Gli individui con malattie mentali gravi (SMI; NIMH, 2017; NREPP, 2016) hanno tassi più elevati di condizioni mediche croniche e un’aspettativa di vita di 10-20 anni inferiore rispetto alla popolazione generale (Liu et al., 2017). Le malattie cardiovascolari, in particolare, rappresentano la maggior parte dell’eccesso di mortalità in questa popolazione (Olfson, Gerhard, Huang, Crystal e Stroup 2015).
Affrontare gli stili di vita malsani, che contribuiscono in modo significativo all’obesità e alle malattie cardiovascolari, è un passo fondamentale per migliorare la salute e l’aspettava di vita.
Mangiare “senza pensarci”
Diversi fattori, tra cui l’impatto dei farmaci sulla regolazione dell’appetito, lo stress, l’ansia e l’umore portano spesso ad un’alimentazione incontrollata, detta anche “alimentazione emotiva”, malsana ed in balia delle emozioni.
Mangiare “senza pensarci” è considerato un fattore che limita il successo a lungo termine della maggior parte dei programmi di perdita di peso (Wansink, 2004; Carriere, Khoury, Gunak e Knauper 2017). Gli interventi per promuovere un’alimentazione sana, quindi, devono trascendere approcci come l’educazione nutrizionale, il mantenimento dei diari alimentari, il controllo delle porzioni e la pianificazione dei pasti. Infatti, negli interventi per individui con SMI, i partecipanti hanno riscontrato che la restrizione delle porzioni è uno degli aspetti più difficili da sostenere, con conseguente stanchezza (Vazin et al., 2016; Yarborough et al., 2016).
La consapevolezza
Gli approcci basati sulla consapevolezza, che si concentrano sullo sviluppo della consapevolezza del momento presente, sull’accettazione e sul disimpegno dall’interruzione di pensieri ed emozioni, sono emersi come mezzi promettenti per rafforzare le risorse interne degli individui (Ludwig & Zinn, 2008; Holzel et al., 2011) .
L’alimentazione consapevole, in particolare, è stata efficace nell’affrontare i modelli alimentari correlati all’obesità come il mangiare emotivo, la suscettibilità a segnali esterni, nonché la perdita di peso, l’aumento dell’autoefficacia correlata alla dieta e la riduzione dello stress (Carriere et al., 2017; O “Reilly, Cook, Spruijt-Metz e Black, 2014; Rogers, Ferrari, Mosley, Lang e Brennan, 2017).
Alla base dello sviluppo della consapevolezza
Gli interventi di alimentazione consapevole includono una breve meditazione di rilassamento, l’attenzione ai segnali di fame e sazietà fisica e il superamento di voglie, emozioni e altri fattori scatenanti del mangiare piuttosto che concentrarsi sulla limitazione del cibo (Rogers et al., 2017).
Questi studi, tuttavia, non hanno incluso o hanno escluso attivamente individui con SMI (Kidd, Graor e Murrock, 2013; Forman et al., 2016) per i quali l’approccio potrebbe essere particolarmente vantaggioso.
Il programma
Abbiamo sviluppato un corso/programma di 14 settimane che combina alimentazione consapevole ed educazione alimentare per consentire alle persone con SMI di apportare un cambiamento sostenibile del comportamento sanitario in relazione al mangiare, attraverso migliori capacità di autoregolazione e autoefficacia.
Ci aspettavamo che la partecipazione al programma avrebbe portato a modelli alimentari più sani.
L’intervento
Il programma si basa sui principi dell’alimentazione consapevole (mindful eating) e sulle strategie per affrontare il “mindless eating”. In particolare, il programma prevede l’osservazione e la discussione del perché, cosa, come, dove, quando e con chi mangiamo; comprendere l’impatto di tali scelte e apprendere strategie basate sulla consapevolezza per agire con consapevolezza.
I partecipanti stabiliscono e ricevono supporto con obiettivi specifici. Il programma fornisce informazioni nutrizionali e alimentari e incorpora la ripetizione per affrontare potenziali difficoltà cognitive. Ogni sessione include una pratica di alimentazione consapevole, che comprende una breve meditazione, una valutazione della fame (prima e dopo aver mangiato), una contemplazione durante i pasti, mangiare lentamente e prestare attenzione a tutti i sensi, superare le distrazioni concentrandosi sul respiro e prestare attenzione alla sazietà sensoriale.
Impostazione e tempo
Il programma è stato implementato nel Recovery Education Program (REP), parte di un centro di riabilitazione psichiatrica con sede all’università nel nord-est degli Stati Uniti al servizio di adulti con SMI.
Questo programma prevedeva una lezione di 90 minuti, bisettimanale, programmata intorno all’ora di pranzo per fornire un’opportunità naturale per una pratica alimentare consapevole. Un istruttore ha guidato le sessioni e uno stagista laureato ha aiutato i partecipanti durante esercizi individuali e in piccoli gruppi. I risultati qui presentati provengono da una valutazione basata su quattro semestri, tra gennaio 2013 e dicembre 2016.
Raccolta dati
I partecipanti hanno completato:
- il questionario su Mindful Eating (MEQ; Framson et al., 2009);
- il questionario sull’alimentazione a tre fattori (TFEQ; de Lauzon et al., 2004)
I due questionari sono stati completati all’inizio e alla fine di ogni semestre.
Analisi dei dati
Abbiamo condotto t-test accoppiati per valutare i cambiamenti nel tempo e calcolato la d di Cohen per misurare:
- la dimensione dell’effetto sui domini di consapevolezza, distrazione, disinibizione, alimentazione emotiva (MEQ);
- contenimento cognitivo, alimentazione incontrollata ed emotiva (TFEQ).
Risultati
Quarantasei persone con SMI hanno partecipato nel totale dei quattro semestri. Otto partecipanti non hanno completato il programma.
I risultati del MEQ hanno mostrato che i partecipanti mangiavano con maggiore consapevolezza, erano meno distratti, avevano ridotto la disinibizione o l’eccesso di cibo e ridotto il mangiare emotivo. Tuttavia, i partecipanti sono stati più colpiti da segnali esterni.
Sul TFEQ, ci sono stati significativi cambiamenti positivi nel contenimento cognitivo e nel mangiare emotivo. Il cambiamento nel mangiare incontrollato è stato nella direzione prevista, ma non significativo.
La fine del programma
Alla fine del programma, era prevista una sessione in gruppo di feedback; questo è quanto emerso:
- i partecipanti hanno descritto il programma come completo in termini di informazioni, hanno riferito di sentirsi ora maggiormente in gradi di affrontare i fattori che influenzano i loro comportamenti alimentari, hanno riferito di pratiche alimentari più sane e sperimentato cambiamenti fisiologici, tra cui la perdita di peso e la riduzione del reflusso gastrico (associato a sovrappeso, eccesso di cibo e farmaci psicotropi).
Limiti
I nostri risultati, sebbene incoraggianti, provengono da una valutazione del programma con un piccolo campione auto-selezionato senza un gruppo di controllo. I risultati dello studio offrono solamente una premessa preliminare; sono necessarie ulteriori ricerche per valutare gli effetti a lungo termine del programma.
Inoltre, questo programma è stato erogato in un centro universitario e deve essere valutato in contesti comunitari di salute mentale più ampi e standardizzati.
Discussione e conclusioni
Questi risultati indicano che un’alimentazione consapevole è promettente come intervento per aiutare le persone con SMI a sviluppare una maggiore consapevolezza delle influenze interne ed esterne sul mangiare, e per ridurre l’eccesso di cibo e il mangiare emotivo.
I risultati, nel complesso, sono coerenti con gli effetti positivi del consumo consapevole sui modelli alimentari correlati all’obesità in altre popolazioni (Carriere et al., 2017; O’Reilly et al., 2014; Rogers et al., 2017). I miglioramenti nell’autoregolazione che si riflettono nei cambiamenti circa l’alimentazione emotiva e disinibita sono particolarmente importanti considerando l’umore, l’ansia e le sfide legate allo stress vissute dalle persone con SMI.
Liberamente tradotto e adattato.
Fonte: Gidugu, V., & Jacobs, M. L. (2019). Empowering individuals with mental illness to develop healthy eating habits through mindful eating: results of a program evaluation. Psychology, health & medicine, 24(2), 177-186. https:// pubmed.ncbi .nlm.nih.gov/ 30165751/
0 thoughts on “Mindful Eating: sviluppare abitudini alimentari salutari”
Laura Critelli says:
Ho una domanda: come questo cambiamento viene monitorato e rimane nel tempo? Solitamente le persone riescono a cambiare facilmente all’inizio ma poi dopo qualche mese o in uno o due anni riprendono il peso. È previsto un follow up a distanza di mesi o anni? Potrebbe essere utile per capire se si riesce a mantenere il cambiamento nel tempo. Sarebbe una grande svolta.
Laura Critelli says:
Ho
Una domanda.
Solitamente il problema non è il
cambio dell’abitudine sul momento ma il mantenimento di questa abitudine. Lo studio prevede o prevederà un follow up a distanza di mesi per capire se le persone manterranno il cambiamento del comportamento a distanza di mesi e anni? solitamente dopo anche solo dopo un anno o due riprende il peso. Perché il problema è che avviene subito un cambiamento che però non viene mantenuto nel tempo.
daniela.roggi says:
Articolo molto interessante su un tema complesso