Nasce un figlio, nasce un papà

Vera Blasutti
  Sono psicologa e psicoterapeuta, svolgo la libera professione a Padova e mi occupo sia di bambini che di adulti. Oltre ai colloqui privati svolgo attività attraverso progetti di pr...
Nasce un figlio, nasce un papà

Nella vita coniugale ci sono fasi, come quella del dopo parto,

in cui la coppia deve sapersi ricostituire per mantenere vivo un amore che sembra usurpato dal nuovo venuto.
E’ importante per tutti, anche per il bambino, che una “buona madre” sia anche una “buona moglie”

(S. Vegetti Finzi, A. M. Battistin)

 

Nella narrazione del periodo dopo il parto mi capita spesso di sentir raccontare, da parte delle neo-mamme, di mariti che hanno vissuto con difficoltà questo inizio di famiglia perché “si sono sentiti messi da parte”.
Questo ci fa capire quanto la transizione da coppia tout court a coppia genitoriale sia complessa e richieda preparazione e accortezze per poter essere attraversata senza che si creino strascichi emotivi pesanti.

Ricorda spesso Alba Marcoli nei suoi libri che “il periodo dopo la nascita di un figlio è oggi fra i maggiori a rischio di separazione per la coppia”.

I nuovi ruoli richiedono un riadattamento che può essere facilitato se si cerca di trovare tempo e occasioni perché cresca anche la coppia, coltivando per quanto possibile il romanticismo e la sfera sessuale.
Può essere difficile affidare un neonato ai nonni o altre figure di riferimento per dedicare qualche breve momento alla coppia, ma va ricordato che il tempo trascorso senza il bambino rafforza la relazione e arreca beneficio.

A livello comunicativo è inoltre fondamentale riservarsi del tempo per dirsi le cose importanti.
E’ altrettanto importante che la coppia si senta come una SQUADRA, e funzioni come tale: aiutarsi e incoraggiarsi a vicenda permette di affrontare in modo positivo le fatiche quotidiane.

Nello specifico, se qualcosa non va secondo le aspettative, per favorire la comunicazione reciproca dei bisogni è utile dire chiaramente ciò che si vorrebbe evitando di scadere in critiche manipolative e squalifiche, sarcasmo, aggressività e tono critico.

Il neo-papà è una delle principali fonti di supporto per la madre:

  • Fornisce sostegno al lavoro della maternità e del primo legame madre-bambino
  • Favorisce la promozione delle competenze materne nella propria compagna
  • Protegge la diade madre-bambino
  • Facilita e aumenta l’abilità di accudimento della madre, fornendo una relazione intima e sicura e un supporto emotivo e strumentale (contenitore per le ansie materne, ammortizzatore)
  • Fornisce supporto emotivo (ascolto).A livello pratico il papà dovrebbe cercare di:
  • coinvolgersi in attività di cura del bambino (cambio del pannolino, bagnetto)
  • condividere il momento dell’alimentazione stando seduto accanto alla mamma (o, se l’allattamento è artificiale, dando personalmente il biberon al bambino)
  • comunicare le emozioni in modo aperto e sincero, in modo da allenare la condivisione e l’apertura
  • essere paziente e incoraggiante, ad es. può dire: “Sei una mamma fantastica! Stai facendo un gran lavoro!”.

Inoltre sarebbe auspicabile che il papà sapesse gestire lo stress efficacemente, trovando soluzioni ai problemi che si presentano senza entrare in ansia.

La funzione paterna non si manifesta però solo all’interno della triade, ma anche nel rapporto diretto col figlio.
Il bambino ha bisogno di un flusso costante di calore e un accudimento attento e fiducioso da parte di entrambe i genitori, per sviluppare un attaccamento sicuro.

Tuttavia sappiamo che gravidanza e post partum sono un periodo delicato per la neo-mamma, ma nemmeno il neo-papà è immune dalle difficoltà, in particolare può andare incontro a sintomatologia quale:

  • Alterazioni depressive dell’umore (l’incidenza della depressione post partum nei padri si aggira attorno al 8,5-12,7%)
  • Disturbi d’ansia
  • Alterazioni del comportamento di malattia
  • (tendenza a somatizzazione e ipocondria)
  • Acting out comportamentali, disturbi da controllo degli impulsi e dipendenze patologiche (crisi di rabbia, liti con la partner, fughe nel lavoro, tradimenti, attività fisiche compulsive, addictions…).

Se il neo papà sta male ovviamente può venire meno sia la sua funzione di supporto alla mamma che il rapporto diretto col neonato, in quanto tenderà a non sintonizzarsi a livello affettivo col neonato, a fornire basso calore nella relazione, ad essere scarsamente responsivo.

In questi casi, soprattutto se le difficoltà persistono, va consultato uno specialista che suggerirà la terapia più opportuna.

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Vera

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