FCP > Formazione Gratuita in Psicologia e Psicoterapia > Identità Cultura Trauma. La psicoanalisi alla prova delle migrazioni e degli sradicamenti della contemporaneità
Il webinar è dedicato ad un approfondimento dell’impatto che i processi di accelerato cambiamento antropologico tipici della contemporaneità hanno sulle costituzioni soggettive e sulle dinamiche relazionali sia all’interno delle relazioni primarie che delle relazioni sociali allargate.
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Docenti:
Virginia De Micco
, Laura Ravaioli
, Alpes Italia
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Il webinar è dedicato ad un approfondimento dell’impatto che i processi di accelerato cambiamento antropologico tipici della contemporaneità hanno sulle costituzioni soggettive e sulle dinamiche relazionali sia all’interno delle relazioni primarie che delle relazioni sociali allargate.
In particolare verranno esaminate le peculiarità delle dinamiche psichiche legate ai fenomeni migratori, il loro ruolo nel cambiamento dei processi di formazione identitaria attraverso una riflessione critica sulle nozioni di ‘identità culturale’ e di ‘trauma culturale’, tenendo presente come da un lato tali mutamenti sul piano psico-antropologico non riguardino solo chi arriva ma anche chi accoglie, mettendo in risonanza le ‘menti migranti’ con le ‘menti accoglienti’, e dall’altro la pluridimensionalità del ‘trauma migratorio’.
I disagi psichici connessi a diversi livelli con l’esperienza migratoria verranno esaminati attraverso una cornice teorico-metodologica centrata sulle capacità dell’ascolto psicoanalitico di sintonizzarsi sulle molteplici pieghe del disagio migratorio, disagio ‘identitario’ per eccellenza, intrecciando la capacità negativa di sostare nell’area del non-sapere con una rinnovata dimensione transizionale all’interno di una complessa ridefinizione dell’area transculturale.
La nozione di identità verrà intrecciata con quella di alterità e di stranierità, dal momento che lo ‘straniero’ e l’ ‘altro’ configurano esperienze psichiche differenziate e non interamente sovrapponibili: mentre il ruolo dell’ ‘altro’ nelle sue diverse funzioni di “oggetto, soccorritore, modello e addirittura nemico”, come ci ricorda Freud, è ampiamente riconosciuto nella letteratura psicoanalitica come una esperienza fondatrice nella costituzione della propria stessa identità, la dimensione della ‘stranierità’, di ciò che appare irriconoscibile e inaccettabile, si affaccia piuttosto su un ‘perturbante psichico’ che configura una area che “sono io ma che non mi appartiene” per usare le parole di Michel de M’uzan.
Esperienza esaminata in particolare attraverso le complesse vicissitudini psichiche e culturali che si verificano in corso di migrazione, in cui il vissuto dell’estraneità e della stranierità attraversa non solo i rapporti col contesto di accoglienza ma anche con la propria stessa origine, dunque paradossalmente con ciò che è più intimo ma con cui può essere impossibile identificarsi: fratture transgenerazionali e mandati identificatori inconsci si intrecciano e confliggono nei vissuti dei giovani migranti, con esiti che possono essere molto diversificati tra prime e seconde generazioni.
Esperienze che ci aiutano a riflettere anche sulla più generale condizione di ‘sradicamento’ che nella nostra contemporaneità riguarda soprattutto adolescenti e giovani adulti, che si ritrovano a formare il loro senso di identità all’interno di mondi culturali esposti a una crescente precarietà di quei garanti metapsichici e metasociali di cui parlava Renè Kaes.
nasce dal libro
edito da Alpes Italia
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