Uso degli schermi e sviluppo del cervello nei bambini

schermi cervello bambini

Dati provenienti da MRIs  mostrano un’associazione tra l’uso degli schermi e lo sviluppo del cervello dei bambini piccoli (3-5 anni), specialmente in aree legate allo sviluppo del linguaggio, rafforzando il messaggio sulla necessita di limitare il tempo di visione per i bambini in età prescolare.

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L’uso prolungato dello schermo è stato associato a tratti di materia bianca meno sviluppati (mostrati in blu nell’immagine) in tutto il cervello.

“Questo è il primo studio a documentare l’ associazione tra l’uso prolungato dello schermo, e una minore integrità strutturale in alcuni tratti di materia bianca nelle aree del cervello che supportano il linguaggio e altre abilità legate all’alfabetizzazione dei bambini in età prescolare,”

afferma l’autore principale dello studio Dr. John Hutton, pediatra e ricercatore clinico presso il Children’s Hospital di Cincinnati.

Lo studio è stato pubblicato lunedì 4 novembre (a.c.) sulla rivista JAMA Pediatrics.

“Il cervello si sviluppa più rapidamente nei primi cinque anni, in questo periodo il cervello è estremamente plastico e assorbono tutto, formando  forti connessioni che durano per tutta la vita”.

Studi precedenti: bambini e schermi della TV

Studi precedenti hanno dimostrato che l’eccessiva visione della TV è legata ad una difficoltà dei bambini di prestare attenzione e pensare con chiarezza, aumentando le cattive abitudini alimentari e i problemi comportamentali. Sono state inoltre dimostrate associazioni tra l’eccessivo tempo di visione dello schermo e il ritardo del linguaggio,  sonno scadente, funzioni esecutive compromesse e una ridotta relazione genitore-bambino.

Nello studio è stata utilizzata uno speciale tipo di risonanza magnetica, chiamato scatter tensor imaging, o tensore di diffusione, che permette di osservare la materia bianca del cervello, responsabile dell’organizzazione della comunicazione tra le varie parti della materia grigia del cervello, in  47 bambini sani (27 bambine e 20 bambini) che non avevano ancora iniziato la scuola materna.

“Pensate alla materia bianca come a dei cavi, una sorta di linee telefoniche che collegano le varie parti del cervello in modo che possano parlare tra loro”

Scrive Hutton

Una mancanza nello sviluppo di questi “cavi” può rallentare la velocità di elaborazione del cervello; per contro, gli studi dimostrano che leggere, manipolare o studiare, e praticare uno strumento musicale migliora l’organizzazione e la struttura della materia bianca del cervello.

Linee guida sull’uso degli schermi da parte dei bambini

Secondo l’American Academy of Pediatrics (Aap), per i bambini di età inferiore ai 18 mesi si dovrebbe evitare l’uso di contenuti multimediali diversi dalle chat video. I genitori di bambini dai 18 ai 24 mesi dovrebbero scegliere una programmazione di alta qualità e guardarla con i loro bambini.

Nei bambini dai 2 ai 5 anni l’uso deve essere limitato a 1 ora al giorno, di programmi di alta qualità, sempre in co-visione. Andrebbe vietato l’uso di qualsiasi tecnologia durante i pasti e in  camera da letto.

Nello studio prima della risonanza magnetica, i bambini venivano sottoposti a test cognitivi standard. Invece i genitori compilavano un nuovo sistema di punteggio sullo schermo sviluppato dall’American Academy of Pediatrics. Il test misura:

  • quanto un bambino ha accesso a uno schermo (consentito ai pasti, in auto, in fila al negozio?);
  • la frequenza di esposizione (età di inizio esposizione, numero di ore, prima di dormire?);
  • il contenuto (lo sceglie il bambino? Guarda i combattimenti o le canzoni?);
  • l’interazione “dialogica” (il bambino guarda da solo o un genitore interagisce e discute anche il contenuto?).

I risultati mostrano che i bambini che usano gli schermi per una tempo maggiore, rispetto al tempo raccomandato da AAP ( un’ora al giorno), avevano una maggiore disorganizzazione e materia bianca sottosviluppata in tutto il cervello. Il tempo medio dello schermo era di poco più di due ore al giorno, l’intervallo variava da circa un’ora a poco più di cinque ore.

Inoltre, anche i tratti di materia bianca responsabili delle funzioni esecutive erano disorganizzati e sottosviluppati (le parti del cervello mostrate in blu nell’immagine).

L’immagine mostra i tre tratti principali coinvolti nelle abilità linguistiche e di alfabetizzazione: il fascicolo arcuato, ombreggiato di bianco, che collega le aree cerebrali coinvolte con il linguaggio ricettivo ed espressivo. Quella in marrone supporta il rapido naming degli oggetti, e quella in beige, l’immaginario visivo. Il colore blu illustra le misure più basse di sviluppo della materia bianca nei bambini che utilizzano un tempo eccessivo dello schermo.

“Questi sono i circuiti che sappiamo essere coinvolte nel linguaggio e nell’alfabetizzazione, e queste sono quelle relativamente sottosviluppate. Così i risultati dell’imaging sono in relazione con i risultati dei test cognitivi comportamentali.”

afferma Hutton

Limiti dello studio

Secondo l’autore non è che il tempo dello schermo abbia danneggiato la materia bianca. Ma potrebbe aver intralciato altre esperienze che avrebbero potuto aiutare i bambini a rafforzare maggiormente queste reti cerebrali

Chiaramente i risultati dovranno replicati in altre popolazioni. E sono necessari studi longitudinali. Ci sono tanti altri fattori domestici e familiari che influenzano lo sviluppo del cervello – come lo stress, la salute mentale dei genitori, le esperienze di gioco, l’esposizione linguistica. E lo studio non ne ha analizzato nessuno.

Ma questi dati devono essere presi come spunto per nuove ricerche, per capire come impostare limiti appropriati sull’uso della tecnologia

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