Inside Out, ovvero cosa ci passa per testa?

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Inside Out lo stavamo aspettando tutti, genitori, bambini, educatori e anche noi psicologi.

Divertimento, avventura, ma c’è di più, i creatori mettono in scena le emozioni, danno modo al pubblico di comprendere come agiscono in noi, e quanto loro siano importanti.

Riley è appena nata e nella mente della piccola compare un’emozione: Gioia, ma 33 secondi dopo ecco nascere un’altra emozione: Tristezza. Con il passare del tempo, la mente di Riley si affolla sempre di più fino ad arrivare a cinque emozioni, le cinque emozioni primarie:

  • Gioia, che garantisce la felicità di Riley
  • Tristezza, garantisce che gli altri si accorgano dei bisogni della piccola
  • Disgusto, evita che Riley venga avvelenata fisicamente e socialmente
  • Rabbia, è necessaria a garantire la giustizia della piccola
  • Paura, fa si che la piccola sia sempre al sicuro

Al centro di tutto c’è il Quartiere Generale che è il centro di controllo dove le emozioni lavorano per prendersi cura dell’undicenne Riley. Circondato da scaffali di memoria a lungo termine, sospeso sopra le isole della personalità e la terra dell’immaginazione.

Questo film aiuta bambini e genitori a comprendere come le emozioni guidano ogni giorno le nostre azioni, e a conoscere meglio i propri stati d’animo.

Un atto psico-educativo certamente non da poco. Il riconoscimento di questo legame “emozioni-azione” è di estrema rilevanza, ed il suo ruolo viene riconosciuto alla base di alcuni disturbi di ansia. Quello che pensiamo è il risultato di come ci sentiamo emotivamente e di come agiamo.

In maniera semplice ed efficace viene posta l’attenzione sull’importanza delle emozioni nella percezione del mondo, nei ricordi, nella personalità. Le emozioni rivestono un ruolo cruciale nel meccanismo di percezione ed organizzazione delle informazioni, e quindi dei ricordi. Non a caso, il Quartier Generale all’interno della mente di Riley è organizzato in scaffali che custodiscono tutti i ricordi sotto forma di sfere colorate, dalla sua nascita fino all’età di 11 anni. Ogni ricordo ha il colore dell’emozione che lo caratterizza.

Molti studi mostrano come le emozioni riescano a modellare come noi percepiamo il mondo e come noi agiamo in esso. Ogni nostro ricordo è legato ad un emozione, così nel film quando Gioia e Tristezza vanno via e con loro i “ricordi base”, piano piano scompaiono anche le isole della personalità.

Qui, delicatamente, viene espresso come attraverso un cambiamento tutta la nostra vita può cambiare. E il modo in cui lo affrontiamo segna non solo il nostro futuro ma anche i ricordi del passato. Una dolce melodia ascoltata con una persona cara che non c’è più, può trasformarsi da un dolce ricordo in un ricordo doloroso.

Tutti i giorni facciamo valutazioni rispetto a ciò che ci accade, e rispondiamo in modo selettivo a seconda delle valutazioni fatte: pericolo, ricompensa. A seconda di come viene valutato l’ambiente differenziamo un’emozione. Per cui non solo l’ambiente influenza le emozioni, ma anche come noi valutiamo ciò che accade.

Il rapporto tra emozioni e azione è bidirezionale e si influenzano a vicenda. Come valutiamo un evento genera l’emozione, che influenza il modo in cui rispondiamo, che a sua volta riesce a modificare la persona e la situazione. E questo è ben descritto nel film.

Noi siamo in continuo cambiamento, i nostri mondi cadono perché sulle loro ceneri possano rinascerne altri.

Ma la vera star del film è tristezza. Allontanata soprattutto da Gioia che vuole un mondo perfetto e felice per la sua Riley, non permette a Tristezza di toccare nessun ricordo, fino ad arrivare a cercare di eliminare un ricordo base, legato al trasferimento a San Francisco.

Tristezza vede il mondo da una prospettiva diversa: accasciata a terra, piange spesso, perchè piangere “la tranquillizza, la fissa sulla gravità dei problemi della vita”.

Ma il film trasmette qualcosa di completamente diverso: la sua tristezza finisce per essere “Attivatore di crescita“. Quando le emozioni sono in pericolo di perdersi nei corridoi infiniti della memoria a lungo termine, è Tristezza che suggerisce vie “una bella metafora che suggerisce quanto sia importante la tristezza per la nostra comprensione di chi siamo”.

Ed è grazie a Tristezza che Riley sarà pronta a ripartire!

“Lei ha bisogno di tristezza per sentire la mancanza dei genitori, vero mamma?” Già la mia piccola aveva capito tutto del film.

 

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