FCP > Corsi Ondemand di Psicologia e Psicoterapia > Trauma dello Sviluppo e Dissociazione in Bambini e Adolescenti
28 ore | Accesso a registrazioni per 12 mesi
Un percorso di Alta Formazione, con esperte internazionali, per dotarti delle competenze e degli strumenti diagnostici, di concettualizzazione teoriche e dei protocolli terapeutici aggiornati, per la cura e la prevenzione del Trauma e dei Disturbi Dissociativi nei bambini e negli adolescenti.
247,00 € IVA inclusa
Docenti:
Sandra Baita
, Alessia Tomba
, Na’ama Yehuda
, Joyanna Silberg
, Cristina Cortés
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Il trattamento del trauma dello sviluppo e la dissociazione in età evolutiva comporta diverse sfide. Le Linee Guida che si utilizzano per il lavoro con questa popolazione non contemplano certe situazioni particolari che i terapeuti trovano spesso nel loro lavoro con questi bambini, adolescenti e le loro famiglie. Queste situazioni, frequenti e caratteristiche delle manifestazioni post traumatiche e dissociative, hanno bisogno di una adeguata diagnosi e concettualizzazione per rendere efficaci gli interventi terapeutici. La presente Master Class ti fornirà conoscenze e competenze utili ad intervenire efficacemente su queste situazioni particolari, fornendoti strumenti diagnostici, concettualizzazioni teoriche e protocolli terapeutici aggiornati, per la cura e la prevenzione del Trauma e dei Disturbi Dissociativi nei bambini e negli adolescenti.
Visualizza la flash intro della Dr.ssa Sandra Baita (clicca qui per vedere la presentazione completa, della durata di 44 minuti)
Attraverso questa lectio diventeremo competenti di come l’esperienza traumatica influenzi la costruzione di una narrazione coerente su ciò che è successo, e ancora di più se l’esperienza è stata molto precoce, prima dello sviluppo del linguaggio. Vedremo l’importanza del legame affettivo come elemento determinante non solo nella costruzione della narrazione di eventi preverbali, ma anche nel riconoscimento di sensazioni ed emozioni vissute senza contenuti verbali che possono mancare di un’adeguata percezione e riconoscimento, impedendo la gestione di diversi stati emotivi.
Il dialogo riflessivo, la comunicazione coerente e l’inferenza di stati da parte dei genitori e degli operatori aiuta ad integrare fatti, stati emotivi e sensoriali. Il silenzio, il non mettere parole all’esperienza, non permette la continuità della storia e l’integrazione degli stati emotivi presenti nei momenti di avversità e di trauma. La mentalizzazione e la riflessione del sistema familiare si espande al bambino e facilita l’integrazione dell’accaduto e degli stati emotivi associati.
Capiremo come esistano stati evolutivi che non proseguono il loro processo maturativo e ostacolano i comportamenti del presente e sono legati, nel nostro caso, alle memorie pre-verbali del trauma, il riconoscimento e l’accettazione di questi stati è fondamentale.
Presenteremo i concetti e le teorie che ci aiutano a comprendere lo sviluppo infantile e come esso sia condizionato dai legami affettivi che si acquisiscono nella prima infanzia, come le figure rilevanti come i genitori, i tutori e gli insegnanti siano determinanti nella neurocezione della sicurezza, soprattutto quando si è verificato un trauma precoce.
Combineremo contenuti teorici con esercizi pratici di natura sperimentale che ci permetteranno di mettere in pratica, capire e integrare ciò che abbiamo imparato.
BASI BIOLOGICHE E SOCIALI DELLA NARRAZIONE
METTERE ORDINE NEL CICLO DI VITA
Gli ultimi anni hanno portato una maggiore consapevolezza sull’impatto delle avversità infantili lungo tutto l’arco della vita e sulla realtà che il trauma può influenzare lo sviluppo dei bambini. Questo include il linguaggio e la comunicazione e la loro unica vulnerabilità allo stress. I bambini traumatizzati sono esposti a un alto rischio di essere soggetti a un’educazione speciale e ad altri servizi di supporto. Spesso lottano con il linguaggio, l’attenzione, l’elaborazione, la regolazione e il funzionamento esecutivo. Le difficoltà con le emozioni, gli stati corporei, la causa-effetto e la narrazione possono influenzare le loro prestazioni e complicare le interazioni e i risultati clinici.
I professionisti dell’infanzia vedono abitualmente bambini che presentano difficoltà e ritardi. Sono in una posizione unica per aiutare a sostenere i bambini traumatizzati e collaborare con altri professionisti dell’infanzia in modo che tutti possano capire i modi in cui le sfide dei bambini si manifestano durante le comunicazioni percepite come neutre, così come in risposta ai ricordi traumatici e alla narrazione emotiva.
Questo workshop utilizzerà le vignette di casi clinici insieme alla letteratura di ricerca per descrivere come vari traumi infantili possono manifestarsi nella capacità dei bambini di relazionarsi, partecipare, imparare e comunicare. Verranno esplorati possibili modi per comprendere, rispondere e sostenere i bambini traumatizzati, insieme a suggerimenti pratici per ottimizzare la valutazione, la diagnosi differenziale e l’intervento per migliorare la comunicazione, il linguaggio, il comportamento, la connessione e l’apprendimento in questi bambini.
Il partecipante sarà in grado di:
La clinica e lo sviluppo di nuove strategie di valutazione hanno permesso negli ultimi anni di avere a disposizione strumenti diagnostici sempre più precisi anche nella valutazione dei disturbi post traumatici e dissociativi. È di vitale importanza effettuare una corretta valutazione diagnostica poiché questa orienta il lavoro terapeutico in più sensi, diventa fondamentale con questi pazienti. Ma come si traduce da un punto di vista clinico e terapeutico il lavoro con un paziente che presenta una dissociazione primaria o secondaria soprattutto nell’infanzia?
Solo il terapeuta attraverso la sua conoscenza della materia e soprattutto con la sua capacità di sintonizzarsi col paziente può definitivamente confrontarsi con ciò che tale inquadramento comporta. Solo all’interno della stanza di terapia, mentre si cerca di costruire una relazione terapeutica (cosa non sempre scontata), lo specialista può comprendere quale temperatura emotiva tenere, quale distanza, quale contenimento sia meglio offrire al paziente che entra. Lavorare con la dissociazione presuppone talvolta rivedere l’assetto stesso del setting interno, la distanza tra paziente e terapeuta, il lasciarsi guidare o controllare da comportamenti che solitamente gestiamo o inquadriamo in altro modo, permettere forme di svalutazione e di “aggressività” accogliendole con il solo scopo di comprenderle e capire da dove nascono, incuriosendosi senza giudicarle.
La dissociazione impone anche al terapeuta di confrontarsi con se stesso e la sua tolleranza di tali meccanismi. Le bugie, i compagni immaginari, i racconti fantastici, i mostri e i personaggi ambigui assumono con questi pazienti significati differenti spesso da chiarire. Sarà fondamentale preoccuparsi della sicurezza SEMPRE. Esempi clinici e vignette offriranno la possibilità di entrare nello stile di funzionamento di bambini che presentano intensità e gravità di traumatizzazione differenti. Si accennerà all’uso delle Pitipies, strumento terapeutico ideato dalla docente, anche relativamente alla valutazione su quanto e come usarlo proprio in riferimento al funzionamento del paziente.
Il partecipante:
I bambini e adolescenti che hanno subito situazioni di trauma interpersonale nei contesti di accudimento, sono ancora in situazione di dipendenza rispetto dei loro caregiver. I modelli terapeutici che hanno come obiettivo il guarimento delle condizioni post traumatiche e dissociative, propongono un trattamento in tre fasi, la prima delle quali ha come obiettivo principale la stabilizzazione dei pazienti. Nel lavoro con bambini e adolescenti il primo obiettivo di questa fase sarà la sicurezza dell’ambiente, e quindi l´interruzione della loro esposizione agli eventi traumatici interpersonali.
Successivamente a questo obiettivo il lavoro terapeutico incomincia con la valutazione e l’ulteriore lavoro con la sicurezza relazionale. La sicurezza relazionale si raggiunge in un rapporto di accudimento in cui i caregiver sono capaci di auto-regolarsi, di mentalizzare il bambino e di rispondere in modo sensibile ai suoi segni. Dato che il trauma interpersonale nasce nel contesto di un rapporto, sarà il rinforzo di questo rapporto – prima con i caregiver e contemporaneamente con il terapeuta – il primo obiettivo terapeutico, e quello che permetterà di raggiungere i successivi obiettivi.
Il partecipante acquisirà conoscenze e competenze utili a:
La Dott.ssa Silberg passerà in rassegna le attuali ricerche sullo sviluppo dei processi di memoria nei bambini, per poi evidenziare ciò che si sa sulla memoria nei bambini traumatizzati. Esploreremo prima i problemi minori nella memoria e poi i bambini che hanno un’amnesia totale per il loro comportamento o per gli eventi traumatici. Questi bambini altamente dissociativi possono impegnarsi in azioni particolarmente violente, per le quali hanno una capacità di ricordare limitata. Verrà discussa una visione della memoria come un continuum in modo che i partecipanti comprendano la memoria come un fenomeno fluido e costruttivo.
Verranno discussi i problemi amnestici più gravi affrontati dai bambini più dissociativi e come affrontarli. Verrà discussa l’importanza di motivare il giovane sia con motivazioni esterne che interne, così come il modo di aiutare i giovani ad accedere a ricordi precedentemente inaccessibili attraverso vari esercizi mentali. Queste tecniche includono “l’ascolto”, che diventa un rilevatore della propria vita attraverso indizi di contesto, la destigmatizzazione dei sentimenti di vergogna, e le famiglie che lavorano insieme per sostenere la memoria dei bambini. Sarà evidenziata la differenza tra memoria autobiografica e memoria traumatica.
Il partecipante acquisirà conoscenze e competenze utili a:
Lavorare con i pazienti dissociativi comporta in primis un grande sforzo ed impegno terapeutico per stabilizzarli e per far ciò è necessario riconoscere il funzionamento delle parti e ciò che le disregola talvolta in modo grave e soverchiante. Ciò induce stati di forte malessere nel paziente oltre che frequenti rischi per la sua ed altrui salute/incolumità. Tale funzionamento spesso ostacola la costruzione di un legame di fiducia col terapeuta e rende l’avvio del percorso particolarmente difficile. Parti diverse si alternano in seduta e necessitano di essere riconosciute e accolte ma anche contenute. La parte “più matura, adulta, auto-osservante”, apparentemente normale, spesso è già presente nei bambini. Non sempre è chiaro quale sia e quanto sia forte, bisogna aiutare questa a crescere e rinforzarsi evitando gli attacchi e le trappole difensive messe in atto dall’apparato dissociativo.
È compito del terapeuta comprendere se e quando si trovi di fronte ad una parte dissociativa, attivata o meno, se e come sia possibile renderla nota alla parte “più funzionante”, come creare un clima di accoglienza per tutte le parti senza spaventarle/attivarle o spaventarsi. La stabilizzazione comincia con il riconoscimento delle parti e con il loro disvelamento anche al paziente. Ma raramente nei casi di disregolazione severa questo diventa possibile.
Il primo passo diventa entrare in contatto con quella parte dissociativa; rannicchiata, che succhia il pollice, che si addormenta per qualcosa che accade ma non è ancora chiaro, che scappa dalla stanza attivata dal calore e la presenza umana, che urla e cerca di aggredirti. In tali pazienti spesso le parti dissociative sono molto forti e più strutturate delle parti “adulte o apparentemente normali”. Tale aspetto non è sempre così evidente e complica molto il lavoro terapeutico. Talvolta ci si accorge dopo tempo di aver interagito con una parte dissociata anziché con la parte più “funzionante”, è lei la guardiana che tiene in scacco il sistema. Arrivare all’evento traumatico con questi pazienti è un percorso lento, ricco di trappole, blocchi, sofferenze e difese inamovibili. Il trauma è sepolto così profondamente da far dubitare spesso della sua esistenza, sono le difese a renderlo reale
Il partecipante acquisirà conoscenze e competenze utili a:
La disregolazione del comportamento è un sintomo caratteristico del trauma nello sviluppo. I comportamenti dirompenti – anche chiamati esternalizzanti – più frequenti che si trovano in bambini e adolescenti che hanno subito trauma interpersonale, sono il furto, la bugia, l’aggressione fisica e verbale e i comportamenti sessualizzati.
La presenza di questi comportamenti comporta un ostacolo importante nei rapporti interpersonali di questi bambini, soprattutto nel contesto dei loro rapporti di accudimento. Gli interventi che puntano al cambiamento comportamentale senza badare all’origine traumatica di queste manifestazioni diventano inefficaci e portano sofferenza e stanchezza alle famiglie. Quando il sistema di accudimento risponde negativamente a questi comportamenti si stabilisce un circuito di rifiuto e vergogna che blocca il rapporto tra il bambino e i suoi caregiver, e rinforza le dinamiche traumatiche e quindi i comportamenti dirompenti.
Il partecipante acquisirà conoscenze e competenze utili a:
Le registrazioni dei corsi a cui ti sei iscritta/o sono elencati nella tua Area Riservata, a cui puoi accedere effettuando il login. Ciascun corso, gratuito e/o a pagamento, ti rimane accessibile per 12 mesi dalla data di registrazione, salvo differenti informazioni fornite nel programma.
L’eventuale presenza di crediti ECM, ed il relativo numero di crediti, viene indicata ad inizio pagina e nel box di iscrizione. Se presenti, all’interno del programma c’è un paragrafo “Crediti ECM” in cui poter visualizzare la data a partire dalla quale potrai effettuare il quiz ECM e la data massima entro cui riuscire a superarlo con successo. Tali informazioni e date sono riportate anche nel box di iscrizione.
Per calcolare le tempistiche di accreditamento bisogna far riferimento alla “Data di scadenza del Quiz ECM” indicata nello specifico corso di formazione, NON alla data in cui viene superato il Quiz ECM. La data di scadenza del Quiz ECM la trova indicata nella pagina del corso, sia nel box di iscrizione che nel paragrafo dedicati a Crediti ECM.
Ebbene, entro 90 giorni dalla data di scadenza del Quiz ECM dobbiamo comunicare i dati ad AGENAS. A sua volta AGENAS trasmetterà i dati al COGEAPS e solo a quel punto le risulteranno accreditati.
Mediamente, consigliamo quindi di calcolare circa 4 mesi dalla data di scadenza del Quiz ECM. Precisiamo, in ogni caso, che l’Attestato di acquisizione ECM del corso a cui ha partecipato, vale come certificazione dei crediti acquisiti.
Sì, il corso rilascia un attestato di partecipazione.
Tutti i corsi di FCP, con speaker internazionali, dispongono di traduzione in italiano. In particolare: i Corsi online e le Master Class dispongono di interpretariato simultaneo, i Corsi Ondemand dispongono di sottotitolazione e/o voice over in italiano, i Corsi residenziali – in-person – dispongono di interpretariato simultaneo o consecutivo. Tali informazioni vengono generalmente specificate sulla pagina di presentazione di ciascun corso.
La presenza di materiale extra dipende dal docente e dal corso specifico: solitamente ci sono pdf contenenti i power point del docente.
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32 recensioni per questo corso
Sandra Maria Elena Nicoletti (proprietario verificato) –
Bellissimo master
Adriana Nora Lugaresi (proprietario verificato) –
Un corso ottimamente strutturato che consiglio a tutti, Non si tratta solo di comprendere i fattori di rischio per lo sviluppo di un trauma nei bambini, oltre l’evoluzione del trauma stesso e le conseguenze a livello relazionale, emotivo, cognitivo e di apprendimento. Si tratta anche di comprendere meglio gli adulti in terapia, poiché anche essi sono stati bambini e le basi che offre il corso permettono di individuare meglio i loro aspetti traumatici infantili ai fini dell’intervento. Il trauma viene affrontato sotto i suoi molteplici aspetti. Validissime, superfluo dirlo, le relatrici. Grazie.
maria concetta d’elia (proprietario verificato) –
molto interessante
Giulia Rigotti (proprietario verificato) –
Molto ben fatto!
Alessandra Costantini (proprietario verificato) –
corso valido e possibilità di avere materiale e rivedere i video davvero un plus