Individui con cinque differenti disturbi dello sviluppo neurologico – disturbi dello spettro autistico, disturbo ossessivo-compulsivo, sindrome di Tourette, dislessia, e disturbo specifico del linguaggio – sembrano compensare le disfunzioni affidandosi a un unico sistema nel cervello potente e agile conosciuto come memoria dichiarativa.
Questa ipotesi viene proposta da uno studio della Georgetown University Medical Center e si basa su decenni di ricerca. Lo studio pubblicato on-line, sarà nel numero di aprile della rivista Neuroscience and Biobehavioral Reviews.
La compensazione proposta consentirebbe alle persone con autismo di imparare degli script per la affrontare situazioni sociali; aiuterebbe le persone con disturbo ossessivo-compulsivo o sindrome di Tourette per controllare tic e compulsioni; inoltre sembrerebbe fornire strategie per superare le difficoltà ddi lettura e linguastiche nei dislessici, i persne con spettro autistico, o con disturbo specifico del linguaggio.
“Ci sono diversi sistemi di apprendimento e di memoria nel cervello, ma la memoria dichiarativa è la superstar. Attraverso la memoria dichiarativa si può imparare in modo esplicito (consapevolmente) così come implicitamente (non cosciente)”
afferma Michael Ullman, PhD, professore di neuroscienze alla Georgetown e direttore del Brain and Language Laboratory.
“E’estremamente flessibile, in quanto può imparare qualsiasi cosa. Quindi può agire con strategie di compensazione, e può agire al posto di sistemi non funzionanti. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il lavoro non sarà al pari dei sistemi normalmente deputati a tale funzione, che è il motivo per cui gli individui con questi disturbi risultano avere problemi notevoli, nonostante la compensazione”
dice Ullman.
Sapendo che gli individui con questi disturbi possono contare sulla memoria dichiarativa porta ad ipotizzare possibili migliori diagnosi e trattamenti.
Si potrebbe migliorare il trattamento, dice Ullman, in primo luogo, progettando trattamenti che si basano sulla memoria dichiarativa che potrebbe migliorare la compensazione, poi tenendo in consoderazioni, al contrario, che i trattamenti che sono progettati per evitare compensazioni della memoria dichiarativa possono rafforzare i sistemi disfunzionali.
Ullman afferma che questa compensazione della memoria dichiarativa potrebbe spiegare perchè nei maschi c’è un’incidenza maggiore di questi disturbi.
“Gli studi suggeriscono una migliore performance nel genere femminile nell’ uso della memoria dichiarativa. Pertanto probabilmente riescono ad compensare meglio rispetto ai maschi”
La memoria dichiarativa può anche compensare disfunzioni in altri disturbi, aggiunge, tra cui disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e disturbi che insorgono in età adulta, come l’afasia o il morbo di Parkinson.
L’ipotesi potrebbe quindi avere forti implicazioni cliniche per una vasta gamma di disturbi, dice Ullman.
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