Il colloquio con l’atleta

Dottoressa Roberta Cappelluti, nata a Roma il 04/05/1989. Laureata dal 2012 in Psicologia dinamico-clinica dell'infanzia, dell'adolescenza e della famiglia, dal 2018 lavora presso il Ministero della S...
colloquio atleta

Fare il punto della situazione, favorire la relazione fra il mister e l’atleta, sviluppare capacità di riflessione e le competenze individuali dello sportivo sono fattori importantissimi ed è attraverso il colloquio che possono essere pianificati. I colloqui individuali con gli atleti sono importanti in quanto servono a favorire la comunicazione.

 

Il colloquio con l’atleta e le nuove tecnologie

Ultimamente l’avvento delle nuove tecnologie (Social Network e Social Media ecc..) ha ampliato la possibilità di utilizzare differenti strumenti per organizzare un colloquio, soprattutto in questo ultimo periodo nel quale è stata privilegiata come modalità di incontro, quella “virtuale”, per evitare l’esposizione fisica al fattore Covid19. Una tecnica che se non fosse stata inventata avrebbe portato all’isolamento totale della popolazione e all’impossibilità di ricercare oggi aiuto anche se attraverso uno schermo.

Personalmente resto favorevole a sviluppare le tradizionali tecniche di colloqui “face to face” lasciando la tecnologia solo a situazioni come questa, di non possibilità o emergenza nel dover gestire una programmazione particolare.

 

Il colloquio con l’atleta: aspetti fondamentali

Nel caso specifico dell’ambiente sportivo il colloquio si basa su quattro punti fondamentali:

  1. L’instaurazione di una relazione di fiducia con l’atleta;
  2. L’individuazione del nucleo del problema portato dall’atleta;
  3. L’analisi delle potenzialità e degli ostacoli;
  4. La pianificazione e la verifica del piano d’azione.

 

Le domande più efficaci nel colloquio con l’atleta

 È importante che le domande non siano in alcun modo giudicanti, altrimenti il rischio è che non ci si riesca a muovere verso nuove prospettive. Le domande più efficaci cominciano con parole che mirano a quantificare e raccogliere fatti, di conseguenza il cuore del colloquio psicologico è rappresentato da domande adeguate per strutturare il colloquio stesso come per esempio:

  1. Qual è il tuo obiettivo?
  2. Come farai a sapere che questo obiettivo è stato raggiunto?
  3. Cosa te lo impedisce?
  4. Qual è il primo passo che puoi fare per superare questo ostacolo?
  5. Puoi farlo da domani?

Queste domande servono ad individuare il potenziale di un atleta.

 

Il colloquio con l’atleta: definizione degli obiettivi

Un passo fondamentale per arrivare al successo è quello di programmare un’adeguata strategia per definire gli obiettivi.

Gli obiettivi si distinguono in obiettivi di risultato che sono legati prettamente all’esito finale della gara o di una stagione e obiettivi di performance, i quali dipendono dalla propria prestazione (raggiungere il proprio record personale). A differenza degli obiettivi risultato, gli obiettivi di performance tendono ad essere più flessibili e sono sotto il nostro controllo poiché riguardano le nostre azioni.

Gli obiettivi di performance dell’atleta

Coloro che si pongono obiettivi di performance di tipo costruttivo hanno minore ansia, più fiducia in sé stessi ed il risultato finale è quello di arrivare a una performance migliore rispetto agli standard abituali. Un colloquio strutturato ci serve proprio per chiedere all’atleta quali obiettivi vuole raggiungere sia a breve che a lungo termine.

In questa fase le domande indirizzano il focus dello sportivo sul miglioramento della sua performance ed in questo modo lo psicologo sviluppa la prefigurazione del futuro da parte dell’atleta. Oltre alla tempistica per il raggiungimento di un elevato livello prestativo occorre anche stabilire obiettivi realistici che però portino ad un livello più alto le sue capacità.

 

Il focus del colloquio con l’atleta

Di conseguenza il focus del colloquio dovrà curare i seguenti aspetti:

  • Fisico: tutto quello che riguarda la strutturazione del piano di allenamento;
  • Mentale: aumento della concentrazione, controllo della respirazione, dialogo con il proprio corpo (es. “adesso io ci provo”);
  • Tecnico: tutti i movimenti e gesti tipici della disciplina.

Ognuno di questi aspetti ha come riferimento una trilogia di ruoli; il preparatore fisico per l’aspetto fisico, lo psicologo per quello mentale e l’allenatore per quanto concerne l’aspetto tecnico. 

 

Il modello SMART+ER per la definizione degli obiettivi dell’atleta

Nella definizione degli obiettivi esiste un modello efficace da seguire, il modello SMART+ER:

  • Specific (specifici): gli obiettivi devono essere specifici e chiari;
  • Measurable (misurabile): più è quantificabile e più facile sarà capire se gli obiettivi sono stati raggiunti;
  • Attainable (accessibili): possibili da raggiungere;
  • Relevant (rilevante): l’obiettivo deve essere importante e una fonte di motivazione per l’atleta, non troppo facile da raggiungere;
  • Time-bounded (legati al tempo): definire le tempistiche in cui si vogliono raggiungere gli obiettivi desiderati.
  • Exciting (eccitante): provocare entusiasmo ed eccitazione, per incrementare la motivazione;
  • Recorded (registrato): è importante che l’impegno vada annotato in modo che diventi visibile nella mente.

 

E se si lavora con bambini?

Nel caso in cui si lavori con i bambini è importante che sia l’allenatore a stabilire gli obiettivi in base alle abilità individuali e alle attitudini, ponendo obiettivi sempre più soddisfacenti e permettendo di sfidare i propri limiti e le proprie capacità, per imparare a motivare non solo in caso di vittoria ma anche di sconfitta.

 

Il consiglio dell’esperta

Programmare rappresenta il punto di partenza e deve rappresentare uno strumento di crescita personale e conoscenza di sé, il segreto è riuscire a sviluppare le proprie potenzialità e migliorare il proprio dialogo interiore.

 

David B. Peterson, (2016). The Wiley-Blackwell Handbook of the Psychology of Coaching and Mentor, John Wiley & Sons Inc.

Mihaly Csikszentmihalyi, Philip Latter, Christine Weinkauff Duranso, (2017). Running Flow: Tecniche mentali per correre più velocemente, FS Edizioni, Milano.

The European Mentoring and Coaching Council co-Founded by Sir John Whitmore.

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