Abbiamo oggi qui con noi la dottoressa Fiorella Palombo, che ci parlerà della sua esperienza come “psicologa in farmacia”.
Il tema è sicuramente molto attuale e di interesse per tutta la nostra categoria professionale, cerchiamo di capire tramite questa intervista come può lo psicologo muoversi e lavorare (guadagnando!) in questo contesto.
Alessio: Ciao Fiorella, è un piacere averti qui con noi. L’argomento che oggi tratteremo è di grande interesse per i nostri colleghi, quindi iniziamo subito!
Puoi farci una tua presentazione?Chi sei e di cosa ti occupi?
Fiorella: Un saluto a tutti gli utenti di FCP! Mi chiamo Fiorella Palombo e sono una Psicologa, laureata in Psicologia a Padova,lavoro in provincia di Venezia,esattamente a Mestre presso il Centro medico Remedia e a Borbiago di Mira,dove ho il mio studio professionale, lo studio è inoltre situato proprio dirimpetto alla Farmacia con la quale ho attuato il progetto in argomento; per l’esattezza, lo spazio mi è stato concesso dalla stessa farmacia che ne è proprietaria, proprio in seguito al successo conseguito dall’attuazione del progetto che prevedeva la presenza dello Psicologo in farmacia!
Di me posso dire di essermi formata, dopo la laurea, frequentando due anni della scuola cognitivo-comportamentale di Padova, ho approfondito le mie conoscenze in vari ambiti,come ad esempio la psicologia clinica e del lavoro,mi sono inoltre specializzata in biofeedback per il trattamento della cefalea muscolo-tensiva e del disturbo di panico e dell’ansia generalizzata.
La cosa più importante per me e che vorrei dire a tutti i colleghi, riguarda l’amore che da sempre nutro per la Psicologia e la passione e l’entusiasmo che da sempre caratterizzano il mio modo di lavorare; ciò mi spinge a rimanere un’ eterna studentessa, voglio rimanere sempre aggiornata sui nuovi sviluppi della Psicologia e delle neuroscienze. Tengo corsi sull’assertività, training sull’autostima, sulle tecniche di rilassamento e sull’ipnosi rapida.
Ritengo che imparare a comunicare secondo i principi dell’assertività sia molto importante per svolgere al meglio la nostra professione.
Alessio: Complimenti per le esperienze e le competenze maturate!
Parliamo adesso del tuo ruolo in farmacia, come sei entrata in contatto con questa realtà?
Fiorella: Mi sono presentata direttamente per conoscere il titolare della farmacia, avevo pianificato di lasciargli inizialmente i miei biglietti da visita. In un secondo tempo ho fatto sapere loro che stavo creando un progetto che potesse essere utile alla comunità, alla farmacia e ovviamente anche a me!
Dopo aver “seminato”per 4/5 mesi,parlando della figura dello Psicologo in farmacia,ho iniziato a raccogliere i primi frutti di questa attività: abbiamo preso degli accordi e siamo partiti con una giornata di prova, che è stata caratterizzata da moltissime richieste da parte degli utenti della farmacia. Il progetto che ho presentato, in realtà ha le finalità e gli obiettivi condivisibili con tutte le farmacie del territorio, ma la cosa che lo caratterizza e lo diversifica dandogli professionalità, è data dalla convenzione che abbiamo attivato e che prevede che sia la farmacia ad offrire ai propri clienti il servizio di consultazione psicologica, gratuita per chi la richiede, ma non per la farmacia che mi paga una sorta di “ticket” per ogni consulenza, perciò i pazienti hanno la possibilità di avere una consulenza/visita gratuita ,con un professionista psicologo,saltando le code per la prenotazione al cup, esente dal ticket vero e proprio e che può rappresentare la giusta occasione per entrare in contatto con la figura dello psicologo, senza avere la paura sentirsi additati e giudicati.
Del resto,sempre più farmacie offrono nuovi servizi di supporto a quelli territoriali già esistenti, come le prenotazioni al cup e il pagamento del ticket effettuabili presso alcune farmacie, oltre che esami per il controllo dell’udito,del peso, il doppler, etc…
Alessio: Questo tipo di rapporto tra psicologo e farmacia è sicuramente “nuovo”, di interesse e stimolo per tutta la nostra professione. Nello specifico quale è il tuo ruolo all’interno della farmacia?
Fiorella: Sono presente in farmacia un pomeriggio ogni 15 giorni su appuntamenti prefissati dal personale della farmacia. Rispetto al personale sono stata presentata direttamente dal titolare con il ruolo di psicologa convenzionata privatamente con loro, è stato esplicitato chiaramente che il mio ruolo serve per offrire un servizio e dare anche supporto al servizio pubblico stesso, con il quale peraltro io collaboro per eventuali invii al csm e in spdc, al personale viene infine spiegato come prendere gli appuntamenti con me da parte degli utenti .
Devo dire che ho trovato molta collaborazione e volontà di promuovere il progetto da parte di tutto il personale della farmacia, che è composto da circa 10 persone.
Alessio: Ci fa molto piacere sentire questa collaborazione da parte di altre figure professionali. Per entrare più nello specifico, dove effettui le tue consulenze, qual è il setting predisposto in farmacia?
Fiorella: Lavoro in un locale all’ interno della farmacia, pensato proprio per garantire la privacy dei clienti. E’ infatti chiuso e ben appartato , gli incontri si svolgono durante il pomeriggio, ogni quindici giorni;lo studio è composto da due sedie e una piccola scrivania per appoggiare l’agenda, diciamo che c’è tutto il materiale sufficiente per lavorare efficacemente ! Ogni colloquio dura 30 minuti, su appuntamento prefissato dal personale della farmacia a cui le persone chiedono di accedere al servizio.
Alessio: Immagino che questo tipo di setting, comporti delle azioni diversi dal normale studio professionale, quali ritieni che siano queste differenze e che competenze dovrebbe possedere lo psicologo per effettuare un intervento di questo tipo?
Fiorella: Un collega che desidera attuare una collaborazione di questo tipo dovrebbe,innanzitutto essere consapevole del fatto che questa situazione può offrire notevoli vantaggi,ovviamente solo se ben gestita, ovvero può essere usata come strumento di autopromozione, ma possiede potenzialmente anche alcuni rischi se viene mal gestita.
Ad esempio c’è il rischio è di indurre un passa parola negativo, che può essere estremamente dannoso per lo psicologo, è però anche un buon terreno per far esperienza diretta; quindi prima di iniziare è importante attuare una programmazione ben strutturata e specifica.
Cosa è necessario fare,in breve:
- in farmacia bisogna indossare il camice!
- far firmare, sempre,il consenso informato e spiegare di cosa si tratta.
- presentarsi, anche se in maniera molto breve
- iniziare il colloquio, prima con domande chiuse e a seguire aperte, per poi analizzare la motivazione del cliente.
Ci sono persone che non hanno bisogno di un intervento nostro,ma solo di una rassicurazione: bisogna capire questa domanda e spiegarglielo.
Alla fine del colloquio dobbiamo proporre una ipotesi di intervento concreta che attueremo attraverso gli incontri,per esempio, quanti incontri servono per poter fare una valutazione psicodiagnostica ,riservandosi di esporre in un secondo tempo le modalità che utilizzeremo e le nostre conclusioni.
Solitamente mi chiedono “cosa ne pensa,cosa mi consiglia?”. Pur non sapendo ancora nulla o comunque poco della persona che abbiamo davanti, dobbiamo anche se in soli 30min farci un’idea, per poter comunque proporre una restituzione o delle strategie di intervento.
È necessario ed importantissimo dimostrare la propria identità professionale, il fatto di essere consapevoli che stiamo offrendo un servizio utile alla comunità,che le persone possono “approfittare” della consulenza di un professionista avvalendosi della convenzione.
Dimostrarsi una risorsa per i clienti della Farmacia è decisivo.
Dobbiamo ricordare sempre che stiamo “seminando” e se lo facciamo bene,il raccolto ci sarà e sarà buono; per questo motivo i pazienti non vanno rincorsi, non dobbiamo nemmeno dar da capire di esser noi ad aver bisogno, ma esattamente il contrario,ovvero che siamo disposti ad aiutarli perché ne hanno necessità e che siamo in grado di farlo.
Dimostriamoci dei professionisti e non procacciatori di clienti!
Alessio: Condivido pienamente questa tuo pensiero Fiorella, molte volte per “agganciare” dei clienti si è disposti a tutto, e a rimetterci, il più delle volte è la nostra professionalità!
Per concludere, che vantaggi ti ha portato questo tuo lavoro in farmacia?Ti senti soddisfatta di questo tuo impegno?
Fiorella: Come avevo anticipato,la farmacia ha come titolare il responsabile di un poliambulatorio, dopo 7/8 mesi di collaborazione questa persona, mi ha affittato uno degli ambulatori e ,proprio accanto al mio spazio, c’è un medico di base e altri liberi professionisti con i quali condivido la sala di attesa, inoltre sono ormai diventata un punto di riferimento della farmacia, tramite le giornate di promozione della salute,in cui svolgo i colloqui in farmacia, almeno il 60% poi continua in privato. Se ad esempio io vedo 5 persone in un pomeriggio,almeno 3 diventano miei pazienti in privato.
Questa situazione è utile oltre che comoda per approcciare i medici di famiglia e spingerli ad inviare i loro pazienti, passando inizialmente presso la farmacia, per poi proseguire in seguito in privato. Diciamo che sono riuscita a creare una serie di situazioni molto positive e sopratutto fruttuose!
Alessio: Grazie Fiorella, spero che questa intervista possa offrire delle riflessione e degli spunti applicativi e professionali per i colleghi psicologi!
Fiorella: Grazie Alessio, mi ha fatto molto piacere fare questa intervista, speravo che al di là della mia gratificazione personale, anche i colleghi possano trarre spunto dalla mia esperienza,soprattutto rispetto a quelle problematiche che emergono durante l’operato,in itinere e che a priori difficilmente si riescono a prevedere ma che rischiano di inquinare il progetto se mal gestite. Ho fatto tesoro della mia esperienza che dura da oltre un anno, al di là di quanto dicono molti colleghi,relativamente al fatto che le persone approfittano del servizio gratuito per poi non continuare perché diventerebbe a pagamento,ebbene penso che già il pensarla in questo modo indichi dove sta l’errore, come ti ho detto circa il 60% delle consulenze gratuite ha un seguito in privato. In 30 minuti di consulenza dobbiamo essere in grado di capire molte cose,in primis cosa proporre a quella persona e come proporglielo,certo non esiste un pacchetto preconfezionato ma alcune prescrizioni si, almeno io le applico.
Alessio: Grazie ancora Fiorella e buon lavoro!
Fiorella: Grazie a voi, un saluto a tutti i colleghi di FCP
0 thoughts on “Psicologo in farmacia? Si grazie!”
Simone says:
Ciao a tutti, tutto molto interessante tanto che mi chiedo se invece dello psicologo può fare consulenze gratuite anche lo psichiatra/psicoterapeuta. Qualcuno sa rispondermi?
SDP
Simona says:
Buonasera dottoressa!
Complimenti e … grazie ☺
Vado al sodo con una richiesta:
poiche ritengo che la promozione dello sportello psicologico in farmacia debba passare chiaramente attraverso la valutazione positiva che dipendenti e gestori della farmacia si formano riguardo a tale sportello, puo’ darci dei consigli specifici a riguardo?
Molte grazie.
Simona
Fiorella Palombo says:
Buongiorno a tutti voi, grazie innanzitutto per i commenti e dell’apprezzamento. Proprio in considerazione della complessità e della specificità del contesto in cui si va ad operare, ho strutturato, attraverso il confronto con i nostri principali interlocutori, i farmacisti, con gli stakeholder principali della loro stessa categoria e con i colleghi che lavorano o hanno lavorato sil campo, quelle che sono le buone pratiche, The best practise dello psicologo in farmacia e della psicologia in farmacia ed è allo scopo di diffonderle e condividerle con i colleghi che è nato il corso di formazione con ecm. Il corso resta una occasione per trovare risposte esaustive a tutte le domande.
Sono fermamente convinta che è il nostro futuro contesto di lavoro e si diffonderà sempre più, ma, affinché funzioni, è necessario comprendere che essere psicologi è un presupposto per lavorare in farmacia, saper gestire il servizio con successo, è un altra storia, inoltre c’è da comprendere che la propria idea di aprire il proprio studio privato in farmacia è da abbandonare, in farmacia non si apre il proprio studio, inoltre si è inseriti in un contesto non protetto, quindi vanno espletati alcuni obblighi legali e avere una chiara identità professionale.
Un caro saluto a tutti voi e buon inizio settimana
Fiorella Palombo