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Giovanni Liotti

Giovanni Liotti (Tripoli, 27 marzo 1945 – Roma, 9 aprile 2018) è stato uno psichiatra, psicoterapeuta e teorico italiano riconosciuto a livello internazionale come una delle figure chiave nella costruzione di un ponte tra psicoterapia cognitiva, teoria dell’attaccamento e psicopatologia del trauma. Attraverso un approccio profondamente integrativo e innovativo, Liotti ha contribuito a ridefinire i modelli clinici contemporanei, offrendo una visione complessa e dinamica dei processi psicopatologici.

Formazione accademica e carriera

Giovanni Liotti si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università "La Sapienza" di Roma, dove successivamente si specializza in Psichiatria. Inizia la sua carriera clinica e di ricerca nella clinica psichiatrica dell'ateneo romano, per poi allargare progressivamente il suo sguardo alle correnti internazionali più innovative.

Negli anni ’70 è co-fondatore della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), promuovendo la diffusione in Italia dei modelli cognitivi e comportamentali. Durante la sua presidenza nella SITCC (2000-2006), Liotti spinge per una "terza onda" del cognitivismo, capace di integrare la dimensione relazionale, emotiva e interpersonale con l'analisi dei processi cognitivi.

Liotti è anche tra i fondatori dell’ARPAS (Associazione per la Ricerca sulla Psicopatologia dell'Attaccamento e dello Sviluppo), attraverso cui si impegna a promuovere studi empirici sull'attaccamento e sulle implicazioni cliniche della teoria di Bowlby.

Ha collaborato con istituzioni accademiche internazionali, tra cui il King's College di Londra e la ISSTD (International Society for the Study of Trauma and Dissociation), entrando in contatto diretto con i maggiori studiosi del trauma relazionale e della dissociazione.

I contributi teorici di Giovanni Liotti

Il nucleo del pensiero scientifico di Liotti si fonda su tre assi portanti:

1. I Sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI)

Liotti propone una teoria evoluzionista della mente basata su sistemi motivazionali innati, che organizzano i comportamenti sociali fondamentali. Tali sistemi, selezionati nel corso dell'evoluzione per garantire la sopravvivenza in contesti relazionali complessi, comprendono:

  • Attaccamento: bisogno di protezione e sicurezza.
  • Accudimento: cura verso il vulnerabile.
  • Agonismo: competizione e difesa del proprio status.
  • Cooperazione paritetica: collaborazione tra pari per obiettivi comuni.
  • Sessualità: motivazione riproduttiva.

Ogni sistema attiva pattern emozionali, cognitivi e comportamentali specifici. Quando i contesti di sviluppo ostacolano l'espressione naturale di questi sistemi, si creano scissioni interne e psicopatologie.

Questa teoria permette una comprensione sofisticata della sofferenza psichica come espressione di traumi motivazionali e conflitti tra sistemi relazionali.

2. Trauma evolutivo e dissociazione

Liotti è stato tra i primi a evidenziare il legame tra trauma relazionale precoce, disorganizzazione dell'attaccamento e sviluppo di fenomeni dissociativi.

Secondo Liotti, il trauma evolutivo (abusi, trascuratezza, genitorialità spaventante o imprevedibile) compromette l’integrazione delle esperienze emotive, causando:

  • Fenomeni dissociativi (amnesie, depersonalizzazione, derealizzazione).
  • Sviluppo di identità multiple (nei casi più estremi, come nel Disturbo Dissociativo dell'Identità).
  • Psicopatologie complesse, come il Disturbo Borderline di Personalità, lette come tentativi disfunzionali di regolazione emotiva e relazionale.

Liotti integra la teoria dell’attaccamento disorganizzato di Main e Solomon con la comprensione clinica del trauma, elaborando modelli di intervento psicoterapeutico focalizzati sulla costruzione di una nuova coerenza narrativa e sulla regolazione affettiva.

3. La psicoterapia come sistema motivazionale cooperativo

In una visione rivoluzionaria, Liotti interpreta il processo psicoterapeutico non semplicemente come un "trattamento", ma come attivazione di un sistema motivazionale cooperativo. Il terapeuta non agisce come "correttore di errori cognitivi", ma come partner cooperativo che co-costruisce con il paziente significati alternativi, sicuri e validanti, contrastando le dinamiche di isolamento, vergogna e disconnessione emotiva.

Questa concezione ha implicazioni fondamentali sia per la conduzione della terapia che per la gestione della relazione terapeutica in situazioni di trauma complesso.

Opere principali

Tra le pubblicazioni più influenti di Giovanni Liotti troviamo:

  • "Le opere della coscienza" (2001)
    Analisi evolutiva dei diversi stati di coscienza, interpretati alla luce dei sistemi motivazionali.
  • "I sistemi motivazionali nel dialogo clinico" (2008, con A. Monticelli)
    Un manuale clinico su come riconoscere e modulare i sistemi motivazionali nei colloqui terapeutici.
  • "Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa" (2011, con I. Farina)
    Un testo fondamentale che integra teoria dell'attaccamento, trauma evolutivo e dissociazione.
    Ha inoltre pubblicato oltre 200 articoli su riviste italiane e internazionali, influenzando in modo sostanziale la pratica psicoterapeutica contemporanea.

Riconoscimenti

Nel corso della sua carriera, Liotti ha ricevuto importanti riconoscimenti:

  • Pierre Janet Writing Award dell’International Society for the Study of Trauma and Dissociation (2005).
  • Premio "Mente e Cervello" del Centro di Ricerca in Scienza Cognitiva dell'Università e Politecnico di Torino (2006).

Questi premi hanno riconosciuto il valore pionieristico del suo lavoro nell’ambito della dissociazione e della psicopatologia relazionale.

Giovanni Liotti: Eredità scientifica e umana

Giovanni Liotti ha lasciato un'eredità profonda e duratura nella psicoterapia cognitiva ed evoluzionista. Il suo pensiero continua a ispirare terapeuti e studiosi che cercano di integrare rigore scientifico e attenzione empatica, validando l'importanza delle relazioni nell'origine e nella cura della sofferenza psicologica.

Il suo approccio rappresenta oggi un riferimento imprescindibile per chi lavora nell’ambito della psicoterapia dei traumi, della dissociazione e dei disturbi complessi di personalità.

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