10 ore di formazione | 10 ECM | Corso Identità e varianze di genere in Età Evolutiva, in collaborazione con l’Accademia di Psicoterapia della Famiglia. Esplorerai un tema ancora poco trattato in ambito clinico, con interventi innovativi e professionalizzanti.
137,00 € IVA inclusa
Docenti:
Maurizio Andolfi
, Francesca Ferraguzzi
, Alessandra Santona
, Jack Drescher
, Giovanna Cristina Vivinetto
, Patrizia Petiva
, Roberta Rosin
, Federico Ferrari
, Diego Lasio
, Alessandra Delli Veneri
, Eva Gerino
, Rossella Siragusa
, Maddalena Spirito
, Luca Chianura
, Federico Sandri
, Accademia di Psicoterapia della Famiglia
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Chi opera con le famiglie a livello clinico e di ricerca deve essere in grado di cogliere le profonde trasformazioni della nostra società e di ascoltare e accogliere senza pregiudizi la richiesta di adolescenti che desiderano affermare la propria identità al di là dei confini del dualismo di genere.
Allo stesso tempo è necessario che le famiglie vengano adeguatamente informate e sostenute in processi di transizione e di cambiamento che non riguardano solo l’adolescente, ma che coinvolgono l’intera rete di rapporti affettivi familiari e amicali. Altrettanto necessario è anche che coloro che si occupano delle nuove realtà sociali a livello politico e legislativo siano sensibili al cambiamento e liberi da posizioni ideologiche e pregiudizi di genere.
Il Convegno su Identità e Varianza di genere in Età Evolutiva, organizzato da PESI Italia srl e l’Accademia di Psicoterapia della Famiglia (APF), vuole approfondire le trasformazioni sociali e psicoterapeutiche relative a questo tema ancora poco sviluppato nel nostro contesto.
I relatori sono esperti studiosi e clinici a livello nazionale e internazionale, i quali affrontano questo tema partendo dalle proprie esperienze e ricerche professionali al fine di comprendere come avvicinarsi ai bisogni profondi manifestati da bambini e adolescenti in maniera diversa in base alla loro fase di sviluppo psico-fisico.
Si rifletterà sulle caratteristiche della presa in carico dei singoli adolescenti con un approccio personalizzato, con interventi multidisciplinari volti a integrare discipline diverse di tipo psicologico, endocrinologico, chirurgico, socio-legale.
Verranno poi analizzati i fattori che contribuiscono alla marginalizzazione e alla discriminazione di giovani con disforia di genere nei diversi contesti di cura e di vita, con l’obiettivo di garantire il loro benessere emotivo e quello di tutti i membri della famiglia. Per questo saranno presentate testimonianze di transizione di genere.
Il professor Maurizio Andolfi apre il dibattito sul tema ancora poco sviluppato e discusso, evidenziando le trasformazioni sociali e psicoterapeutiche.
I versi di Giovanna Cristina Vivinetto si sono imposti sin da subito, nel panorama poetico italiano, come un’assoluta e dirompente novità perché è stata la prima volta in cui in poesia è stata affrontata la tematica relativa alla transessualità e alla disforia di genere. Attraverso i libri “Dolore minimo” e “Dove non siamo stati“, l’autrice propone un racconto, ispirato alla sua vicenda biografica e presentato attraverso il filtro della scrittura poetica, che fa del cambiamento il suo cardine, insieme alle trasformazioni quotidiane, ai conti che dobbiamo fare con i corpi che cambiano e continuamente diventano qualcosa di nuovo.
Se è vero che l’esperienza transessuale è un fatto limite, è anche vero che ognuno di noi va incontro nella vita a eventi che ci portano a trasformarci irrimediabilmente. E allora la poesia serve proprio a questo: a scoprirci uniti nel vincolo del corpo, nell’ansia della trasformazione, nella piccola fragilità che siamo.
Nella relazione si introducono i riferimenti teorico-clinici di base che definiscono l’identità di genere e le sue diverse declinazioni attraverso brevi esemplificazioni cliniche. La prospettiva psicoterapeutica presentata sottolinea la peculiarità del lavoro clinico multidisciplinare svolto nei diversi contesti e l’integrazione tra livello familiare ed individuale.
L’intervento e le testimonianze dirette presentate vertono su quanto l’impegno clinico, familiare e sociale che coinvolge le situazioni di giovani TGD (Transgender e Gender Diverse) siano fondanti per una presa in carico volta ad una affermazione di Sé consapevole, attenuando stigmi, sofferenza e solitudine esistenziali. La riduzione, se non l’annullamento, del Minority stress deve essere uno degli obiettivi da raggiungere (oltre a quelli riferiti alla salute globale e all’autorealizzazione) tramite il lavoro sinergico di tutte le istituzioni afferenti ai contesti di vita dei giovani. Abbiamo di fronte persone troppo giovani per fare tutto da sé e non ancora troppo vecchie per immergersi nel dolore.
Il trattamento dei bambini e adolescenti con la diagnosi di Disforia di Genere (DSM-5-TR) o Incongruenza di Genere (ICD-11) ha evocato controversie sia cliniche che culturali. Questa presentazione inizia definendo alcuni termini specifici per questa popolazione di pazienti. Vengono quindi esaminate le controversie cliniche e sociali relative alla diagnosi e al trattamento dei minori affetti da GD/GI. Vengono discussi i recenti eventi politici, legislativi e giudiziari riguardanti il trattamento dei minori transgender.
Nel quadro del modello dimensionale classico delle identità sessuali, l’intervento propone il concetto di soggettività di genere come il processo autoriflessivo tramite cui l’individuo costruisce un senso per i propri vissuti identitari nucleari, nello spazio delle relazioni e dei diversi contesti. Inoltre, è proposto un modello di identità familiare come processo circolare di costruzione relazionale delle identità dei membri della famiglia.
Alla luce di questi due modelli, si discute il caso del coming out dei figli e della presa in carico familiare del processo esplorativo e decisionale intorno all’affermazione delle identità gender variant in infanzia e adolescenza. La riflessione basata sulla pratica clinica del relatore è accompagnata da considerazioni sui principali modelli di intervento e sulle linee guida internazionali.
La non conformità di genere nell’infanzia e nell’adolescenza rappresenta ancora un tabù nonostante la dimensione del genere sia vissuta in modi sempre più creativi sin dalla giovane età. La mancanza di rappresentazioni positive e le pratiche di patologizzazione attuate dalle discipline scientifiche hanno sistematicamente escluso e silenziato le persone trans* e non binarie, privandole della possibilità di descrivere la propria esperienza del mondo.
Il contributo analizza i fattori che concorrono a mantenere la marginalizzazione delle persone trans* e non binarie nei diversi contesti di vita, soffermandosi in particolare sulle pratiche di discriminazione attuate, anche inconsapevolmente, nei contesti di cura (con messaggi invalidanti e microaggressioni) e sul ruolo di gatekeeper assunto dalle figure professionali che operano nei servizi sociosanitari, soprattutto quando hanno in carico persone di giovane età.
L’intervento si focalizza sulla gestione in ambito clinico della questione identitaria della non binarietà in età evolutiva. Al giorno d’oggi assistiamo alla crescita esponenziale di identità che valicano i confini del dualismo di genere. Spesso sono i più giovani a chiedere alle figure a vario titolo coinvolte nei percorsi di affermazione di genere (psicologi, NPI, pediatri endocrinologi, ginecologi, insegnanti, genitori) di aggiornare terminologie, di affinare strumenti di intervento, di offrire spazi di ascolto al passo con quanto da essi esperito.
Anche la WPATH, l’Associazione professionale mondiale per la salute delle persone TGD (transgender e gender diverse), riserva un capitolo specifico al non binarismo di genere nella nuova versione degli Standards of Care (SOC8) rilasciata nel settembre del 2022 e in corso di traduzione in Italia. Questo ci spinge ad assumere posizioni formate ed informate, non certo per aderire acriticamente al superamento dei confini, ma per cercare di comprendere la domanda clinica in una prospettiva libera da ideologie rigide e stereotipate.
Il Servizio per l’Adeguamento tra Identità Fisica ed Identità Psichica – SAIFIP è stato istituito nel 1992 presso la Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, come servizio di consulenza e di sostegno per le persone con “Disforia/Incongruenza di Genere” che intendono chiedere la rettificazione medico-chirurgica ed anagrafica di attribuzione di sesso.
Il Servizio si è posto, al suo nascere, come obiettivi prioritari sia la strutturazione di un protocollo che offra, all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, un intervento clinico interdisciplinare integrato (che pone attenzione a tutti gli aspetti psicologici, endocrinologici-chirurgici e socio-legali implicati nel processo di adeguamento tra identità fisica e identità psichica), sia la promozione della ricerca scientifica nell’ambito dell’identità di genere e la progettazione di attività di formazione sul tema, sviluppando altresì collegamenti nazionali e internazionali con analoghe strutture e professionisti operanti in questo ambito.
Le riflessioni, che si impostano sulla personale esperienza clinica presso il SAIFIP ormai venticinquennale, si focalizzano sulla descrizione dei possibili percorsi di transizione, sia in età adulta che in età evolutiva, presso un servizio pubblico, con l’intento di evidenziare risorse e criticità di tale specifico contesto istituzionale.
Nell’ambulatorio APEVAGE dell’Ospedale Pediatrico Burlo Garofalo, un gruppo di genitori di minori transgender ha esplorato le proprie reazioni psicologiche comuni, inclusi sentimenti di confusione, colpa e paura per il futuro. Si è discusso dell’impatto di queste sfide sul benessere familiare e si è enfatizzata l’importanza del supporto emotivo e delle informazioni accurate per i genitori.
Attraverso un approccio clinico, si è valutato il ruolo cruciale del supporto psicologico nei confronti dei genitori e le sue ricadute sulla relazione con i figli. L’utilizzo di strumenti testistici compositi e l’assistenza clinica hanno permesso di identificare variabili significative per orientare interventi futuri e sviluppare linee guida sistemiche. Questo lavoro sottolinea l’importanza di programmi di supporto psicologico mirati ai genitori di pazienti minori transgender per promuovere una crescita familiare resiliente e garantire il benessere emotivo di tutti i membri della famiglia.
Viene presentato il modello di presa in carico di famiglie con adolescenti transgender e gender diverse da parte del Family Gender Team dal 2008 ad oggi. Nel corso degli anni, il gruppo di lavoro ha rispettato la coerenza di questi fondamentali aspetti del proprio lavoro:
A partire da questi aspetti, sono messe in evidenza specificità e complessità dei processi clinici e si riflette sul ruolo e l’importanza di un modello di intervento sistemico che valorizzi il ruolo delle relazioni familiari.
Nel momento conclusivo del convegno gli esperti forniscono le risposte a dubbi e questioni emersi.
PESI Italia srl . società che gestisce Formazione Continua in Psicologia è Provider ECM n° 6888 accreditato dall’Age.Na.S. (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per la progettazione e l’erogazione dei corsi di formazioni per il personale sanitario, nell’ambito del programma di educazione continua in medicina (ECM).
Il presente corso è accreditato in FAD Asincrona.
ID Evento 418131
Crediti ECM: 10
Obiettivi formativi di sistema:
3 – Documentazione clinica. Percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza – profili di cura;
Tutte Professioni
La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 30 domande a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta. Bisogna superare almeno il 75% delle risposte.
La durata del corso è di 10 ore.
La docenza è in lingua ITALIANA.
I Corsi Ondemand sono formati da videolezioni registrate. Una volta acquistato, lo troverai disponibile nella tua Area riservata e potrai seguirlo quante volte vorrai per 12 mesi dalla data di acquisto. È fruibile da desktop, da tablet e da smartphone.
Le registrazioni dei corsi a cui ti sei iscritta/o sono elencati nella tua Area Riservata, a cui puoi accedere effettuando il login. Ciascun corso, gratuito e/o a pagamento, ti rimane accessibile per 12 mesi dalla data di registrazione, salvo differenti informazioni fornite nel programma.
L’eventuale presenza di crediti ECM, ed il relativo numero di crediti, viene indicata ad inizio pagina e nel box di iscrizione. Se presenti, all’interno del programma c’è un paragrafo “Crediti ECM” in cui poter visualizzare la data a partire dalla quale potrai effettuare il quiz ECM e la data massima entro cui riuscire a superarlo con successo. Tali informazioni e date sono riportate anche nel box di iscrizione.
Per calcolare le tempistiche di accreditamento bisogna far riferimento alla “Data di scadenza del Quiz ECM” indicata nello specifico corso di formazione, NON alla data in cui viene superato il Quiz ECM. La data di scadenza del Quiz ECM la trova indicata nella pagina del corso, sia nel box di iscrizione che nel paragrafo dedicati a Crediti ECM.
Ebbene, entro 90 giorni dalla data di scadenza del Quiz ECM dobbiamo comunicare i dati ad AGENAS. A sua volta AGENAS trasmetterà i dati al COGEAPS e solo a quel punto le risulteranno accreditati.
Mediamente, consigliamo quindi di calcolare circa 4 mesi dalla data di scadenza del Quiz ECM. Precisiamo, in ogni caso, che l’Attestato di acquisizione ECM del corso a cui ha partecipato, vale come certificazione dei crediti acquisiti.
Sì, il corso rilascia un attestato di partecipazione.
Tutti i corsi di FCP, con speaker internazionali, dispongono di traduzione in italiano. In particolare: i Corsi online e le Master Class dispongono di interpretariato simultaneo, i Corsi Ondemand dispongono di sottotitolazione e/o voice over in italiano, i Corsi residenziali – in-person – dispongono di interpretariato simultaneo o consecutivo. Tali informazioni vengono generalmente specificate sulla pagina di presentazione di ciascun corso.
La presenza di materiale extra dipende dal docente e dal corso specifico: solitamente ci sono pdf contenenti i power point del docente.
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