Videointervista a Massimo Recalcati sul tema del colloquio clinico.
Molte volte si confonde l’attitudine al colloquio clinico con una capacità genericamente empatia, una capacità di “sentire” l’altro, di accoglierlo con un atto di inutile condivisione, che cerca di emulare un’amicizia senza riuscire a raggiungerne la spontaneità e la gratuità.
Essere psicologo ancora per molti rappresenta più una qualificazione personale che una competenza tecnica. Essere psicologo è come essere buoni, o accoglienti, o intuitivi; è questo grave errore di fondo alla base di un colloquio clinico che manchi nelle premesse, negli strumenti, negli obiettivi.
Il colloquio, la capacità del clinico di onorare la parola del paziente, di valorizzare il proprio cliente nella sua irripetibile particolarità è ciò che consente al clinico non già di incasellare il paziente in una categoria astratta, ma di definire un progetto di conoscenza o di cura che si adatti a quel particolare discorso, non identico a nessun altro.
Diagnosi differenziale, colloquio di cura e strutture soggettive, con Massimo Recalcati
0 thoughts on “Il colloquio clinico secondo Massimo Recalcati”
Giorgia says:
Affascinante sentirlo!
Luisa Lucia says:
Lucia, ogni parola che dice e’ sacrosanta, messa insieme ad altre, altrettanto sacrosante, apre la mente alla comprensione del concetto che vuole trasmettere. Grazie. Dott. Recalcati
Patrizia says:
Ogni volta che ascolto un intervento del prof.Recalcati, non posso fare altro che ringraziare.