Tra il 2000 e il 2011 secondo un’analisi pubblicata su The Lancet Psychiatry, nel mondo in generale, si è osservato un’ aumento del numero di suicidi, circa 45.000; che potrebbe essere spiegato dalla disoccupazione
Carlos Nordt e i suoi colleghi, hanno valutato l’impatto della disoccupazione che perdura ancora oggi.
“Incrociando i dati di mortalità dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e quelli economici del Fondo Monetario Internazionale abbiamo calcolato l’effetto dei tassi di disoccupazione su quelli di suicidio in 63 paesi di quattro regioni del mondo in diverse fasce di sesso ed età”
Sottolineando che i dati raccolti mostrano un effetto simile a livello globale: tra il 2000 e il 2011 il rischio relativo di suicidio associato alla disoccupazione è aumentato del 20-30%. Rilevando una diretta correlazione tra suicidio e posto di lavoro.
Dallo studio non emergono differenze di genere o di età: uomini e donne, giovani e meno giovani sono ugualmente vulnerabili agli effetti della disoccupazione.
Secondo Roger Webb ricercatore del Centre for Mental Health and Risk dell’Università di Manchester, Regno Unito:
“È opportuno sviluppare strategie di prevenzione non solo del suicidio ma anche degli effetti negativi sulla salute della disoccupazione in tempi di stabilità economica, così come in tempi di recessione”
Questo perchè i suicidi attribuibili alla recessione globale sono probabilmente la punta dell’iceberg di una serie di conseguenze sociali e psicologiche dovute ad altri effetti economici negativi, come i redditi in calo, precarietà del lavoro, fallimenti, debiti, pignoramento della casa.
Non sono solo i comportamenti contro la persona in aumento ma stress, l’ansia, la depressione, la disperazione, l’alcolismo, la rabbia e i conflitti familiari. Come scrivevamo qualche giorno fa è stata evidenziata una relazione causa-effetto tra precarietà e aumento di prescrizioni di psicofarmaci.
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