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Decision making: possiamo migliorare la nostra capacità di scelta?

Vi è mai capitato di entrare in una gelateria ed avere la possibilità di riempire il vostro cono con tantissimi gusti diversi? A me molte volte davvero! E la mattina davanti all’armadio ed alle vostre trenta camicie, come ve la cavate? Come vi comportate di fronte ad un’allettante offerta di lavoro, che però comporta un cambiamento di città?

Ogni giorno abbiamo a che fare con innumerevoli scelte da fare, dalle più semplici alle più complesse e rischiose. In alcuni casi prendiamo delle decisioni sulla base di ragionamenti o di automatismi; in altri, invece, abbiamo difficoltà a scegliere tra più azioni: non sempre prendere la decisione giusta e focalizzarsi sui propri desideri risulta così semplice, e tante volte ci ritroviamo bloccati di fronte ad una scelta semplicemente perché abbiamo paura di commettere un errore.

Ma che cos’è, in realtà, il processo decisionale? In che modo prendiamo le nostre decisioni? Da cosa siamo influenzati quando scegliamo? In questo articolo cercheremo di scoprire qualcosa di più su tutto questo, con l’obiettivo di dare una risposta a quest’ultima fondamentale domanda: è possibile migliorare le nostre capacità decisionali?

Andiamo con ordine. Prima di tutto, al di là delle complesse definizioni forniteci dalla letteratura, decidere significa scegliere l’alternativa ritenuta più favorevole tra le opzioni possibili. E il punto è proprio questo: a volte due alternative sembrano ugualmente favorevoli, o ugualmente sfavorevoli, oppure una delle opzioni ha alcune conseguenze positive e però anche conseguenze negative, o ancora una scelta comporta un grande cambiamento. In alcune situazioni decidere non è semplice: significa mettersi in gioco, fare una scelta rinunciando a tutte le altre possibilità, crescere, imparare a capire cosa per noi è davvero importante in quello specifico momento della nostra vita.

Un altro importante punto da considerare riguarda le strategie utilizzate da ciascun individuo per prendere delle decisioni: tali strategie variano rispetto a fattori individuali e contestuali.

In linea teorica, chi compie una scelta dovrebbe optare per l’alternativa che comporta la maggiore utilità. Tuttavia noi non ragioniamo sempre in “maniera perfetta” e quindi in una scelta interferiscono una serie di elementi, sia interni che esterni. Ma quali sono questi elementi? I più importanti di essi sono:

  • i giudizi
  • la percezione del rischio
  • le emozioni
  • le esperienze precedenti

Ognuno di questi aspetti influisce in misura più o meno maggiore sulle nostre decisioni, e penso sia esperienza comune di tutti noi. Quante volte abbiamo preso una decisione sull’onda dell’emotività, oppure su presunti vantaggi e senza analizzare più razionalmente pro e contro, oppure sulla base di precedenti commenti di colleghi e conoscenti?

Esempi? Decido di iscrivermi ad una scuola di psicoterapia quadriennale perché da grande voglio fare lo psicoterapeuta, perché mi piace quell’autore e quell’approccio, perché… così fan tutti. Sfortunatamente potrebbe accadere che non ragiono su quanto mi costerà (almeno 20mila€) e su quanto tempo dovrà passare prima di rientrare dell’investimento grazie ad onorari da psicoterapeuta, non acquisisco informazioni sullo scenario di mercato e sulla domanda di psicoterapia, non inserisco questo passo dentro un mio realistico progetto di sviluppo professionale, ecc…

Ecco, la domanda a questo punto è: possiamo migliorare le nostre capacità di prendere decisioni, e di conseguenza migliorare la qualità della nostra vita?

Si che possiamo! È come se dovessimo allenare la nostra mente andando in palestra: se vogliamo ottenere un fisico scolpito facciamo per ore addominali, flessioni e piegamenti. Mantenendo l’analogia, se vogliamo imparare a decidere occorre potenziare quel pensiero che ci aiuta in questo compito: il pensiero critico. In estrema sintesi, possiamo definire il pensiero critico come un processo mentale che consiste nell’analizzare e nel valutare delle informazioni. Esso comprende tutto quello che abbiamo appena detto.

Tutte belle parole, queste. Ma come tradurre tutto quanto in strumenti ed opportunità per migliorare questa capacità?

LE 5 FASI DEL PROCESSO DECISIONALE

 

Una “buona prassi” che è possibile utilizzare ogni qualvolta dovrete operare una scelta ha come elementi chiave:

Definire l’obiettivo
Definire adeguatamente l’obiettivo è fondamentale nel processo di decision making. un accorgimento utile è mettere l’obiettivo in forma scritta, perché vederlo “scritto” spesso aiuta a ottenere la necessaria chiarezza mentale.

Raccogliere informazioni
Raccogliere le informazioni di tipo rilevante implica un esame delle informazioni disponibili e compiere i passi necessari per acquisire le informazioni mancanti ma rilevanti per la decisione in questione.

Individuare le opzioni possibili
Dopo aver raccolto tutte le informazioni necessarie, in questa fase individuiamo le possibili alternative, a partire dalle linee di azione effettivamente praticabili date le risorse disponibili.

Valutare le alternative
Si tratta di valutare ognuna delle alternative che abbiamo preso in considerazione, analizzandone costi e benefici, e di scegliere quella che ci sembra porti ai migliori risultati.

Sperimentare gli effetti
A questo punto, la mente raggiunge il punto della decisione definitiva. Si procede alla valutazione degli effetti che la decisione produrrà, ed infine si attua la decisione.

PER MIGLIORARE: LA TECNICA F.A.R.E.

Anche questa tecnica può essere molto utile come sostegno nel processo di Decision making:

Focalizzare

  • Elencare i problemi
  • Selezionare i problemi
  • Definire/ridefinire il problema

Analizzare

  • Raccogliere le informazioni che è necessario avere.
  • Organizzare le informazioni
  • Determinare i fattori rilevanti

Risolvere

  • Generare le possibili soluzioni
  • Selezionare una delle soluzioni
  • Definire un piano

Eseguire

  • Impegnarsi per raggiungere il risultato prefissato
  • Eseguire con diligenza il piano stabilito
  • Monitorare l’impatto delle decisioni prese

 

PER MIGLIORARE: PER PENSARE… METTITI UN CAPPELLO!

Per analizzare un problema e prendere una decisione, possiamo utilizzare la Tecnica dei sei cappelli: indosseremo, uno alla volta, sei cappelli di diverso colore (i cappelli sono simbolici), che corrispondono a sei diversi approcci all’analisi del problema. Ogni volta che indossate un cappello, provate a cambiare atteggiamento!

  • Il cappello giallo è il cappello dei valori e dei benefici: aspetti positivi, vantaggi, opportunità!
  • Il cappello bianco è il cappello delle informazioni: tutte le informazioni a disposizione, i fatti, i dati!
  • Il cappello rosso è il cappello dei sentimenti: tutte le intuizioni, le emozioni e i sentimenti!
  • Il cappello nero è il cappello del giudizio: critiche, contro, ostacoli!
  • Il cappello verde è il cappello della creatività: nuove idee, possibilità, alternative!
  • Il cappello blu è il cappello dell’organizzazione: priorità, metodi per risolvere il problema, risultati!

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0 thoughts on “Decision making: possiamo migliorare la nostra capacità di scelta?

  • Matteo Caffarelli says:

    Caro Armo (ormai siamo diventati amici!),
    sono nuovamente d’accordo con te! Io posso raccogliere una grande quantità di informazioni, e nonostante ciò prendere delle decisioni sbagliate. Assolutamente vero. Ma il mio ragionamento è questo: ogni cosa, che sia Internet o un’automobile o un’informazione, o anche la tecnica che ho proposto io, è solo uno strumento; è l’uso che se ne fa che può essere giusto o sbagliato. La Rete informatica è uno strumento infinitamente utile, ma se usato in modo sbagliato crea l’Internet dipendenza. Ed allo stesso modo la tecnica che ho proposto: fornisce uno strumento per migliorarsi e migliorare, poi se è usata in modo sbagliato può essere controproducente. Nel caso che hai proposto tu, il nostro studente ha in mano informazioni importanti per poter andare bene all’esame, ma se mancano altre variabili, come la stanchezza e la superficialità da te suggerite, l’esame non lo passerà mai. Non è che acquisire informazioni garantisca la scelta della miglior opzione possibile: però di certo aiuta!

    Ti auguro una buona giornata! :)

  • Matteo Caffarelli says:

    Salve, Marco.
    Da un certo punto di vista mi piace la tua visione delle cose. D’altra parte, però, lo trovo un ragionamento un po’ “estremo” (se puoi passarmi il termine): l’articolo, e quindi il mio pensiero, non vuole condannare il ruolo delle emozioni nel momento di presa di una decisione, ma richiamare l’attenzione sul possibile pericolo derivante dalla possibilità che l’emotività prenda il sopravvento su altre variabili cognitive.
    Io credo che le emozioni vadano considerate, eccome se debbano esserlo! Ma se noi prendessimo una decisione esclusivamente sull’onda dell’emotività, commetteremmo un errore che potrebbe costarci caro. Per rispondere al tuo intervento, se uno non si iscrive alla scuola secondaria perchè studiare non gli piace per niente (scelta puramente emotiva), quando a 40 anni farà l’idraulico da 25 anni si chiederà, arrabbiato, per quale motivo non ha scelto di iscriversi alla scuola secondaria per poter aspirare ad un lavoro migliore.
    Ecco, io credo che una decisione debba essere presa avendo ben chiare tutte le variabili da considerare: anche le emozioni, certo! Ma non lasciarsi totalmente trasportare da esse, tralasciando elementi che potrebbero risultare importanti…

    Spero di essere stato chiaro nell’esporre quello che è il mio pensiero…
    A presto!

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