L’accettazione del lutto comprende da un lato le reazioni all’evento perdita e dall’altro la risoluzione (adattamento) e quindi la diminuzione della sofferenza causata dalla perdita stessa.
Il lutto, infatti, viene definito come una risposta naturale e fisiologica a qualsiasi situazione in cui la persona sperimenta un distacco doloroso e definitivo da qualcuno o da qualcosa di importante, non solo la morte quindi ma anche il divorzio o la rottura di un rapporto, la perdita di un lavoro, la morte di un animale domestico, ecc.
La maggior parte delle persone in lutto non va incontro a complicazioni: nella grande parte dei casi è un evento doloroso, ma almeno la metà delle persone raggiunge uno stato di accettazione e completa resilienza.
L’evidenza clinica e gli studi seguenti hanno evidenziato un numero di soggetti per i quali l’elaborazione del lutto subisce una sorta di blocco, e non evolve verso la risoluzione che solitamente si esplica nell’arco temporale di 6-12 mesi (fino a 24 per Parker e Weiss), ma perdurando praticamente immodificata anche per anni.
Gli studi epidemiologici che hanno esaminato la prevalenza del lutto complicato sono pochi e presentano dati eterogenei. La prevalenza evidenziata sulla popolazione generale varia tra il 3,7% e il 4,8%. La prevalenza studiata su popolazioni specifiche quali quelle costituite da soggetti in lutto mette in evidenza percentuali variabili tra il 10%, il 20% e il 25% .Questi quadri configurano una nuova entità clinica recentemente definita lutto patologico o complicato che può essere definito come una forma di lutto nel quale i sintomi della fase acuta sono amplificati.
Il lutto complicato si caratterizza per una ruminazione eccessiva su aspetti, anche marginali, relativi alle possibili cause, circostanze e conseguenze del decesso. I processi emotivi sono caratterizzati da sentimenti a valenza negativa (invidia, colpa, amarezza, rabbia) solo raramente interrotti da sentimenti a valenza positiva che, quando presenti, attivano vissuti di colpa.
Fra i sintomi che il soggetto può riferire ci sono:
- un persistente desiderio o nostalgia della persona deceduta
- tristezza o dolore emotivo a seguito della perdita
- ricordi dolorosi del deceduto
- preoccupazione per il deceduto
- preoccupazione per le circostanze della morte
- valutazione negativa di sé rispetto al deceduto o alla morte
Inoltre i soggetti esprimono il desiderio di morire per essere vicini alla persona che è morta, possono non avere fiducia negli altri, sentirsi isolati e credere che la vita senza il deceduto non abbia alcun senso o scopo, avere difficoltà nell’impegnarsi nelle attività, nelle relazioni interpersonali o nel fare piani per il futuro.
Secondo il DSM 5 la prevalenza del disturbo da lutto persistente e complicato si attesta approssimativamente tra il 2,4 e il 4,8% della popolazione.
Tra i fattori di rischio connessi alle variabili del soggetto, si ritiene siano più esposte persone di genere femminile, con pregressa diagnosi per disturbi psichici, soprattutto d’ansia/umore, e con abuso di alcol o droghe.
Il DSM-5 ha in parte accolto le evidenze sul Lutto Complicato, evidenziando la criticità attorno al riconoscimento di questo disturbo come entità clinica autonoma, inserendolo con il nome di Persistent Complex Bereavement Disorder all’interno dei disturbi tuttora da indagare.
Se ad oggi non c’è accordo in letteratura sull’autonomia del Lutto Complicato, ancora più difficile è definirne il trattamento adeguato.
Il lutto non si risolve mai del tutto (per questo ancora oggi non c’è accordo sul termine accettazione), ma muta nel tempo permettendo alla maggior parte delle persone di adattarsi e ottenere un lutto integrato.
Questo può accadere perché disponiamo di meccanismi innati, che fanno parte del sistema di attaccamento, per riprendersi dal lutto conseguente alla perdita di una persona cara. L’accettazione della perdita è un processo di disinvestimento e abbandono degli scopi irrimediabilmente compromessi e recupero di quelli ancora perseguibili, per cui vengono inibite tutte le condotte orientate allo scopo compromesso e si avvia un processo di “implemetazione” di nuove condotte per perseguire scopi ancora realizzabili.
Per una risoluzione positiva del processo di elaborazione del lutto è necessario un adeguato controllo delle emozioni e avere un rete di sostegno che aiuti ad avviare il processo di superamento del lutto. Questo è ancora più importante nel Lutto complicato dove il processo di elaborazione del lutto è in fase di stallo, e per rimetterlo in moto è necessario che il soggetto sia affiancato da qualcuno che possa stimolarlo all’auto-osservazione e alla riflessione, che sia in grado di affrontare assieme a lui i problemi della perdita e del suo superamento e sappia favorire lo sviluppo di emozioni positive.
La letteratura è concorde nell’affermare come una sostegno psicologico mirato costituisca l’intervento ideale per il Lutto Complicato.
Le indicazioni per l’intervento comprendono intensi e persistenti sintomi come precedentemente descritti, rilevante compromissione del funzionamento, pensieri e comportamenti suicidari.
Elementi utili nel trattamento del disturbo complicato sono:
- Conoscere il lutto complicato e come viene trattato
- Esplorare le reazioni al lutto, i sintomi del lutto complicato, meccanismi di adattamento alla perdita e le possibilità di ridefinire gli scopi di vita.
- Sperimentare conversazioni immaginate (attraverso diverse tecniche) con la persona amata
- La narrazione circostanze della morte
- Esplorazione ed elaborazione dei pensieri e delle emozioni
- Implementare le strategie di coping
- Ridurre i sentimenti di colpa
Bibliografia
Carmassi et al., Il lutto complicato nell’era del DSM-5 Complicated Grief in DSM-5; Riv Psichiatr 2016; 51(6): 231-237
Rando TA. The increasing prevalence of complicated mourning: the onslaught is just beginning. Omega 1992; 26: 43-59
Parkes J. Bereavement: studies of grief in adult life. London: Tavistock, 1972
Dall’Osso editoridale: Dal lutto complicato (Complicated Grief) al Persistent Complex Bereavement Disorder From Complicated Grief to Persistent Complex Bereavement Disorder, Journal of Psychopathology
Perdighe C., Mancini F., 2010. Il lutto: dai miti agli interventi di facilitazione dell’accettazione. Psicobiettivo, XXX, 3 pp. 127-146
One thought on “Lutto complicato e accettazione del lutto”
Valentina Porcu says:
Concordo con la collega in merito al fatto che il lutto non si risolve mai del tutto, anzi penso che che in realtà non ci sia né una risoluzione, né un’elaborazione, quanto piuttosto una forma di rassegnazione, di adattamento e di accettazione della perdita, in tempi molto lunghi. L’esperienza clinica con i miei pazienti mi porta a pensare che la terapia è importante per riuscire ad aiutarli ad elaborare le emozioni che stanno intorno al lutto.
Parafrasando una mia paziente: “Ciò che non posso fare con te, lo farò per te”.
Grazie della condivisione.
Valentina Porcu