Psicologia e Oncologia

psicologo e oncologia

Della scorsa settimana il bell’articolo di Nicola Piccinini che cita studi che mostrano evidenze sull’enorme vantaggio della compresenza di uno psicologo non solo nella prevenzione della depressione in pazienti oncologici,ma anche, e soprattutto nella loro qualità della vita. Sembra assurdo che debbano essere forniti dati ed evidenze scientifiche a riguardo, ma tant’è!

Un altro dato interessante emerso dal Congresso Esmo in svolgimento a Madrid è che più del 70 % dei giovani oncologi in Europa soffre di disturbi del Burn-out.

Burn-out come deterioramento del benessere psicofisico, cito il Dott Fasulo (presidente del Collegio Italiano Primari Oncologi Medici): “rappresenta una duplice conferma, che da un lato l’efficacia  di un buon  servizio sanitario richiede che ci si occupi degli operatori e dei professionisti, dall’altro che una buona organizzazione rappresenta un requisito di base imprescindibile, non una condizione cui si perviene, solo occasionalmente, per la capacità e la buona volontà dei singoli e nonostante i vincoli”. Che non riguarda solo, aggiungo io, il personale medico ma anche e soprattutto la loro relazione con il paziente.

Ma definiamolo un po’, questo Burn-out; il concetto di burn-out fu introdotto per la prima volta da Freudenberger per descrivere una condizione di stress psicologico lavoro-correlata che interessava gli operatori socio-sanitari dovuta al prolungato contatto con pazienti sofferenti e in fin di vita . Costrutto ampliato da Maslach, a cui si deve il primo, ed ancora oggi il più utilizzato, strumento per la valutazione del burn-out: il Maslach Burnout Inventory (MBI). L’autrice parla di una sindrome caratterizzata da tre dimensioni tra loro relativamente indipendenti, che caratterizzano a loro volta tre fasi diverse di un processo: esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale.

Il più ampio studio italiano sull’argomento è una ricerca multicentrica che ha coinvolto 440 soggetti, tra medici e infermieri, appartenenti a 9 diversi centri di oncologia ed ematologia. I risultati hanno mostrato, in linea con le percentuali di altri paesi occidentali: esaurimento emotivo 32%; depersonalizzazione 26,7% e ridotta realizzazione personale 13,9%. Non sono state individuate differenze tra medici e infermieri. La maggiori fonti di stress erano legati all’ambiente lavorativo e alla sua organizzazione che portava ad un eccessivo carico di lavoro.

Tutti i principali studiosi che si sono occupati della sindrome del burn-out  sono concordi sull’importanza e sulla necessità di doverla considerare sempre e comunque un “processo” e non semplicemente un “evento”.

I costi emotivi e finanziari del burn-out sono notevoli non solo per l’individuo ma anche per le organizzazioni. Pertanto, una risposta efficace al burn-out oggi, dovrebbe comprendere il rimedio e soprattutto la prevenzione.

Da qui la possibilità di implementare programmi preventivi mirati a rafforzare le caratteristiche positive nel professionista, come strategia da affiancare ad azioni su fattori ambientali stressanti o sulle caratteristiche psicologiche disadattive.

  • Sostenere psicologicamente pazienti e familiari.
  • Fornire sostegno psicologico agli operatori sanitari a contatto continuativo con pazienti oncologici
  • Potenziare e sostenere gli operatori sanitari nella relazione d’aiuto verso i pazienti e familiari.

Benessere del paziente e benessere dell’operatore sanitario, quanto gioverebbe ?

Tanti ambiti di intervento e tanti benefici umani ma anche e soprattutto economici. La prevenzione del benessere dovrebbe essere di grande interesse politico, perchè il vantaggio sull’economia è immediato.

Se per fare tutto ci vuole un fiore, forse lo psicologo potrebbe essere un girasole.

 

fonti:

-Doctor 33

-Malati di tumore, depressione e sostegno psicologico di Nicola Piccinini

Perchè una terapia psicologia non costerebbe niente di Nicola Piccinini

-Freudenberger H. J. (1974). Staff burnout. Journal of social issues, 30, 259-165.

-Bressi, C., Manenti, S., Porcellana, M., Cevales, D., Farina, L., Felicioni, I., Meloni, G., Milone, G., Miccolis, I. R., Pavanetto, M., Pescador, L., Poddigue, M., Scotti, L., Zambon, A., Corrao, G., Lambertenghi-Deliliers, G., Invernizzi, G. (2008). Haemato-oncology and burnout: an italian sample.British journal of cancer, 98, 1046-1052.

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