da coppie, possiamo comunque postulare un’interdipendenza e un’interconnessione tra i nostri risultati.
Il campione più ampio dell’RCT in corso consentirà inoltre di: (1) utilizzare modelli di analisi dei dati specificamente adatti ai dati diadici, come i modelli di interdipendenza attore-partner o la modellazione della curva di crescita (Kenny et al., 2006), e (2) analizzare diversi pattern di cambiamento del comportamento affettivo, compreso il cambiamento da positivo a negativo del comportamento affettivo.
In terzo luogo, non possiamo escludere che un approccio terapeutico incentrato sul comportamento affettivo (es.: Halford et al., 2003; Gottman e Schwatz Gottman, 2008; Bodenmann et al., 2014) potrebbe aver portato ad altri risultati. L’approccio sistemico integra l’osservazione del comportamento affettivo; tuttavia, non prevede un lavoro terapeutico sistematico su questo aspetto, come invece fanno altri modelli.
Un limite è che i terapeuti avevano linee guida generali per i loro interventi, il che rende difficile sapere se il trattamento ricevuto dalle coppie fosse comparabile. Un altro limite considerevole è legato al fatto che solo il primo autore ha codificato il comportamento affettivo; questo limite è bilanciato dal fatto che il primo autore aveva la qualifica di codificatore esperto.
Inoltre, la codifica del comportamento affettivo potrebbe aver influenzato l’analisi clinica, dato che è stata condotta dai membri del team di ricerca stessi. Tuttavia, il potenziale bias è compensato dal contributo dei terapeuti alle analisi cliniche. Infine, non possiamo escludere la possibilità che fattori esterni o specifici dei partecipanti abbiano influenzato i risultati, come gli eventi avvenuti tra le sedute o la predisposizione dei partecipanti al cambiamento, poiché abbiamo integrato solo un’analisi dei processi all’interno delle sedute di terapia.
Discussione
L’osservazione delle interazioni di coppia permette di comprendere il conflitto di coppia in un contesto relativamente realistico rispetto alle misure di autovalutazione. I risultati sono quindi significativi per i clinici e per la formazione clinica.
Ricerche precedenti hanno sottolineato l’importanza di insegnare ai clinici a rilevare i comportamenti affettivi non verbali negativi nelle interazioni di coppia (Patterson et al., 2012). I nostri risultati sottolineano, per i terapeuti di coppia, l’importanza di tenere in considerazione i risultati della ricerca micro-osservativa sui comportamenti affettivi non verbali e verbali per consentire loro di individuare i cambiamenti del comportamento affettivo dei loro clienti.
Negli ultimi decenni, la ricerca è stata fortemente influenzata dalla terapia narrativa e da altri approcci postmoderni e dalla loro riluttanza a osservare, commentare e intervenire sull’interazione della coppia.
Non perdere il corso in partenza a Marzo 2023 “Curare le ferite familiari del divorzio”, Master Class di Alta Formazione, proposta in collaborazione con l’Accademia di Psicoterapia della Famiglia, per esplorare le dinamiche relative alle ferite familiari lasciate dal divorzio e dalla separazione e per gestire i conflitti di coppia.
Fonte: Liekmeier, E., Darwiche, J., Pinna, L., Repond, A.S. & Antonietti, J. P. (2021). Affective Behavior in Parent Couples Undergoing Couple Therapy: Contrasting Case Studies, Front. Psychol. Sec. Personality and Social Psychology https://doi. org/10.338 /fpsyg. 2021.634 276