Uno dei maggiori fattori di predizione della depressione di insorgenza adolescenziale è la storia familiare: il rischio di sviluppare una depressione è almeno 3 volte maggiore per i figli adolescenti i cui genitori hanno un disturbo depressivo maggiore (MDD) comparati ai ragazzi i cui genitori non sono mai stati depressi (Hammen & Brennan, 2003; Josefsson, Vikstrӧm, Bladh, & Sydsjӧ, 2019; Klein, Lewinsohn, Rohde, Seeley, & Olino, 2005; Lieb, Isensee, Hofler, Pfister, & Wittchen, 2002; Weissman et al., 2016).
Due aspetti predittivi
Due aspetti della storia familiare potrebbero essere particolarmente informativi per predire il rischio negli adolescenti. Il primo è la cronicità della depressione che può essere rilevante: gli adolescenti le cui madri hanno una depressione persistente sono vulnerabili alla depressione (Campbell, Morgan-Lopez, Cox, & McLoyd, 2009) e quando la depressione materna è persistente e grave, potrebbero essere a rischio di ideazione suicidaria (Hammerton, Zammit, Thapar, & Collishaw, 2016).
Perciò, potrebbe essere importante fare una differenza tra I genitori che hanno avuto un singolo episodio depressivo da coloro che hanno avuto una depressione cronica e ricorrente.
Una questione temporale
In secondo luogo, il tempismo della depressione può essere importante. Gli effetti intergenerazionali possono essere particolarmente forti quando una depressione del genitore emerge nell’infanzia o nell’adolescenza poiché c’è il rischio che segua un corso cronico (Dunn & Goodyer, 2006; McLeod, Horwood, & Fergusson, 2016; Weissman et al., 1999) e dato che, come adulti, le persone con un’insorgenza precoce di depressione sono a rischio di problemi interpersonali, comportamenti rischiosi per la salute, e comportamenti antisociali, questo aumenta il rischio di depressione nei figli (Wilson, Hicks, Foster, McGue, & Iacono, 2015).
Gli effetti della trasmissione intergenerazionale
Sebbene la depressione sia più comune nelle donne che negli uomini, si stima che il 21% dei padri viva un episodio di depressione entro i 12 anni dei figli (Dave, Petersen, Sherr, & Nazareth, 2010). Alcuni studi hanno scoperto che il rischio adolescenziale per una MDD è elevato se i genitori hanno una storia di MDD (Jacobs, Talati, Wickramaratne, & Warner, 2015; Lieb et al., 2002; Mikkonen, Moustgaard, Remes, & Martikainen, 2016; Pearson et al., 2013).
Altri dimostrano che la depressione paterna è meno fortemente associata con la MDD negli adolescenti rispetto alla depressione materna (Brennan, Hammen, Katz, & Le Brocque, 2002; Klein et al., 2005; Low et al., 2012). Infine, diversi studi – inclusa una meta-analisi di 193 studi – hanno mostrato che le ragazze sono più vulnerabili dei ragazzi alla depressione del genitore (Goodman et al., 2011).
L’attuale studio
Abbiamo effettuato uno studio longitudinale prospettico su due generazioni, per testare se la trasmissione intergenerazionale della depressione varia quando i genitori diventano depressi. Dato che la depressione materna non è associata specificatamente con psicopatologie della progenie (Goodman et al., 2011), abbiamo testato se la depressione genitoriale fosse associata con altre forme di disturbi adolescenziali.
Infine, il nostro studio ha fornito una rara opportunità di esaminare le differenze generazionali nella depressione tra gli adolescenti neozelandesi comparando genitori e figli alla stessa età, valutati con lo stesso strumento in diversi momenti temporali. L’età di 15 anni segnala l’inizio del periodo dell’adolescenza in cui i tassi di depressione aumentano (Hankin et al., 1998).
Metodi
Il Dunedin Multidisciplinary Health and Development Study è un’indagine longitudinale (Poulton et al., 2015). I membri dello studio sono nati a Dunedin, Nuova Zelanda, tra Aprile 1972 e Marzo 1973.
1037 bambini hanno partecipato al primo follow-up di 3 anni, che ha costituito il campione di base per il resto dello studio. Le valutazioni successive sono avvenute all’età di 5, 7, 9, 11, 13, 15, 18, 21, 26, 32, 28 e 45 anni con tassi di mantenimento oltre il 90%.
Next Generation Study
Dal 2007, il Next Generation Study ha valutato i figli biologici e non biologici dai 15 ai 17 anni dei membri del Dunedin Study (Poulton et al., 2015; Sligo, Roth- stein, Salter, & Hancox, 2009).
Il Next Generation Study invita gli adolescenti e i loro caregiver principali (che possono o non essere membri del Dunedin Study) a una valutazione multidisciplinare, che replica in vasta scala la valutazione del Dunedin Study a cui avevano partecipato i loro genitori all’età di 15 anni (Sligo et al., 2009). I caregiver non principali hanno partecipato al Next Generation Study attraverso un’intervista telefonica.
I Disturbi Depressivi in Adolescenza. Riconoscerli e trattarli
Il campione
Al momento dell’analisi, 375 membri del Dunedin Study avevano avuto almeno un figlio che è stato disposto a partecipare al Next Generation (88% dei quali è stato ritenuto elegibile).
I membri del Dunedin Study avevano dai 18 ai 32 anni quando il loro primo figlio partecipante al Next Generation è nato. Tra i partecipanti allo studio, il 91% si è identificato come neozelandese europeo, il 16% come Maori, il 5% come etnia pacifica, e il 13% come altre etnie.
Depressione nei membri del Dunedin Study
All’età di 11, 13 e 15 anni, i membri del Dunedin Study hanno ricevuto il Diagnostic Interview Schedule for Children (DISC) (Costello, Edelbrock, Kalas, Kessler, & Klaric, 1982).
All’età di 18, 21, 26, 32 e 38 anni, I membri dello studio hanno ricevuto il Diagnostic Interview Schedule (DIS) (Robins, Cottler, Bucholz, & Compton, 1995). Gli intervistatori erano all’oscuro della storia psichiatrica dei membri.
Abbiamo derivato due misure per la depressione dei partecipanti: essere depressi in un determinato periodo di tempo; essere depressi cronicamente. L’età all’esordio è stata definita come infanzia/adolescenza (età 11, 13, 15 o 18 anni) o età adulta (età 21, 26, 32 o 38 anni).
Salute mentale nella generazione successiva
I dati sul disturbo depressivo maggiore (MDD), sul disturbo d’ansia generalizzato (GAD), sul disturbo della condotta (CD) e sul disturbo da deficit di attenzione/ iperattività (ADHD) sono stati raccolti tramite una versione computerizzata del DISC-IV (Shaffer, Fisher, Lucas, & Comer, 2007).
Depressione nei membri non appartenenti al Dunedin Study
Ai caregiver che non erano membri dello studio Dunedin (n = 394; l’89% dei quali erano genitori biologici) sono state poste domande selezionate dal DIS (Robins et al., 1995) per stabilire se avessero mai ricevuto una diagnosi di depressione.
Comorbidità con la depressione
Tra i membri dello studio con qualsiasi storia di MDD, il 13% non ha mai soddisfatto i criteri per un altro disturbo e il numero medio di altri disturbi è stato di 2,96 . Tra i membri dello studio senza una storia di MDD, il 30% non ha mai soddisfatto i criteri per un altro disturbo e il numero medio di altri disturbi è stato 1,36.
Risultati
C’è un’associazione tra la depressione dei genitori e quella figli adolescenti?
Gli adolescenti i cui genitori hanno avuto due o più episodi di depressione hanno avuto significativamente più sintomi di depressione degli adolescenti i cui genitori non hanno mai riscontrato criteri per la MDD. Al contrario, coloro i cui genitori soddisfacevano i criteri di MDD in un solo momento, non erano ad elevato rischio di depressione.
Inoltre, gli adolescenti i cui genitori erano stati precedentemente depressi nell’adolescenza o nell’infanzia avevano più sintomi di depressione dei ragazzi i cui genitori non erano mai stati depressi.
L’effetto della trasmissione intergenerazionale varia in base al sesso?
L’effetto intergenerazionale non variava generalmente in funzione del sesso del genitore o della prole.
Abbiamo anche testato se avere due genitori depressi moderasse la forza della trasmissione intergenerazionale, ma avere un secondo genitore depresso non ha rafforzato ulteriormente il rischio di depressione dei figli.
La prevalenza della depressione è cambiata di generazione in generazione?
Tra i membri del Dunedin Study che hanno partecipato allo Studio Next Generation (come genitori), il 3,9% ha soddisfatto i criteri del precedente DSM-III per un episodio depressivo maggiore quando avevano 15 anni. Al contrario, il 9,6% dei loro figli ha soddisfatto i criteri DSM-IV per la MDD alla stessa età.
Le differenze generazionali incrociate nei tassi di prevalenza erano maggiori per le ragazze (3,9% nella generazione dei genitori vs. 15% nella generazione dei figli) che per i ragazzi (3,9% nella generazione dei genitori vs. 5,0% nella generazione dei figli).
Discussione
Gli adolescenti i cui genitori sono diventati depressi per la prima volta durante l’infanzia o l’adolescenza e gli adolescenti i cui genitori soddisfacevano i criteri per la depressione due o più volte entro i 38 anni, avevano più sintomi di depressione rispetto agli adolescenti i cui genitori non erano mai stati depressi. Questi effetti di trasmissione intergenerazionale generalmente non variavano in funzione del sesso dell’adolescente o del genitore.
Gli adolescenti la cui depressione dei genitori era allo stesso tempo emergente e persistente erano un gruppo particolarmente vulnerabile, con un aumento del rischio di depressione stessa.
Ulteriori evidenze
Coerente con una letteratura (Connell & Goodman, 2002; Swales et al., 2020; Thapa, Selya, & Jonk, 2017), la depressione genitoriale ricorrente era associata a problemi di condotta della prole adolescenziale e ad aumentati sintomi di ADHD.
Implicazioni per la pratica
Sebbene la prevenzione e il trattamento della depressione materna siano una priorità della salute pubblica in molti paesi (Bauer, Parsonage, Knapp, Iemmi e Adelaja, 2014; Curry et al., 2019; Organizzazione Mondiale della Sanità, 2015), la depressione paterna ha ha ricevuto relativamente poca attenzione.
I nostri risultati evidenziano che la depressione paterna e/o materna che emerge prima dell’età adulta e si ripresenta nel tempo espone gli adolescenti a un rischio maggiore di depressione e problemi di condotta. Il trattamento efficace della depressione – in particolare la depressione che emerge prima dell’età adulta – avrebbe effetti positivi personali e potrebbe plausibilmente contribuire a ridurre la trasmissione del rischio di depressione tra le generazioni.
I limiti delo studio
Lo studio ha diversi limiti dati da studi precedenti, in particolare quelli che coinvolgono i padri, che si basano su scale dei sintomi o deducono la depressione dai registri delle prescrizioni (Mikkonen et al., 2016).
Abbiamo utilizzato informazioni raccolte in modo prospettico sui disturbi della salute mentale utilizzando criteri diagnostici standard del DSM, con tassi di partecipazione molto elevati tra due generazioni. Tuttavia, i partecipanti allo studio Next Generation non sono rappresentativi di tutti i bambini nati dai membri dello studio Dunedin, perché molti dei loro figli non erano ancora abbastanza grandi per partecipare.
Altre limitazioni riguardano le misure di depressione. Ai genitori che non facevano parte dello studio Dunedin è stato somministrato solo un breve questionario sui sintomi della depressione nel corso della vita. Tali questionari retrospettivi non sono ottimali per testare ipotesi sugli effetti additivi e non additivi della depressione genitoriale sugli esiti della prole.
Conclusioni
La nostra ricerca fornisce nuove informazioni sugli effetti intergenerazionali della salute mentale dei genitori sulla salute mentale dei figli. Quando si lavora con i dati della storia familiare, gli operatori sanitari dovrebbero riconoscere l’importanza di chiarire i dettagli sul fatto che la storia del disturbo di un genitore fosse persistente o ricorrente e quando nel corso della vita i sintomi siano emersi.
Un sostegno e un trattamento efficaci per chi soffre di depressione ridurrebbe l’onere della sofferenza vissuta e sosterrebbe anche il benessere delle generazioni future, una scoperta che sottolinea l’importanza di cure primarie accessibili e servizi specializzati di salute mentale. Sono infine necessarie ulteriori ricerche per capire come i padri depressi trasmettano il rischio di depressione ai loro figli.
Liberamente tradotto e adattato.
Fonte: Jaffee, S. R., Sligo, J. L., McAnally, H. M., Bolton, A. E., Baxter, J. M., & Hancox, R. J. (2021). Early‐onset and recurrent depression in parents increases risk of intergenerational transmission to adolescent offspring. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 62(8), 979-988. https:// dunedinstudy.otago.ac.nz/f iles/ 1610495099121.pdf