“Fadigue” o astenia da cancro è una forma di affaticamento e di mancanza di energie molto frequente nei pazienti oncologici, che può condizionare pesantemente la qualità della vita.
Le linee guida internazionali l’hanno inquadrata come una sensazione di stanchezza non proporzionata allo sforzo, che non scompare o si attenua con il riposo, ed è collegata al tumore. Alla mancanza di energie si possono associare dolori alle gambe, respiro corto, disturbi del sonno, difficoltà di attenzione e di concentrazione, il tutto con le prevedibili conseguenze emotive sull’umore e sull’autostima. É definita una “malattia nella malattia” perché è capace di compromettere lo stato psicofisico del paziente.
Per molto tempo è stata considerata un sintomo secondario e relegata al rango di sintomo secondario ed inevitabile del tumore.
Solo un paziente su tre ne parla al proprio oncologo, considerando i sintomi dell’astenia una conseguenza inevitabile della patologia e delle cure.
Secondo recenti indagini una percentuale di persona sottoposta a trattamento per il cancro, che va dal 78 al 96% lamenta i sintomi della fatigue, limitando quasi quotidianamente la capacità di vivere normalmente.
Un recente studio pubblicato su Jama Oncology, mostra che l’esercizio fisico e il supporto psicologico sono entrambi utili nel ridurre l’affaticamento tumore-correlato durante e dopo il trattamento, con un’efficacia significativamente migliore rispetto alla terapia farmacologica.
” L’affaticamento tumore-correlato resta uno degli eventi avversi più frequenti e fastidiosi riferiti dai pazienti oncologici durante e dopo la cura, in quanto riduce la capacità di completare i trattamenti medici e mina la qualità della vita”
Afferma Karen Mustian coautrice dello studio dell’Università di Rochester, New York
Nello studio, al fine di identificare le variabili indipendenti associate all’efficacia delle diverse strategie di trattamento è stata effettuata una revisione con meta analisi per confrontare 4 trattamenti per limitare l’affaticamento legato al tumore: esercizio fisico, supporto psicologico, la combinazione tra i due oppure la terapia farmacologica.
L’analisi ha analizzato 113 studi clinici randomizzati, per un totale di 11.525 partecipanti, di cui il 46,9% riguardava donne con cancro al seno.
I risultati suggeriscono che l’esercizio e gli interventi psicologici, così come l’associazione tra i due, sono significativamente associati ad una riduzione dell’affaticamento tumore-correlato.
Mentre la terapia farmacologica non correla con lo stesso livello di miglioramento della condizione.
Secondo gli autori
“Questi risultati dimostrano che l’attività fisica e la psicoterapia sono utili per alleviare gli effetti dell’affaticamento tumore-correlato durante e dopo il trattamento del cancro. alla luce di questi dati, i medici dovrebbero prescrivere l’esercizio fisico e il supporto psicologico come terapia di prima linea per i pazienti con questo tipo di affaticamento”
immagine presa da How to manage cancer-related fatigue
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