Plusdotazione e intervento psicologico

Roberta Renati è psicologa-psicoterapeuta sistemico-relazionale e dottore di ricerca in psicologia. Da quasi 15 anni si occupa di giftedness e sviluppo del potenziale sia in ambito clinico che di ric...
Plusdotazione e intervento psicologico

Caratteristiche della plusdotazione

La plusdotazione può essere vista come una caratteristica dell’individuo che emerge dalla complessa interdipendenza tra aspetti genetici, psicologici, comportamentali e di contesto (Renati, Bonfiglio, Pfeiffer, 2016). Questi soggetti, generalmente, manifestano una particolare precocità e velocità rispetto agli apprendimenti, unita ad una marcata sensibilità emotiva. Se confrontati con i loro pari in termini di età, esperienza ed opportunità, questi  hanno una maggiore probabilità di riuscire a coltivare i loro doni e trasformarli in veri e propri talenti.

Il quoziente intellettivo elevato è sicuramente un elemento che li caratterizza, ma non deve essere l’unica variabile da prendere in considerazione quando ci si approccia a loro. Infatti, sono numerose le variabili che entrano in gioco nella traiettoria di sviluppo del talento e vanno opportunamente soppesate nella definizione di un intervento.

Plusdotazione tra rischi e risorse

In letteratura non esistono dati epidemiologici sulle cause e la prevalenza delle difficoltà degli studenti gifted (Pfeiffer 2015). E’ però importante sottolineare che questi bambini /ragazzi devono affrontare sfide di sviluppo peculiari, connesse ai loro doni e/o al modo in cui i pari e la società di appartenenza li considera.

Gli individui plusdotati sono un gruppo fortemente eterogeno e possono provenire da ogni realtà culturale e sociale (Neihart, Pfeiffer, Cross, 2016). Nonostante la plusdotazione debba essere vista come una straordinaria risorsa dell’individuo, la mancanza di risposte adeguate da parte dei contesti (es. scuola), aspetti interni all’individuo, come la profonda sensibilità emotiva e la difficoltà a condividere i propri bisogni e interessi con i pari, possono portare allo sviluppo di sofferenza psicologica. Alcuni bambini/ragazzi possono manifestare difficoltà, più o meno marcate, nel gestire gli stressor della quotidianità. Indipendentemente dalla cornice teorica che si sceglie di adottare per definire la plusdotazione, possiamo affermare che le persone plusdotate, esattamente come ogni altro individuo, possono sperimentare sofferenza psicologica. Questa sofferenza può assumere una connotazione ancor più dolorosa durante la transizione adolescenziale, dove entrano in gioco importanti modificazioni di carattere biologico, e i ragazzi sono impegnati a definire la propria identità (Renati, & Pfeiffer, 2018).

Crescere non è mai stato semplice ma, rispetto alle generazioni precedenti, i bambini/ragazzi devono affrontare una forte incertezza rispetto al futuro; sentimenti negativi e stati d’ansia sembrano caratterizzare sempre più il malessere delle nuove generazioni (World Happiness Report, 2019); questo è ancor più rilevante in questo momento in cui l’emergenza sanitaria sta incidendo e modificando le prospettive sul futuro a livello globale.

Le sfide uniche dei soggetti gifted

Oltre alle difficoltà elencate sopra che possono colpire chiunque, gli individui plusdotati possono incontrare sfide e problematiche che, se non uniche, sono sicuramente prevalenti nella popolazione delle persone gifted e di talento. Tra queste ricordiamo i sentimenti negativi e la noia che questi bambini/ragazzi possono sperimentare rispetto al contesto scolastico, che nascono dal conflitto tra le proposte didattiche e i bisogni di apprendimento dello studente plusdotato. Il bambino/ragazzo può faticare a gestire la frustrazione derivante dalla mancanza di sfide appropriate che può esprimersi con difficoltà di attenzione, problemi comportamentali, e underachievement. Queste manifestazioni possono incidere negativamente sull’autostima, portare a disaffezione scolastica e, nei casi più drammatici, al drop out dal percorso formativo e al ritiro sociale.

Inoltre, molti studenti plusdotati possono sentirsi “scollegati” dai compagni di classe e dai pari in generale, possono perciò manifestare disagio a causa della “distanza” cognitiva ed emotiva che percepiscono, che li può far sentire molto soli. Questo aspetto diventa più significativo quando la plusdotazione è molto profonda o è presente una doppia eccezionalità (Pfeiffer, 2013). Possono anche essere presenti elevati livelli di perfezionismo e aspettative molto elevate verso sé stessi, questi elementi possono generare ansia, scarso senso di efficacia personale e chiusura emotiva, aspetti che possono provocare notevole sofferenza emotiva e un ritiro dalle relazioni e dagli apprendimenti.

In adolescenza inoltre, soprattutto per le ragazze, spesso emerge il conflitto tra il desiderio di seguire e sviluppare i propri interessi, e quello di affiliazione al gruppo (Reis, 2006). Non è raro che le ragazze (a volte anche le bambine) inizino a nascondere parti di sé per essere accettate dal gruppo. Sally Reis mette in guardia sulle possibili difficoltà nelle scelte di carriera che possono incontrare le ragazze plusdotate (Reis, 1998), questo ha sicuramente delle implicazioni rispetto ai percorsi di orientamento, anche in relazione alla difficoltà nel dover scegliere di fronte ad innumerevoli possibilità e interessi.

Plusdotazione e intervento psicologico

Qualunque sia l’approccio teorico di riferimento dello psicologo/psicoterapeuta, per poter fare interventi di supporto adeguati ai bisogni di questi bambini/ragazzi è fondamentale che lo specialista conosca in modo approfondito la tematica della plusdotazione. È inoltre fondamentale evidenziare che, lavorare con i bambini/ragazzi gifted significa fare interventi che coinvolgono le loro famiglie e le sfide connesse alla genitorialità (Renati, Bonfiglio, Pfeiffer, 2016), il coinvolgimento della famiglia aumenta la possibilità di esiti favorevoli rispetto al percorso di trattamento.

Le statistiche internazionali riportano che la percentuale di studenti ad alto potenziale si attesta tra il 5 e l’8% della popolazione scolastica, più o meno un bambino plusdotato per classe. A fronte di questi numeri e crescita di attenzione, rimangono pochi i professionisti con una specifica formazione in questo ambito, laddove invece è fondamentale acquisire conoscenze sulle caratteristiche e sugli specifici bisogni psicologici ed educativi di questi bambini, e competenze utili a individuarli, comprenderli ed a costruire efficaci interventi per loro, per le famiglie e per il sistema scolastico.

 

Bibliografia

Neihart, M., Pfeiffer, S.I., Cross, T.L. (2016). The Social and emotional development of gifted children: What do we know? (2nd Ed.). Waco, TX: Prufrock Press

Pfeiffer, S. I. (2013). Serving the gifted. Evidence-Based Clinical and Psychoeducational Practice. Routlege: NY

Reis, S.M. (1998). Work left undone: Choices and compromises of talented females. Mansfield Center, CT: Creative Learning Press.

Reis, S. M. (2006). Gender, adolescence, and giftedness. In F.A. Dixon & S.M. Moon (Eds.), The handbook of secondary gifted education (pp. 87-111). Austin, TX: Prufrock Press.

Renati, R., Bonfiglio, N.S., Pfeiffer, S. I. (2016). Challenges raising a gifted child: Stess and resilience factors within the family. Gifted Education International, (pp. 1-17).

Renati, R., Pfeiffer, I.S (2018). Bambini ad Alto Potenziale. Il progetto sostenere i talenti per prevenire il disagio scolastico e sociale. Alpes: Roma

World happiness report 2019 htt

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