“Vittime di reato” un’esperienza che porta con sé conseguenze psicologiche anche a lungo termine e spesso poco esplorate dalla letteratura, soprattutto per crimini minori. Quali possono essere però queste conseguenze? E quali invece possono essere i fattori di protezione dalla paura di una nuova vittimizzazione? Questo interessante studio ha provato ad analizzare il ruolo del Capitale Sociale Cognitivo.
Oltre al danno fisico e alla perdita di eventuali oggetti di proprietà, l’esperienza di essere vittima di un atto criminale ha sia effetti a breve termine che a lungo termine sulla salute mentale.
Sebbene i sintomi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) sono le conseguenze più gravi a livello psicologico di un reato violento, molti studiosi hanno identificato un ampio raggio di altri sintomi psicologici tra le vittime di crimini violenti e non-violenti. Come hanno mostrato Tan e Haining, l’86% delle vittime di un crimine intervistate a Sheffield (UK) hanno riportato avere almeno un sintomo psicologico come conseguenza di un’esperienza criminale: stress (59,7%), difficoltà a dormire (39.3%), perdita di confidenza (37,2%), depressione (30,1%) e attacchi di panico (24,5%).
Il risultato di studi longitudinali indicano che le conseguenze psicologiche negative di essere vittime di un crimine possono durare più di 12 mesi e che l’uso dei servizi di salute mentale è efficace nella riduzione dei sintomi. I risultati di uno studio longitudinale gemello in Gran Bretagna indica che essere vittime di un crimine nell’infanzia aumenta il rischio di sintomi psicotici durante l’adolescenza. La maggior parte degli studi si sono focalizzati su crimini violenti e di conseguenza la conoscenza delle conseguenze dei crimini minori è rara. Solo recentemente, uno studio olandese ha rivelato che le vittime di violenza fisica hanno un maggiore rischio PTSD rispetto alle vittime di rapine o furti.
Spiegazioni degli effetti negativi dell’essere vittime di reato sulla salute mentale
Da un punto di vista del modello di coping e stress-transazionale (TCSM), un atto criminale viene considerato come uno stimolo ambientale la cui conseguenza psicologica dipende dalla valutazione cognitiva dei requisiti di adattamento della persona (valutazione primaria), le risorse di coping (valutazione secondaria) e la capacità dell’individuo di adattarsi ai requisiti e acquisire le stesse risorse di coping (rivalutazione).
Le conseguenze psicologiche negative sono plausibili quando la persona valuta le proprie risorse di coping come insufficienti per adattarsi allo stimolo ambientale in un modo che previene le conseguenze negative. Nel caso della vittimizzazione criminale, lo stimolo non è solo definito dalla minaccia di un pericolo fisico o della perdita di un avere, ma anche dalla violazione delle considerazioni umane di base sulla benevolenza degli altri e la sicurezza dell’ambiente abitativo.
Perciò, la maggior parte delle persone si aspetta di valutare lo stimolo dell’essere vittima di un crimine come una minaccia elementare che induce una valutazione secondaria della capacità di evitare pericoli fisici e perdita di averi. L’esperienza di incapacità di prevenire le conseguenze negative dell’essere vittime potrebbe suscitare una sensazione di scarsa capacità e impotenza (che può anche essere generalizzata a situazioni simili in futuro). Tali aspettative generalizzate di impotenza e scarsa efficienza sono fonti principali di depressione.
Quindi, dopo un attacco, non solo la stima della vittima dell’evento principale, ma anche le sue aspettative su simili eventi futuri influisce sulle conseguenze psicologiche di ciò che provano. I fattori ambientali e individuali sono considerati influenzare i risultati di questo processo. Negli studi passati, i tassi di criminalità e i segnali di inciviltà nel vicinato aumentavano il rischio percepito di essere vittime, e la paura del crimine, ma non influiva direttamente sulle conseguenze psicologiche della vittimizzazione.
Il ruolo del sostegno sociale nella prevenzione della salute mentale per le vittime di reato
Da un punto di vista della psicologia del trauma, il sostegno sociale è considerato un fattore cruciale per prevenire le conseguenze negative di un atto criminale sulla salute mentale, rafforzando la fiducia della vittima verso la benevolenza e l’aiuto delle altre persone. Questa ipotesi è stata parzialmente supportata dai risultati del Case Study di Sheffield, che indicano che le vittime di crimini che vivono da sole riportano maggiori conseguenze negative di quelle che vivono con qualcun altro. Inoltre, Haden e Scarpa hanno rivelato che il sostegno sociale percepito diminuiva l’effetto dell’essere vittima sui sintomi di depressione.
Il ruolo del capitale sociale nella spiegazione degli effetti successivi all’essere vittime di reato sulla salute mentale
Il concetto di capitale sociale (CS) è stato introdotto da Bourdieu per enfatizzare il ruolo delle relazioni sociali nelle distinzioni sociali e delle diseguaglianze nelle società moderne. Coleman ha integrato le teorie sociologiche ed economiche delle azioni umane per definire il CS come una risorsa individuale e collettiva analoga al capitale umano e finanziario. Secondo questo punto di vista, il capitale sociale (CS) è generato dalla disponibilità degli individui a investire nella fiducia reciproca, nello scambio di informazione e in un orientamento verso le norme sociali. Questo investimento risulta in benefici personali e collettivi.
Putnam ha usato il termine CS, nella sua forma più popolare, per puntualizzare il ruolo che la partecipazione civica e la norma di una reciprocità generale gioca nelle moderne democrazie. Nonostante il suo uso diffuso nel campo della politica economica e della salute pubblica, non c’è ancora una definizione generica di CS e perciò è criticato per la sua ambiguità concettuale e applicazione incerta.
Riassumendo le diverse dimensioni di CS a cui ci riferisce in letteratura:
Il team di Islam ha differenziato tra il CS strutturale e cognitivo. Il CS strutturale si riferisce agli aspetti obiettivi dell’organizzazione sociale, come la densità delle reti sociale, o i pattern di coinvolgimento civico. Mentre, il CS cognitivo fa riferimento alla rappresentazione soggettiva del livello di fiducia interpersonale, condivisione e reciprocità.
Il CS cognitivo e strutturale è stato scoperto essere positivamente associato sia alla salute fisica che a quella mentale. Tuttavia, non c’è una sola teoria sui meccanismi per i quali il capitale sociale opera, e neppure se operi a livello di organizzazione sociale o individuale o entrambe.
Le conseguenze sulla salute mentale delle vittime di reato
Con uno sguardo alle conseguenze sulla salute mentale, il risultato di diverse analisi sistematiche indicano delle associazioni inverse tra la salute mentale e il livello personale di CS cognitivo, ma solo connessioni deboli o assenti tra la salute mentale e il CS strutturale.
Questi risultati possono riflettere il fatto che la maggior parte degli studi hanno incluso solo l’uso di misure del CS cognitivo, ma sostengono anche la posizione di Portes, secondo cui il CS è solo un nuovo termine più fascinoso per nominare caratteristiche già ben stabilite a livello individuale, come il sostegno sociale e i contatti sociali.
Insomma, sia lo stato attuale del dibattito teorico che le prove empiriche sostengono che il CS cognitivo definito dalle persone come “una rappresentazione soggettiva della qualità delle loro relazioni sociali” può influire sulla loro capacità di gestire le sfide psicologiche, come l’essere vittime di un crimine.
Ma come può il capitale sociale cognitivo moderare l’associazione tra l’essere vittime di reato e la salute mentale?
Stando alla distinzione tra CS cognitivo e strutturale fornita dal team di Islam ci aspettiamo che il CS cognitivo sia definito come “percezione individuale della fiducia interpersonale, sostegno reciproco nel vicinato e nelle relazioni sociale per influire sui tre livelli del processo di valutazione supposti dal TCSM“.
Nella valutazione primaria, la fiducia della persona nella benevolenza degli altri e la reciprocità delle relazioni sociali può ridurre il rischio percepito di vittimizzazioni future.
Invece, nella valutazione secondaria, una fiducia generale nell’aiuto delle persone può rafforzare il senso personale di efficienza in termini delle proprie difese contro perdite potenziali e incidenti causati dall’essere vittime di reato. Come variabile di moderazione in questo processo di valutazione, ci dovremmo aspettare un maggiore livello di CS cognitivo che potrebbe associarsi a una minore vulnerabilità delle vittime contro le conseguenze negative dell’aver subito un atto criminale.
Tuttavia, considerando gli assunti della psicologia del trauma, la fiducia delle vittime di reato nell’auto e nella benevolenza degli altri può anche essere indebolita dall’esperienza del crimine stesso. In questo caso, gli effetti psicologici negativi legati al crimine possono aumentare a causa di un deterioramento del CS cognitivo e risultare in una maggiore vulnerabilità percepita di possibili reati futuri e delle loro conseguenze negative.
Scopo dello studio e ipotesi
Scopo:
Lo scopo di questa analisi è di investigare la rilevanza del CS cognitivo sull’associazione tra l’essere vittime di reato e la salute mentale all’interno del quadro teorico discusso sopra.
Per questo scopo, abbiamo sviluppato un modello che includa le variabili chiave in linea con i punti di vista teorici sopra discussi.
Ipotesi:
Se il CS cognitivo funziona come cuscinetto contro gli effetti negativi sulla salute mentale del subire un crimine, dovremmo aspettarci un’associazione moderata tra il CS cognitivo e il percorso dall’essere vittime di reato alla vittimizzazione futura supposta e la sicurezza percepita sulla salute mentale.
Al contrario, se il CS cognitivo viene modificato dall’esperienza della vittimizzazione, ci dovremmo aspettare che questa abbia un effetto negativo diretto sul CS cognitivo, e di portare indirettamente a un aumento della vulnerabilità e una minore salute mentale.
Materiali e metodi
Composizione dello studio e campione
In questo studio abbiamo utilizzato da Novembre 2015 a Gennaio 2016 un sondaggio telefonico cross-sezionale e computer-assisted su persone sopra i 18 anni che vivono in tre città tedesche adiacenti per una popolazione totale di 1.4 milioni.
I numeri di telefono sono stati raccolti randomicamente dall’elenco telefonico. I soggetti sono stati selezionati attraverso la griglia di selezione di Kish. In totale dei contattatti erano 6780. Per garantire che queste abitazioni fossero collocate nella regione di studio, gli intervistati hanno confermato la loro residenza prima di cominciare l’intervista. Dopo avere escluso 69 abitazioni per essere fuori dalla regione di studio, 3005 persone (44,32% di tasso di risposta) hanno partecipato al sondaggio.
Misure:
1)
Abbiamo valutato la vittimizzazione usando il seguente questionario: “Siete mai stati vittime di un furto nella vostra casa? Siete mai stati feriti fisicamente in un attacco fisico?” “Siete mai stati vittime di una violenza sessuale?”
Le risposte erano “mai”, “Sì, nell’ultimo anno” e “Sì, più di un anno fa”.
2)
Il rischio soggettivo di subire un crimine lo abbiamo valutato usando queste domande:
“Come valutate il rischio di essere colpiti da uno dei seguenti eventi nei prossimi 12 mesi?”
Le risposte erano relative all’essere vittime di uno (o più) dei seguenti eventi: attacco terroristico, furto in casa, violenza fisica, violenza sessuale. Le risposte era categorizzate in “molto basso” (1), “basso” (2), “moderato” (3); “alto” (4); e “molto alto” (5).
3)
Abbiamo poi valutato la sicurezza personale percepita usando le seguenti tre domande “Quanto vi sentite sicuri nella vostra vita quotidiana?” “Considerate l’area in cui vivete sicura?” “Siete preoccupati della vostra sicurezza personale”.
Le categorie di risposta sono state: “per niente” (1); “poco” (2); “moderatamente (3); “abbastanza” (4); e “estremamente” (5).
4)
Inoltre, abbiamo valutato la capacità percepita di prevenire la futura vittimizzazione criminale utilizzando le seguenti domande: “Come valuta la sua capacità di proteggersi da un furto con scasso nella sua casa? “Come valuta la sua capacità di proteggersi da un’aggressione fisica? “Come valuta la sua capacità di proteggersi da un’aggressione sessuale?”
Le categorie di risposta erano “molto bassa” (1), “bassa” (2), “moderata” (3), “alta” (4) e “molto alta” (5).
5)
Data la mancanza di un unico costrutto di misurazione della SC abbiamo selezionato quelle dimensioni discusse in letteratura che sembravano essere più rilevanti per la nostra domanda di ricerca.
In assenza di uno strumento uniforme per misurare le diverse dimensioni del capitale sociale, abbiamo misurato il capitale sociale cognitivo secondo la nostra definizione di “qualità percepita dei contatti di vicinato, il livello percepito di sostegno reciproco di vicinato e la norma di reciprocità percepita”, utilizzando domande del German General Social Survey: “Come valuterebbe i contatti nel suo quartiere?”
Questa aveva le seguenti categorie di risposta: “Quasi nessuno si conosce o saluta qui”, “Le persone si salutano ma hanno pochi contatti tra loro”, “La maggior parte delle persone si conoscono e si aiutano a vicenda”, e “Le persone hanno stretti contatti e condividono attività ricreative”.
6)
Il livello di sostegno reciproco del vicinato lo abbiamo valutato utilizzando la domanda “Chi aiuta chi nel tuo quartiere?”
Per le voci “Io aiuto gli altri” e “Gli altri mi aiutano”, le categorie di risposta erano “sì” (1) e “no” (0). Per le voci “Io non aiuto nessuno” e “Nessuno mi aiuta”, le categorie di risposta erano “sì” (1) e “no” (0).
Un’altra domanda “Lasci una chiave a un vicino quando sei via per un lungo periodo?” aveva le categorie di risposta “no” (0) e “sì” (1).
7)
Le aspettative di reciprocità, lo abbiamo valutato utilizzando il livello di accordo con le seguenti affermazioni: “Sono convinto che in Germania, in una situazione di emergenza, ognuno riceve l’aiuto di cui ha bisogno”. “In una situazione di emergenza, offrirei il mio aiuto anche a persone sconosciute”. “In una situazione di emergenza, posso aspettarmi aiuto da persone che non conosco”. “Ci si può fidare della maggior parte delle persone”.
Le categorie di risposta erano “per niente vero” (1), “per lo più falso” (2), “parzialmente vero” (3), “per lo più vero” (4) e “completamente vero” (5).
8)
Abbiamo valutato i sintomi di ansia e depressione usando la versione breve del Patient Health Questionnaire (PHQ-4). Il PHQ-4 è uno strumento self-report che consiste in una scala di depressione a 2 item (PHQ-2) per valutare la perdita di interesse e l’umore depresso e una scala di ansia a 2 item (GAD-2) per valutare nervosismo e preoccupazione.
Discussione
A nostra conoscenza, questo è il primo studio che esamina empiricamente il ruolo di SC cognitivo per quanto riguarda l’associazione tra CV e salute mentale, utilizzando un ampio campione rappresentativo dalla Germania.
In accordo con gli studi precedenti degli Stati Uniti e del Regno Unito, i nostri risultati confermano che le esperienze di CV sono associate ad un aumento dei sintomi di ansia e depressione. Come ipotizzato nella teoria del trauma psicologico, le esperienze di aggressione sessuale o fisica sono state associate ad aumenti clinicamente rilevanti del rischio di soffrire di un disturbo mentale.
Tuttavia, mentre l’associazione diretta tra CV e sintomi di malattia mentale identificata nel modello è in accordo con la psicologia del trauma, la mancanza di associazioni significative tra SC cognitivo e sicurezza percepita non supporta l’ipotesi che il CV influenzi indirettamente la salute mentale attraverso la violazione degli assunti umani di base sulla sicurezza del mondo e la generale benevolenza e supporto dei compagni.
I nostri risultati sono in accordo con gli studi precedenti, indicando che l’esperienza di un CV è associata a una maggiore percezione del rischio di vittimizzazione futura e a una minore sensazione di sicurezza personale. Inoltre, l’associazione tra CV e sicurezza percepita è condizionata dal rischio percepito di vittimizzazione futura, indicato da una forte associazione indiretta significativa e l’assenza di una significativa associazione diretta tra CV e sicurezza percepita.
Tuttavia, l’associazione tra sicurezza personale e sintomi di disturbo mentale è significativa ma debole. Di conseguenza, è stato possibile identificare solo una piccola associazione indiretta significativa tra CV e sintomi del disturbo mentale. Pur essendo in linea con le ipotesi di base del nostro modello, questi risultati non forniscono alcuna spiegazione dell’associazione tra CV e sintomi del disturbo mentale.
Al contrario, la forte associazione moderatrice tra SC cognitivo che mitiga l’associazione tra CV e sintomi di ansia e depressione e il rischio percepito di vittimizzazione futura è coerente con l’ipotesi che la fiducia generale nella benevolenza e disponibilità delle altre persone ha il potenziale per diminuire le conseguenze negative di eventi di vita negativi come il CV sulla salute mentale.
Questa interpretazione è in accordo con i risultati di studi precedenti. Quindi, livelli più bassi di SC percepito sono associati a rischi più elevati o a più sintomi di malattia mentale, indipendentemente dal tipo di richieste ambientali. I nostri risultati sono in accordo con i presupposti della teoria transazionale dello stress e del coping. Questi indicano quindi che lo SC cognitivo rappresenta una credenza personale sull’ambiente sociale, che è direttamente associata alla percezione soggettiva della capacità di una persona di prevenire futuri CV (che, a sua volta, è associata a una maggiore sensazione di sicurezza personale).
In sintesi, questi risultati sono coerenti con l’ipotesi generale che SC cognitivo è una risorsa individuale importante tra le vittime di reato nel mantenere stabile la salute mentale. I risultati di questo studio rivelano anche che l’impatto positivo dello SC cognitivo non può essere interpretato dai suoi effetti sulla capacità di coping individuale, sulla valutazione del rischio o sulla sicurezza personale. Questo si basa piuttosto sul suo effetto “tampone” contro l’impatto negativo del CV sulla salute mentale.
Inoltre, il fatto che lo SC cognitivo non sia influenzato negativamente dall’esperienza del CV suggerisce che potrebbe essere una componente stabile dei sistemi di credenze individuali che non sono vulnerabili alle esperienze negative. In che misura, allora, lo SC cognitivo può essere migliorato da interventi sociali o politici? In una recente revisione sistematica Flores et al., hanno identificato sette studi che valutano gli effetti delle misure progettate per migliorare lo SC sugli esiti della salute mentale. Su sette studi, quattro hanno trovato effetti positivi sul capitale sociale a livello individuale e sulla salute mentale.
Conclusioni
I nostri risultati suggeriscono che lo SC cognitivo è una risorsa di coping individuale, relativamente inerte alle esperienze di vita negative e ha il potenziale per diminuire le conseguenze negative del CV sulla salute mentale. Ulteriori ricerche dovrebbero esplorare fino a che punto il miglioramento dello SC cognitivo a livello individuale o di comunità può aiutare a ridurre l’ansia e la depressione tra le vittime del crimine.
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Articolo liberamente tradotto e adattato. Fonte: Kilian R, Müller-Stierlin A, Lamp N, von Gottberg C, Becker T. Criminal victimization, cognitive social capital and mental health in an urban region in Germany: a path analysis. Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol. 2021 Jan 6. doi: 10.1007/s00127-020-02021-5.