Intersoggettività, relazione terapeutica, caratteristiche personali del terapeuta, tecnica di intervento

In accordo con la prospettiva intersoggettivista, il terapeuta porta nell’incontro con il paziente la propria storia, la propria personalità, i propri nuclei di sofferenza psicologica.

Con i pazienti affetti da disturbi complessi di personalità, questi aspetti personali del terapeuta vengono ancora più intensamente elicitati.

Un corollario di questi assunti, confortato dalla recente letteratura, è che a fare la differenza rispetto all’esito delle terapie con questi pazienti non sono variabili connesse con il modello teorico di riferimento del terapeuta, né con il livello di aderenza del clinico al modello e di esperienza nel suo utilizzo.

Se alcune terapie “funzionano” e altre no, dipende in larga misura dalle caratteristiche personali del terapeuta.
Così intesa, l’intersoggettivitá che permea l’incontro clinico è la piattaforma di senso della relazione terapeutica.

Gli eventi della relazione (e.g., rotture, modalità attraverso cui la relazione esplica la sua funzione curativa) non possono essere compresi in un’ottica di “laboratorio”, ossia da un terapeuta incapace di comprendere esperienzialmente il proprio profondo coinvolgimento in essi; ma solo in chiave intersoggettiva, da un terapeuta che comprenda quanto sta concorrendo a determinare, insieme al paziente, ciò cui tenta di dare significato.

L’intersoggettività è anche la piattaforma della tecnica di intervento, che è prima di tutto percezione di una gerarchia di rilevanza.

Il terapeuta intersoggettivo è capace di comprendere con naturalezza e spontaneità, momento per momento, quali sono degli aspetti del qui e ora dell’incontro e del discorso che indicano dove si annida il significato psicologico più rilevante; e di formulare i suoi interventi di conseguenza, senza mai far scadere l’autenticità.

Per esempio, cosa è davvero rilevante nella transazione con un paziente con ruminazione ipocondriaca che vuole spiegare al terapeuta nel dettaglio ogni pensiero, e che cerca una rassicurazione che, pur se fornita dal terapeuta, non riesce ad attecchire in lui?

Secondo la prospettiva intersoggettiva, questo paziente ci sta dicendo che la sua è una mente isolata, autarchica, che non riesce a essere regolata dall’Altro. E l’altro, il terapeuta, potrà comprendere questo aspetto e formulare interventi incisivi solo se saprà riconoscersi in questa modalità di funzionamento, che non gli è estranea; lo riguarda tutte le volte in cui anche la sua mente funziona autarchicamente (per esempio, quando teme l’errore e il giudizio e formula interventi manualistici a cui per primo non crede).

Come cambia la relazione e la tecnica se il terapeuta è capace o meno di accedere a questo modo di sentire e pensare l’incontro clinico?

Questo webinar cercherà di rispondere a questa domanda, attraverso una serie di esemplificazioni di interazioni cliniche (videoregistrazioni di sedute e supervisioni di gruppo) e una riflessione condivisa con i colleghi iscritti.

Data e ora 

Il webinar si terrà Martedì 22 Ottobre 2024, dalle ore 18.30 alle ore 19.30

Questo webinar sarà un’occasione per conoscere il Master con certificazione internazionale in partenza a Novembre 2024:  “Disturbi di personalità . Psicopatologia, Diagnosi e Trattamento”