La maggior parte degli atleti crede che le abilità atletiche dipendano prevalentemente da doti innate; tuttavia, l’attitudine si trasforma in competenza attraverso un impegno assiduo piuttosto che per un programma innato. Ricerche dimostrano che considerare tale capacità come acquisibile ha promosso la crescita della convinzione della propria efficacia fisica e un progressivo miglioramento della capacità stessa. La convinzione che lo sviluppo della capacità fosse soggetto al controllo personale, inoltre, ha aumentato la soddisfazione per la propria prestazione e ha reso interessante l’attività. Viceversa, il fatto di considerare la prestazione fisica come indicativa di un’attitudine intrinseca non ha prodotto aumenti di autoefficacia, anzi ha addirittura lasciato i soggetti insoddisfatti delle loro prestazioni (Bandura, 2000).
Tecniche e strategie per migliorare le convinzioni di efficacia nello sport
Le Aspettative di Efficacia possono originare da quattro fonti principali, ed è proprio da queste che si possono sviluppare le tecniche e le strategie di intervento (Steca et al. 2010; Bandura, 1997):
- Il “modellamento partecipante” (mastery experience) consiste nello strutturare compiti e attività di crescente difficoltà e altamente individualizzati, nei quali viene di volta in volta garantito all’atleta il raggiungimento di buoni risultati evitando l’esposizione prematura a situazioni e circostanze ad alto rischio di fallimento;
- Il “modeling” è un’ altra forma di apprendimento che si realizza attraverso l’esperienza vicaria, ovvero attraverso l’osservazione di modelli. In tutte le fasi è importante che il giocatore sia orientato dall’allenatore all’osservazione di determinati aspetti del modello, alla riflessione e al confronto, al fine di creare la convinzione che si può fare altrettanto o addirittura meglio;
- Il Self-Talk deve essere insegnato ed allenato, partendo da un’analisi dei pensieri e cercando poi di mostrare un’adeguata destrutturazione e ristrutturazione cognitiva, dal momento che l’atleta può incorrere a delle catastrofizzazioni e generalizzazioni irrealistiche durante le situazioni di difficoltà;
- Il corpo e la mente non sono due cose separate e distinte, ma essi sono più vicini di quanto noi immaginiamo e sono integrati. Fondamentale è la capacità degli atleti di essere consapevoli dell’emozione che stanno provando, di gestirla e di sfruttarla per i propri fini ed obiettivi. Insegnare ad essere consapevoli dei propri vissuti psicofisiologici è l’elemento che oggi manca nella pianificazione del programma di allenamento di ogni allenatore;
Esistono ulteriori strategie di potenziamento dell’efficacia percepita personale e collettiva, come l’imagery, il self modeling, il goal setting o i simulatori elettronici, sempre basate sulle quattro fonti dell’auto-efficacia individuate da Bandura (Esperienza diretta, Esperienza vicaria, Persuasione verbale, Stati emotivi e fisiologici), tutte utili e fondamentali per raggiungere risultati ottimali e sempre più ambiziosi.
Se sei quindi interessato a conoscere di più gli strumenti presentati, utili per migliorare le convinzioni di efficacia nello sport, clicca sull’immagine e acquista il corso “Strategie di potenziamento dell’efficacia nello sport”:
Bibliografia
Bandura, A. (1997). Self efficacy: The exercise of control. New York, NY: W.H. Freeman.
Bandura, A. (2000), Autoefficacia: teoria e applicazioni. Trento: Erickson.
Steca, P., Militello, J. e Gamba, A. (2010), BEBS: Basket Efficacy Baliefs Scales. Firenze: Giunti O.S.
Sergio Costa
Psicologo dello Sport
PhD in Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche
Preparatore Mentale FIT