NUOVE PROSPETTIVE PER I CUAV – Centri per Uomini Autori di Violenza
Da anni si parla sempre di più dell’importanza di contrastare la violenza sulle donne lavorando anche sugli autori e i potenziali autori della violenza, negli ultimi mesi il dibattito pubblico si è sempre più fatto serrato sulla necessità di un lavoro concreto affinché gli uomini non agiscano violenza.
Ora sembra che dalle parole si stia passando alle azioni concrete. Già dal 2020 è stato istituito un fondo gestito dal DPO (Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) per finanziare i CUAV (Centri per Uomini Autori di Violenza), allora era di un solo milione di euro l’anno, successivamente è stato stanziato un finanziamento speciale una tantum di 10 milioni di euro per la creazione e il sostegno dei CUAV su tutto il territorio nazionale.
Questi fondi sono stati poi ripartiti regione per regione e, ad esempio, è notizia di questi giorni che la Regione Lazio è pronta a utilizzare questi fondi: metterà a disposizione quasi 700mila euro per la creazione dei CUAV sul territorio regionale e il sostegno dei pochi già esistenti.
Anche altre regioni stanno predisponendo l’utilizzo di questi fondi e si presume che nei prossimi mesi si avrà la concreta possibilità di far nascere un vero e proprio sistema nazionale di centri per autori di violenza diffuso su tutto il territorio nazionale. Di pari passo si stanno muovendo altre istituzioni nel riconoscimento di questo importante servizio di contrasto alla violenza di genere, ad esempio il Tribunale di Roma ha recentemente sottoscritto un protocollo insieme alla ASL RM1, Roma Capitale, il Garante dei detenuti, l’Università La Sapienza, l’Ordine degli Avvocati ecc, proprio per sviluppare un approccio sistematico e preventivo di trattamento degli autori di violenza. A questo protocollo aderiscono in convenzione i CUAV che lavorano nel territorio.
Infine è notizia di questi giorni che, con l’ultima legge di bilancio, il finanziamento annuale per i CUAV è passato da un milione a 5 milioni annui.
Lo sviluppo di questo intervento è una grande opportunità anche per la comunità professionale degli psicologi, perché nelle linee guida definite dal DPO l’unica figura professionale che deve essere necessariamente presente nel team di lavoro è proprio quella dello psicologo.
Però occorre riconoscere che i percorsi di studi, sia di laurea che di specializzazione, non hanno mai approfondito con sufficienza il tema della violenza e ancor di meno quello del lavoro con l’autore di violenza, proprio per questo è necessario pensare ad una formazione specifica su questo ambito, che permetta di avere una conoscenza ampia del fenomeno, del contesto in cui si opera e delle metodologie d’intervento. Per altro le stesse linee guida indicano che gli operatori devono avere una formazione specifica e un aggiornamento continuo.
FCP già da un anno ha organizzato un master che risponde a questa esigenza formativa, avvalendosi della collaborazione con Centro Prima, il primo centro di Roma e del Lazio che offre percorsi psicologici per autori di violenza già da 10 anni. Un contributo concreto per la crescita professionale degli psicologi e per il contrasto alla violenza di genere.
Andrea Bernetti
Psicologo, psicoterapeuta
Presidente APS Centro Prima
Consulente per la Commissione Bicamerale sul Femminicidio