Esploreremo la solitudine nei suoi aspetti clinici, affettivi e relazionali, distinguendo tra isolamento patologico e ricerca consapevole di sé, e di presentare modalità diagnostiche e d’intervento psicoterapeutico individuale e di gruppo.
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Docenti:
Antonio Lo Iacono
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Gli obiettivi formativi dell’incontro sono quelli di considerare gli effetti di una solitudine negativa e talvolta forzata o legata a particolari circostanze, tenendo presente le esperienze e i vissuti affettivi ed emotivi personali, incluse le determinanti caratteriali che possono determinare atteggiamenti e comportamenti di autoesclusione e/o di dipendenza affettiva. Tenendo presente tutto ciò si cercherà di illustrare delle modalità diagnostiche e di intervento in ambito psicoterapeutico individuale e di gruppo.
Infatti molti sperimentano la solitudine quando si percepiscono isolati, disconnessi e alienati dal mondo che li circonda; ciò può durare qualche ora, qualche giorno (se si è in un posto sconosciuto molto diverso dalla propria cultura), qualche mese o più, se la persona ha subito un grave lutto, una catastrofe, un disagio da cui non riesce a venir fuori. Ci sono dei sintomi spesso correlati a questo sentimento che si manifestano in persone depresse o che vivono ai margini della società:
− distanza fisica dal gruppo di riferimento e dai gruppi sociali in genere;
− scarsissimo contatto oculare con gli altri;
− laconiche risposte se si è interpellati;
− difficoltà a concentrarsi;
− atteggiamento autolesionista;
− patologie alimentari;
− disturbi del sonno;
− poca attenzione all’igiene personale ecc.
Ma, nella cosiddetta normalità, si cerca di non soffermarsi su questo fenomeno o si cerca continuamente di prevenire la solitudine e/o distrarsi da essa in tanti modi (parlando continuamente, stando sempre davanti la TV, o sempre connessi sui social, etc.), entrando in un tunnel di dipendenze, a cominciare da quella affettiva collegata con gli stili di attaccamento personali, e tutte le altre dipendenze, più o meno compulsive di cui sono affetti in particolare i caratteri orali. Soprattutto nei distacchi dal proprio ambiente, dai propri cari, dai propri punti di riferimento, ci si sente disorientati e alienati, come quando si incontra un lutto o una separazione dopo una lunga convivenza. In certi periodi in cui si subisce un veloce mutamento psicocorporeo come nell’adolescenza, si possono vivere situazioni altalenanti tra la voglia di socializzare e affermarsi in una sana competizione interpersonale e una spesso inconscia paura di crescere, quindi ritirarsi in un isolamento solipsistico. La paura che molti hanno del silenzio e della solitudine, spesso è attribuibile a un dialogo mancato con se stessi, quindi non riuscire a trovare la propria reale identità. In particolare quando ci si sente più fragili, perchè molto anziani, malati e senza conforto di qualcuno che possa prendersi cura di sè, allora ci si può sentire in deserto affettivo, senza speranza. Anche alcuni pazienti psicotici vivono glaciazioni dell’io e un autoisolamento difensivo, quindi abandonati in un vuoto siderale dove è quasi impossibile penetrare.
Come spesso succede anche ai carcerati isolati in pochi metri quadrati che per sentirsi vivi passeggiano continuamente come belve in gabbia.
Ma possono sentirsi profondamente soli e a rischio di burnout, molti operatori della salute, soprattutto quando intervengono in reparti di pazienti gravi che si avvicinano al fine vita. Ma c’è anche chi cerca continuamente la solitudine, possono essere anacoreti per entrare in una profonda meditazione, esploratori che hanno bisogno di lanciare il cuore oltre l’ostacolo per poi andare a riprenderselo; artisti, scrittori, creativi che hanno bisogno di silenzio per ispirarsi e far volteggiare la propria fantasia, speleologi e ricercatori di tutti i tipi che vogliono conoscere profondamente il mondo e non temono di conoscere se stessi e la propria solitudine…
Il webinar si terrà Giovedì 30 Ottobre dalle 18.30 alle 20
Le registrazioni dei corsi a cui ti sei iscritta/o sono elencati nella tua Area Riservata, a cui puoi accedere effettuando il login. Ciascun corso, gratuito e/o a pagamento, ti rimane accessibile per 12 mesi dalla data di registrazione, salvo differenti informazioni fornite nel programma.
L’eventuale presenza di crediti ECM, ed il relativo numero di crediti, viene indicata ad inizio pagina e nel box di iscrizione. Se presenti, all’interno del programma c’è un paragrafo “Crediti ECM” in cui poter visualizzare la data a partire dalla quale potrai effettuare il quiz ECM e la data massima entro cui riuscire a superarlo con successo. Tali informazioni e date sono riportate anche nel box di iscrizione.
Per calcolare le tempistiche di accreditamento bisogna far riferimento alla “Data di scadenza del Quiz ECM” indicata nello specifico corso di formazione, NON alla data in cui viene superato il Quiz ECM. La data di scadenza del Quiz ECM la trova indicata nella pagina del corso, sia nel box di iscrizione che nel paragrafo dedicati a Crediti ECM.
Ebbene, entro 90 giorni dalla data di scadenza del Quiz ECM dobbiamo comunicare i dati ad AGENAS. A sua volta AGENAS trasmetterà i dati al COGEAPS e solo a quel punto le risulteranno accreditati.
Mediamente, consigliamo quindi di calcolare circa 4 mesi dalla data di scadenza del Quiz ECM. Precisiamo, in ogni caso, che l’Attestato di acquisizione ECM del corso a cui ha partecipato, vale come certificazione dei crediti acquisiti.
Sì, il corso rilascia un attestato di partecipazione.
Tutti i corsi di FCP, con speaker internazionali, dispongono di traduzione in italiano. In particolare: i Corsi online e le Master Class dispongono di interpretariato simultaneo, i Corsi Ondemand dispongono di sottotitolazione e/o voice over in italiano, i Corsi residenziali – in-person – dispongono di interpretariato simultaneo o consecutivo. Tali informazioni vengono generalmente specificate sulla pagina di presentazione di ciascun corso.
La presenza di materiale extra dipende dal docente e dal corso specifico: solitamente ci sono pdf contenenti i power point del docente.
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