La resilienza nella separazione: quando le lacrime diventano perle

Sono psicologa clinica, psicoterapeuta sistemico – relazionale e mediatore familiare e dei conflitti relazionali. Svolgo la libera professione presso il mio studio a San Donà di Piave (Ve), oltre a...
RESILIENZA SEPARAZIONE

“Le avversità possono essere delle formidabili occasioni”

Thomas Mann

Resilienza e separazione, come si possono attivare  risorse per far fronte alla crisi?

La separazione coniugale è una fase molto delicata e difficile che l’individuo, la coppia e la famiglia si trovano ad affrontare e che ha delle ripercussioni rilevanti a più livelli. Accettare la fine di un rapporto è un processo psicologico complesso che ha molte analogie con quello che avviene alla morte di una persona cara. La separazione o il divorzio è una perdita affettiva importante che racchiude in sé tante altre perdite (economiche, pratiche, sociali, familiari).

Quando si parla di separazione, si sente spesso nominare la parola “resilienza”, ovvero una sorta di sistema immunitario della psiche.

resilienza

Nell’ottica della resilienza, uno stato di difficoltà o dolore viene visto come opportunità per re-inventarsi, per ricominciare, per azzerare e ripartire. La resilienza, in realtà, è un concetto che trae origine dalla fisica dei materiali e indica la proprietà che hanno i corpi posti sotto pressione di modificarsi senza rompersi. Analogamente, ci sono persone che rispetto a situazioni avverse dimostrano un’elevata soglia di tolleranza alla frustrazione e adottano strategie per ricavarne un vantaggio e persone non resilienti o scarsamente resilienti che si lasciano schiacciare dalle difficoltà partendo dall’idea di non poter cambiare e irrigidendosi su sistemi di convinzioni negative che le atterrano nell’insoddisfazione o in forme più o meno gravi di disagio psicologico. Essere resilienti non significa non sperimentare le difficoltà o gli stress della vita, non significa essere infallibili, ma disposti al cambiamento, capaci di attivare delle risorse per far fronte alle difficoltà.

Nel processo separativo, i primi a dover provare ad essere resilienti sono sicuramente i coniugi.

La coppia dovrà tornare a essere la somma di due individualità e per ciascuna dovrà saper trovare un tempo e uno spazio “altri”, scoprendone anche vantaggi e aspetti positivi. Allo stesso modo, anche come genitori, gli ex coniugi dovranno attualizzare alla nuova situazione i propri valori personali per condividere un unico modello educativo che sappia però declinarsi singolarmente. La resilienza comporta un cambiamento, ma spesso il cambiamento non è che un mostrare qualcosa d’insito in noi che non sapevamo di possedere, forse perché diversamente non aveva trovato spazio per essere espresso. Per esempio, le madri potranno allora scoprirsi abili architetti nel costruire case e palazzi con i lego o giocatrici esperte di playstation e i padri sorprendersi a giocare con bambole e pupazzi oppure a fare shopping con le figlie con la consapevolezza di aver imparato ad assumersi ruoli inaspettati, oltreché saputo valorizzare aspetti di sé che non conoscevano.

resilienza e separazione

A loro volta i figli potranno sviluppare questa capacità non solo reinventando la realtà familiare che avevano immaginato, ma anche gestendo ogni giorno, ogni settimana, tempi e spazi diversi con ciascun genitore.

Tuttavia, i figli, anche se piccolissimi, sono abili resilienti! I bambini, per natura, hanno bisogni semplici da cui non si può prescindere, nemmeno in caso di separazione: amore, riconoscimento, fermezza e regole. Bisogni che, sebbene in maniera differente, i genitori sapranno soddisfare, permettendo ai figli di attivare la resilienza necessaria a trovare il proprio posto in questa nuova dimensione.

Anche i nonni e gli altri familiari, attori non protagonisti della separazione, potranno a loro modo essere resilienti, cedendo sulla mancata aderenza ad aspettative personali sulla coppia, ma anche e soprattutto mettendo da parte giudizio e interventismo in favore dei nipoti. Così facendo, rappresenteranno un valido sostegno nel processo di ricostruzione che, seppur con fatica e dolore, è assolutamente possibile.

Gruppi di Parola

Secondo la prospettiva della resilienza, la crisi causata da un evento critico deve essere considerata come una sfida. Ma al tempo stesso come una opportunità di crescita, concezione caratteristica di alcune filosofie orientali. Vedere tali opportunità è un modo per evitare la patologia rafforzando se stessi e le proprie relazioni con gli altri. La persona divenuta resiliente ha in primo luogo accettato la sofferenza, ha imparato a stare al suo interno, capirla, trattarla e dargli un posto nella propria storia. Successivamente è riuscita a riconoscere quali sono le proprie risorse emergenti da quella circostanza specifica di sofferenza ad usarle e a poterle riutilizzare in contesti affini, sentendosi dunque più capace di affrontare le difficoltà.

Possiamo paragonare la nascita di una perla al processo di crisi e cambiamento che avviene nella separazione. Possiamo, quindi, considerare l’ostrica un essere resiliente. Essa prende vita da una ferita causata da qualche granello di sabbia che, intrufolatosi all’interno dell’ostrica, provoca all’alveo una profonda infiammazione. L’ostrica soffre, eppure da questo dolore, attraverso un semplice processo biochimico, viene alla luce questo gioiello, ai nostri occhi così perfetto. Con la separazione e la sofferenza che l’accompagna accade un po’ la stessa cosa. Dal dolore, dai sentimenti di rabbia e impotenza, dal cambiamento potranno generarsi nuove opportunità di crescita che permetteranno non solo un arricchimento dell’esperienza personale e genitoriale, ma anche nuove prospettive, speranze, sogni e progettualità.

 

“Dentro di noi possediamo tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per far fronte alle nostre sfide evolutive”

M. Erickson

 

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BIBLIOGRAFIA

  • Malagoli Togliatti, G. Montanari, Famiglie divise, Franco Angeli, 1995.
  • Giuliani C., Iafrate R., Marzotto C., Mombelli M., Crisi di coppia e separazione coniugale: effetti e forme di aiuto, Vita e Pensiero, Milano, 1992.
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  • Cyrulnik, B., Malaguti, E. (a cura di) (2005). Costruire la resilienza. La riorganizzazione positiva della vita e la creazione di legami significativi. Trento: Erickson.

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