Marilyn Monroe o Albert Einstein?

Guardando questa immagine, la maggior parte di noi vedrà il volto di Einstein.

Questo classica illusione ottica è stata creata dai ricercatori del MIT(Massachusets Istitute of Technology) dalla sovrapposizione di una foto sfocata di Marilyn Monroe su una foto di Albert Einstein disegnato in linee sottili. Caratteristiche con un’alta frequenza spaziale (Einstein) sono visibili solo quando si sta visualizzando l’immagine da vicino, quelli con basse frequenze spaziali (Monroe) sono visibili solo da lontano.

Combinando le immagini dei due, si produce una singola immagine che cambia quando l’utente si sposta più vicino o più lontano dallo schermo.

A seconda di quanto si è in grado di mettere a fuoco, l’occhio sarà in grado di vedere dettagli. Da vicino, siamo generalmente in grado di raccogliere i dettagli più fini come i baffi e le rughe di Einstein, ma all’aumentare della distanza, o se la vostra visione è povera si crea un’immagine più sfocata, e la possibilità di raccogliere informazioni svanisce. Mentre da lontano si riescono a vedere solo caratteristiche generali, come la forma della bocca, naso e capelli, quindi Marilyn.

Attraverso questo test il gruppo del dottor Oliva ha affermato che queste immagini rivelano non solo problemi di vista, ma ci chiarisce anche meglio, come il cervello elabora le informazioni.

In uno studio, ai partecipanti venivano mostrate immagini ibride per 30 ms, veniva riconosciuta solo la bassa risoluzione spaziale, o la componente sfocata dell’immagine. Ma quando le immagini venivamo mostrate per 150 ms, i partecipanti riconoscevano solo l’immagine  in alta risoluzione spaziale. In un test indipendente, sono stati mostrati i volti tristi in alta risoluzione spaziale e volti arrabbiati in bassa risoluzione spaziale. Avevano sovrapposto immagini utilizzando sia volti maschili che femminili.Quando veniva visualizzata per 50 ms, i partecipanti riuscivano a vedere sempre una faccia arrabbiata, ma non erano in grado di individuare il sesso della persona nella foto.

illusione-ottica-mit

Secondo il dottor Oliva:

“questo dimostra che il nostro cervello discrimina in alcune occasioni tra vari accurati dettagli. L’elaborazione del cervello dei dettagli avviene leggermente più tardi.”

Il nostro cervello valuta le immagini nel loro insieme, senza soffermarsi subito su ogni singolo particolare. Queste scoperte, possono essere anche utili in ambiti non propriamente medici, come quelli della pubblicità o del design.

 

Bibliografia

How Good Is Your Eyesight? – Digg

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