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La Terapia Breve Strategica: cos’è e come funziona

terapia breve strategica

Cenni storici sulla Terapia Breve Strategica

Il primo modello di Terapia Breve Strategica venne formulato dal famoso gruppo di ricercatori del Mental Research Institute di Palo Alto in California (Watzlawick, Weakland, Fisch, 1974; Weakland et al., 1974). Questi studiosi sintetizzarono i risultati delle loro ricerche sulla comunicazione e la terapia familiare con i contributi tecnici di Milton Erickson sull’ipnositerapia. L’esito fu un modello sistematico di terapia breve che poteva essere applicato  a diverse tipologie di disturbi, con risultati in tempi brevi.

Successivamente, nel 1987, con la collaborazione tra Paul Watzalwick e Giorgio Nardone, si ha la moderna evoluzione della terapia breve strategica.

Il modello, formulato da Paul Watzalwick ed evoluto da Giorgio Nardone (1990), ha portato alla formulazione di specifici protocolli di trattamento per vari tipi di patologie psichiche e comportamentali.

Le basi epistemologiche del modello evoluto di terapia breve strategica sono il costruttivismo radicale (E. von Glasersfeld, H. von Foerster), la teoria dei sistemi (E. von Bertalanffy), la pragmatica della comunicazione (P. Watzlawick, Beavin, Jackson), la logica strategica (J. Elster, N. Da Costa, G. Nardone) e la moderna teoria dei giochi (J. von Neumann).

Il costrutto operativo fondamentale è quello di “Tentata Soluzione”, formulato per la prima volta dai ricercatori dell’ M.R.I. (1974), che si riferisce a  tutto ciò che la persona mette costantemente in atto nel tentativo di superare un problema  e che, invece di risolverlo, lo mantiene e lo alimenta fino alla strutturazione di un vero e proprio disturbo.

Che cos’è

La Terapia Breve Strategica è un Modello di intervento innovativo che ha la capacità di produrre cambiamenti in tempi brevi anche nel caso di disturbi molto radicati e che persistono da anni.

Si avvale di una rigorosa metodologia di ricerca empirico-sperimentale e rappresenta una prospettiva rivoluzionaria rispetto alle forme convenzionali di intervento terapeutico.

Si tratta, infatti, di un intervento:

  • Breve: si occupa di eliminare i sintomi o i comportamenti disfunzionali presentati dal soggetto.
  • Focale: si concentra su un obiettivo concreto di cambiamento, concordato congiuntamente con il terapeuta.
  • Radicale: mira a modificare la rappresentazione che il soggetto ha del proprio problema con conseguente recupero della fiducia nelle proprie risorse.
  • Efficace: Il cambiamento che si produce (87% dei casi) è duraturo poiché non si presentano ricadute rispetto al problema presentato.
  • Non farmacologico: si utilizzano solo metodi psicologici.

La Terapia Breve Strategica si occupa del modo in cui l’uomo percepisce e gestisce la propria realtà attraverso la comunicazione con se stesso, gli altri e il mondo, trasformandola da disfunzionale in funzionale.

Infatti, secondo il modello strategico, qualsiasi disturbo psicologico è determinato dalla percezione della realtà da parte del soggetto che fa sì che egli percepisca, o meglio costruisca, una realtà alla quale reagisce con un comportamento disfunzionale.

La Terapia Breve Strategica è, inoltre, concepita e strutturata come una sorta di partita a scacchi, dove le varie mosse e contromosse del terapeuta consistono nella prescrizione di compiti che il paziente deve svolgere al di fuori della seduta. I vari compiti sono finalizzati al raggiungimento di obiettivi concreti (risoluzione di un problema, riduzione di un disagio, miglioramento del proprio benessere psicologico), stabiliti fin dalla prima seduta, di comune accordo, dal paziente e dal terapeuta.

Come funziona

L’intervento strategico viene attuato sulla base dell’obiettivo da raggiungere e delle caratteristiche del problema da risolvere. Si concentra principalmente sul presente su ciò che mantiene il problema.

In particolare si focalizza su come:

  • funziona il problema, invece che indagare sul perché esiste;
  • il soggetto ha cercato fino ad ora di combatterlo o risolverlo (le tentate soluzioni che alimentano o aggravano il problema);
  • fare per poter cambiare la situazione di disagio;

Le strategie e le soluzioni più idonee e funzionali al raggiungimento degli obiettivi vengono  definite di volta in volta. Se il trattamento funziona si osserva, di solito, una netta riduzione della sintomatologia già a partire dalle prime sedute.

L ‘obiettivo della Terapia Strategica  è quello di produrre cambiamenti nelle modalità con le quali le persone hanno costruito realtà private e disfunzionali,  favorire la costruzione di un nuovo equilibrio funzionale  e   sviluppare l’ acquisizione di autonomia e capacità personali nel fronteggiare e risolvere i problemi.

La Terapia Breve Strategica si basa, inoltre, sull’utilizzo di specifici protocolli di trattamento costruiti ad hoc per determinati disturbi ed è riconosciuta come best practice per alcune importanti psicopatologie (disturbo ossessivo-compulsivo, binge eating, anoressia giovanile, attacchi di panico)

Criteri scientifici

La Terapia Breve Strategica è empiricamente e scientificamente validata  (Watzlawick, 2007; Castelnuovo et al., 2011; Nardone , Salvini, 2014; Nardone, 2015; Pietrabissa, Gibson, 2015). Il modello di terapia strategica è stato costituito sulla base dei seguenti criteri:

  • Efficacia: la capacità dell’intervento di raggiungere gli obiettivi prefissati mediante l’estinzione dei disturbi presentati dal paziente.
  • Efficienza: l’intervento deve dare esiti di miglioramenti già dalle prime sedute e deve condurre alla soluzione del problema nell’arco di 3-6 mesi.
  • Replicabilità: le tecniche terapeutiche devono poter essere applicate con successo a persone differenti che presentano lo stesso tipo di disturbo.
  • Predittività: per ogni singola manovra terapeutica si devono prevedere in anticipo tutti gli effetti possibili, in modo da poter modificare quelli indesiderati.
  • Trasmissibilità: il modello di terapia strategica può essere appreso e applicato da differenti persone. 

Efficacia ed efficienza

Nel 2005 sono stati pubblicati in “Brief Strategic Therapy : Philosophy, techniques, and research” (Nardone G., Watzlawick P.; 2005) i risultati degli studi che sono stati condotti nell’arco di 10 anni (su un campione di 3.640 casi trattati, comprendente le varie patologie psicologiche), dal gruppo di ricerca del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, seguendo i parametri internazionali per la valutazione dell’ efficacia ed efficienza delle psicoterapie. I risultati hanno evidenziato come ben l’87% dei casi, con punte del 95%, è stato risolto attraverso un trattamento di durata media pari a 7 sedute, dimostrando così l’efficacia e l’efficienza della Terapia Breve Strategica.

Per quanto una patologia possa essere sofferta, complicata e persistente per anni non è detto che la soluzione terapeutica debba essere altrettanto sofferta e prolungata nel tempo.(Paul  Watzlawick)

 

BIBLIOGRAFIA:

Nardone, G., Watzlawick, P., L’Arte del cambiamento: manuale di terapia strategica e ipnoterapia senza trance, Ponte alle Grazie, Firenze, 1990.

Nardone, G., Watzlawick, P., Brief Strategic Therapy : Philosophy, techniques, and research, Jason Aronson Inc. Publishers, USA, 2005.

Nardone, G., Portelli, C., Cambiare per conoscere: l’evoluzione della terapia breve strategica, TEA, Milano, 2015.

Watzlawick, P., Nardone, G. (Eds), Terapia Breve Strategica, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1997.

 

 

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