I disturbi specifici dell’apprendimento rappresentano una condizione clinica evolutiva di difficoltà nella lettura, scrittura e nel calcolo, che si manifestano, in genere, con l’inizio della scolarizzazione. Vengono definiti evolutivi poiché, seppur perdurano nel tempo, tendono a migliorare spontaneamente (Campanini et al. 2010).
Disturbi specifici dell’apprendimento, quando vengono diagnosticati
Studi e ricerche sul tema dei DSA, si concentrano principalmente durante la prima fase della scolarizzazione. Infatti, è durante la scuola primaria che iniziano a manifestarsi le prime difficoltà di apprendimento, tuttavia esse possono emergere anche nella fase dell’adolescenza avanzata.
Risultano, invece, pochi elementi di studio per ciò che avviene nei soggetti con DSA negli anni scolastici successivi, ovvero durante la scuola secondaria di secondo grado e durante l’università.
L’interesse per i DSA negli adolescenti e negli adulti è soprattutto motivata dall’alto numero di casi individuati annualmente. Tale cifra si prevede sia in costante aumento, così come accresce il numero di soggetti con DSA che prosegue la carriera scolastica fino agli studi accademici.
Studi sui disturbi dell’apprendimento sugli adolescenti e sugli adulti
Nella letteratura, diversi studi, tra cui quelli di Stella e Tintoni (2007) e di Cornoldi e Carretti (2017), evidenziano come i soggetti con dislessia con l’avanzare dell’età riescono ad aumentare la velocità di lettura. Questo dato appare differente se si relazionano le persone dislessiche con i normolettori: i miglioramenti riscontrati nei dislessici, infatti, in termini di velocità, risultano comunque inferiori rispetto a individui privi di difficoltà. Questo dimostra che il disturbo tende a permanere e a cronicizzarsi nel corso della vita.
Anche ulteriori approfondimenti di Lami e collaboratori (2008) dimostrano che la lettura negli individui adulti con dislessia diventa più veloce. Tuttavia, viene sottolineato che le abilità di elaborazione fonologica in età adulta risultano ancora compromesse.
Nella valutazione degli adulti DSA, la Consensus Conference (2021) raccomanda, ai fini della diagnosi di dislessia nei dislessici adulti, di ricorrere, soprattutto, alla prova lettura di non-parole. Sulla base di studi condotti sia su lingue opache sia trasparenti, la prova di lettura di non-parole è risultata particolarmente rilevante per dislessici adulti e/o compensati.
I protocolli valutativi classici per l’età evolutiva potrebbero non essere idonei a evidenziare il disturbo. Per ovviare a questa problematicità, esistono appositi strumenti di valutazione dei DSA per gli adolescenti e per gli adulti che offrono l’opportunità di favorire l’adozione di strumenti compensativi e dispensativi utili a dare una risposta positiva al diritto allo studio.
Test per la valutazione per adolescenti e giovani adulti
Per la valutazione delle abilità di lettura, scrittura e comprensione del testo in adolescenti e giovani adulti è possibile utilizzare alcune batterie, tra cui:
- BDA 16-30 (Ciuffo et al., 2018)
- LSC-SUA (Cornoldi et al., 2020)
- Prove MT Avanzate-3 (Cornoldi et al., 2017)
- MT 16-19 (Cornoldi e Candela, 2014)
- VALS (De Cagno et al., 2014)
Autrice articolo: Silvia Bassi
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Bibliografia utile
Genovese E., Ghidoni E., Guaraldi G., Stella G. (2012), Dislessia nei giovani adulti, Erickson, Trento.
Kemp N., Parrila R.K., Kirby J.R. (2009), «Phonological and Orthographic Spelling in HighFunctioning Adult Dyslexics», Dyslexia, 15, 105-128.
Lami L., Palmieri A., Solimando M.C., Pizzoli C. (2008), «Evoluzione del profilo di lettura nella dislessia. Studio longitudinale su un gruppo di dislessici divenuti giovani adulti», Dislessia, 5, 7-17.
Re A.M., Lucangeli D., Arslan E., Cornoldi C. (2010), «La dislessia negli studenti dislessici universitari», Psicologia Clinica dello Sviluppo, 14, 505-509
Stella G., Tintoni C. (2007), «Indagine e rilevazione sulle abilità di lettura nelle scuole secondarie di secondo grado», Dislessia, 4 (3), 271-285.