I disturbi di personalità rappresentano oggi una sfida clinica che richiede nuove competenze

Sei già pronto a portare la tua pratica a un livello superiore?

I disturbi di personalità interessano circa il 9% della popolazione generale e fino alla metà dei pazienti nei reparti specialistici o negli ambulatori psichiatrici.

Per il terapeuta, anche esperto, questi casi rappresentano la prova più complessa:

  • clienti con disturbo istrionico, borderline, antisociale di personalità, che tendono a far sentire il terapeuta manipolato
  • clienti con disturbo ossessivo compulsivo di personalità, che con il loro perfezionismo e la loro marcata coartazione emotiva, rendono faticosissima l’esplorazione psicologica e fanno sentire il terapeuta inadeguato
  • clienti con disturbo narcisistico di personalità, che svalutano la terapia e fanno sentire il terapeuta incapace, umiliato o sbagliato
  • clienti con disturbo istrionico, borderline e dipendente di personalità, che chiedono continuamente attenzione speciale e accudimento, e mettono a dura prova la pazienza e l’empatia del terapeuta, facendolo sentire cronicamente sovraccarico.

Affronta questi casi con strumenti clinici aggiornati, precisi e profondamente relazionali, grazie al Master Training sui Disturbi di Personalità

Attraverso un approccio integrato, relazionale e contestuale, esploreremo non solo i modelli teorici, ma soprattutto le relazioni terapeutiche, l’esperienza del terapeuta, la presenza clinica e l’interazione intersoggettiva.

Non sono clienti “resistenti”.
Sono clienti complessi.
E richiedono un terapeuta che sappia stare nella complessità, non fuggirla.

N.B. Il Master Training Ondemand ti permette di apprendere con i tuoi tempi e rilascia, fino al 30 dicembre 2025, 45 Crediti ECM.
E non è tutto! Potrai richiedere anche la Certificazione internazionale “Certified Personality Disorder Treatment Provider” 

Disturbi di Personalità

Psicopatologia, Diagnosi e Trattamento

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Il training ti rimarrà interamente disponibile nella tua area riservata per 12 mesi. 

La Master Class rilascia 45 ECM in FAD Asicrona e la Certificazione internazionaleCertified Personality Disorder Treatment Provider

Potrai seguire le lezioni dei docenti internazionali in lingua inglese con traduzione simultanea

Il paradigma Contestuale-Intersoggettivo

La psicopatologia della personalità non può essere compresa attraverso il modello “normalità – rottura”, che presume una deviazione da un ideale di funzionamento sano.

Secondo il paradigma contestuale-intersoggettivo, che guida per le supervisioni include nel Master Training, ogni disturbo di personalità è un adattamento: una strategia che la mente ha costruito per sopravvivere in ambienti relazionali impoveriti.

Non c’è una “personalità rotta” da aggiustare, ma una mente che si è irrigidita per difendersi dal dolore.

E quella rigidità si attiva di nuovo proprio nella relazione terapeutica. La chiave è diventare più presenti, sviluppare consapevolezza, regolazione affettiva, capacità di lettura intersoggettiva.

  • La psicopatologia della personalità come adattamento: i disturbi di personalità si determinano lungo la traiettoria di sviluppo come soluzione adattiva che la mente utilizza per interpretare un ambiente relazionale dotato di scarsa complessità affettiva. Di fronte a tale bassa complessità, la mente non viene sfidata ad aumentare la differenziazione nell’interpretazione dell’ambiente relazionale, attestandosi così su modalità di interpretazione della realtà rigide e ipersemplificate.
  • Il terapeuta come parte del campo: la storia emotiva e l’organizzazione psicologica del paziente e del terapeuta sono ugualmente rilevanti per la comprensione dello scambio clinico. Nella stanza della terapia vi sono due soggettività – e due vulnerabilità – che si influenzano mutuamente. I temi irrisolti e gli elementi di sofferenza personale che il terapeuta porta nella relazione possono rivolgersi in modo utile o negativo rispetto al processo terapeutico.
  • “Stare” per curare: il processo di apprendimento deve portare il clinico a contatto con i propri nuclei di sofferenza, e promuovere la consapevolezza dell’impatto che l’elicitazione di tali nuclei ha sulla relazione terapeutica e sul processo di cura.

Partecipando al Training imparerai a:

Il master è rivolto a tutti i professionisti della salute mentale: psicologi, psicoterapeuti di qualsiasi orientamento, psichiatri, neuropsichiatri, che operano in contesti pubblici o privati.

Possono inoltre iscriversi i medici (regolarmente iscritti al proprio Ordine di appartenenza) che stiano svolgendo, o abbiano concluso, un percorso formativo riconosciuto, finalizzato all’acquisizione della qualifica di psicoterapeuta, psichiatra o neuropsichiatra Infantile.

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Apprendi con un Team di docenti straordinario!

Nancy McWilliams

Psicoanalista, co-autrice dello Psychodynamic Diagnostic Manual.

Elsa Ronningstam

PhD, Professore Associato di Psicologia all’Harvard Medical School.

Vittorio Lingiardi

Psichiatra e psicoanalista, Professore Ordinario di Psicologia Dinamica presso l’Università Sapienza.

Clara Mucci

PhD, Professore Ordinario di Psicologia Dinamica presso l’Università di Bergamo.

Sergio Salvatore

Psicologo, Psicoterapeuta, Professore Ordinario di Psicologia Dinamica presso l’Università del Salento.

Gianpaolo Salvatore

Psichiatra, psicoterapeuta, criminologo, professore associato di psicologia clinica presso l’Università Telematica Pegaso.

Fabio Lucidi

Dottore di ricerca in Psicologia, professore Ordinario di Psicometria alla Sapienza di Roma.

Giovanni Stanghellini

Psichiatra, fondatore della Scuola di Psicoterapia Fenomenologico-Dinamica di Firenze.

Donatella Fiore

Medico-Chirurgo, Psicoterapeuta, Socia Fondatrice della Metacognitive Interpersonal Therapy Society.

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PROGRAMMA DELLA MASTER TRAINING

La psicopatologia dei disturbi di personalità in una prospettiva intersoggettiva radicale

Gianpaolo Salvatore
  • Comprendere la differenza tra approccio unipersonale e intersoggettivo nella clinica
  • Riconoscere la rilevanza della soggettività del terapeuta nella determinazione degli eventi clinici
  • Tradurre le conoscenze acquisite in competenze efficaci per la diagnosi e il trattamento del paziente affetto da psicopatologia della personalità

La teorizzazione, la ricerca e la pratica clinica nel contesto dei disturbi di personalità è implicitamente dominata da un presupposto sovraordinato di senso regolato da una visione “unipersonale”. In accordo con tale visione la sofferenza si origina dalla mente isolata del paziente ed è il risultato di una serie di malfunzionamenti (affettivi, cognitivi, metacognitivi) che vanno esplorati e modificati da un clinico che rimane estraneo a essi. In questa ottica, il clinico utilizzerebbe una techne che lo abilita a sapere cosa è giusto fare a fronte dei diversi scenari problematici posti dal caso clinico. Tale visione spinge implicitamente il clinico verso l’obiettivo ideale di padroneggiare quella techne, per esempio attraverso l’acquisizione e il perfezionamento di uno o molteplici modelli di intervento psicoterapeutico evidence based. Questo paradigma, per quanto dotato di un impatto positivo sul processo formativo-professionalizzante, non preserva il clinico dal rischio di sentirsi inerme rispetto alle sfide poste dalla complessità della psicopatologia della personalità e dei fattori di contesto (per esempio i meccanismi di mantenimento della psicopatologia posti inconsapevolmente in essere dalle figure significative). Una delle ragioni più importanti di questo rischio sta nel fatto che il paradigma unipersonale trascura la rilevanza della soggettività del terapeuta oppure la ingloba in una visione statica, ancora una volta tecnica (per esempio l’idea per cui a specifici disturbi di personalità corrispondano altrettanto specifiche configurazioni controtransferali).

Secondo un diverso paradigma – che può essere considerato radicalmente intersoggettivo – la sofferenza psicopatologica è una forma peculiare di adattamento del soggetto alle dinamiche di relazione del suo ambiente; e questi processi di adattamento non sono differenti da quelli che hanno riguardato e riguardano il clinico stesso. Ne consegue che il clinico esplora gli eventi mentali del paziente con la consapevolezza di concorrere a determinarli nel qui e ora con la propria soggettività, la propria sofferenza, i propri processi di adattamento al mondo.

La lezione si pone l’obiettivo di cogliere la complessità della psicopatologia della personalità attraverso il paradigma intersoggettivo radicale, nonché di fornire chiavi di lettura efficaci per cogliere questi aspetti nel vivo del colloquio clinico e per tradurre questa lettura in competenze utili alla pianificazione dell’intervento diagnostico-terapeutico.

La personalità e le sue diagnosi

Vittorio Lingiardi

  • La personalità: stili, tratti, disturbi
  • La diagnosi di personalità con la SWAP-200
  • La diagnosi di personalità con il PDM-2 (guardando al PDM-3)

La lezione si propone di illustrare brevemente alcuni elementi di base necessari alla comprensione della personalità e dei suoi disturbi, con particolare attenzione al processo che conduce alla diagnosi e alla formulazione del caso. Per rendere più affidabile l’osservazione viene presentata la Shedler-Westen Assessment Procedure (SWAP-200), strumento valido e attendibile sia sul piano clinico sia nel campo della ricerca. La cornice diagnostica di riferimento è la seconda edizione del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2), integrata con anticipazioni della terza edizione (PDM-3), che uscirà nel 2025.

Alla fine delle lezione, i partecipanti avranno acquisito conoscenze di base per impostare un ragionamento clinico-diagnostico sulla valutazione della personalità e valutare l’opportunità di applicare la SWAP-200 e il PDM-2.

Supervisione di casi clinici

Gianpaolo Salvatore

Nella supervisione di gruppo registrata è conferita particolare rilevanza alla creazione di un campo intersoggettivo capace di rendere intensamente condivisi i casi portati dai colleghi e di azzerare la dimensione del timore di giudizio. Sono presenti anche spazi di simulazione degli scenari clinici rappresentati nella supervisione stessa.

Affetti e psicopatologia della personalità

Sergio Salvatore

  • Promuovere la visione della psicopatologia come fenomeno unitario, le cui molteplici manifestazioni sono altrettante espressioni di un unico meccanismo
  • Evidenziare il ruolo degli affetti nella costruzione e mantenimento delle forme di psicopatologia
  • Evidenziare le implicazioni cliniche derivanti dalla visione unitaria della psicopatologia

Il modulo intende delineare una concezione unitaria, trans-teorica dei disturbi di personalità, e chiarire le implicazioni a livello di comprensione e trattamento delle manifestazioni cliniche della psicopatologia della personalità. Particolare attenzione sarà dedicata al ruolo degli affetti e delle dinamiche intersoggettive nella costruzione e nel mantenimento dei pattern psicopatologici. Sarà inoltre discusso il modello multi-livello del cambiamento deducibile dalla concezione unitaria della psicopatologia. La discussione si avvarrà di riferimenti a dati di ricerca e vignette cliniche

Nello specifico, saranno affrontati i seguenti temi:

  • Concezione unificata della psicopatologia
  • Approccio ortopedico vs approccio contestuale alla psicopatologia
  • Psicopatologia e contesto: compiti evolutivi, risorse, capacità di adattamento
  • Il ruolo degli affetti nella psicopatologia
  • Psicopatologia in chiave intersoggettiva

Supervisione di casi clinici

Gianpaolo Salvatore

Nella supervisione di gruppo registrata è conferita particolare rilevanza alla creazione di un campo intersoggettivo capace di rendere intensamente condivisi i casi portati dai colleghi e di azzerare la dimensione del timore di giudizio. Sono presenti anche spazi di simulazione degli scenari clinici rappresentati nella supervisione stessa.

Homo dissipans: fenomenologia del Disturbo Borderline di personalità

Giovanni Stanghellini

  • Informare sulle caratteristiche del mondo della vita, delle emozioni e dei valori nella struttura di personalità detta “borderline”

Questa lezione mette in luce alcuni aspetti di quella che la teoria clinica contemporanea chiama condizione “borderline”, fornendo una descrizione di una figura chiave della cultura tardo-moderna che sarà definita Homo dissipans (dal latino dissipatio, -onis = dispersione, sparpagliamento). L’Homo dissipans è l’opposto dell‘Homo œco- nomicus, la forma che il “narcisismo” assume nella contemporanea “società della realizzazione”, interessata unicamente all’azione razionale finalizzata all’utilità e alla produzione. Per definire l’Homo dissipans, il relatore segue le descrizioni del filosofo, antropologo e romanziere francese Georges Bataille di due fenomeni fondamentali: l'”eccesso” e la “spesa”. Il primo può essere definito come un eccesso di energia che secondo Bataille caratterizza l’esistenza umana, animata da un generale movimento di essudazione e dilapidazione e da un’inesauribile spinta a “riversare” se stessi, soprattutto al di fuori dei limiti della compostezza e della ragionevolezza. Quest’ultimo è un atteggiamento etico che approva l’eccesso e il suo potere metamorfico e distruttivo. Il credo dell’Homo dissipans è quello di dissipare senza profitto il surplus di energia, di fuggire in un mondo di pura intensità in cui tutte le forme – compresa l’identità – si dissolvono e si abbandonano alla trasformazione. Si sosterrà che le idee di Bataille sulla “dissipazione” possano aiutarci a riconsiderare due caratteristiche attribuite al disturbo borderline di personalità che sono state ampiamente descritte e talvolta stigmatizzate – la “diffusione dell’identità” e l’”instabilità stabile” – e a riconoscere, comprendere e dare un senso alla loro fenomenologia nel contesto clinico.

Supervisione di casi clinici

Gianpaolo Salvatore

Nella supervisione di gruppo registrata è conferita particolare rilevanza alla creazione di un campo intersoggettivo capace di rendere intensamente condivisi i casi portati dai colleghi e di azzerare la dimensione del timore di giudizio. Sono presenti anche spazi di simulazione degli scenari clinici rappresentati nella supervisione stessa.

La misura della Personalità, basi teoriche e prassi operative

Fabio Lucidi

  • Conoscere le basi della misura della personalità secondo i differenti approcci
  • Acquisire riferimenti teorici e strumenti della valutazione in ragione della finalità nei differenti contesti: clinico, terapeutico, organizzativo
  • Approfondire la valutazione degli aspetti emotivo, cognitivo e motivazionale della personalità nei differenti contesti
  • Approfondire la valutazione della personalità nei contesti organizzativi; teoria dei Big Five
  • Approfondire la valutazione della personalità nel contesto clinico: strumenti proiettivi, strumenti con item a scelta forzata, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory

La valutazione della personalità rappresenta un ambito altamente complesso. Questo per almeno due ragioni:

  • la prima è che la personalità racchiude simultaneamente elementi propri della sfera emotiva, cognitiva, motivazionale;
  • la seconda è di natura contestuale: la valutazione della personalità può avvenire sia nel contesto clinico e con finalità terapeutiche, sia nei contesti organizzativi. Al variare della finalità della valutazione, variano sia i riferimenti teorici che gli strumenti di misurazione.

Nel contesto clinico, emergono strumenti di valutazione di tipo proiettivo (Test Rorschach, Test di appercezione tematica), così come strumenti strutturati con item a scelta forzata – primo fra tutti l’MMPI, dapprima messo a punto per la valutazione dei disturbi psichiatrici e al quale sono state successivamente aggiunte scale riguardanti il funzionamento generale. Nei contesti organizzativi, lo studio dei tratti e delle disposizioni di personalità ha visto differenti fasi: negli ultimi anni, alcuni modelli, tra cui quello ispirato alla teoria dei Big Five, e i test con esso coerenti, stanno ricevendo un rinnovato interesse.

Durante la lezione, verranno descritte le basi della misura della personalità secondo i differenti approcci. Verrà di seguito svolto un approfondimento puntuale sugli strumenti di ambito clinico con particolare riferimento al Minnesota Multiphasic Personality Inventory.

Supervisione di casi clinici

Gianpaolo Salvatore

Nella supervisione di gruppo registrata è conferita particolare rilevanza alla creazione di un campo intersoggettivo capace di rendere intensamente condivisi i casi portati dai colleghi e di azzerare la dimensione del timore di giudizio. Sono presenti anche spazi di simulazione degli scenari clinici rappresentati nella supervisione stessa.

I disturbi clinici del Narcisismo

Elsa Ronningstam

  • Narcisismo sano e patologico
  • Lo stile di personalità narcisistico
  • Disturbi del narcisismo: Prospettive diagnostiche, cliniche ed empiriche
  • Valutare il narcisismo patologico e il funzionamento della personalità narcisistica in un colloquio clinico
  • L’individuo dietro la diagnosi – attenzione alla storia dello sviluppo, al contesto di vita attuale, alla gamma e al contesto del narcisismo patologico
  • Sviluppare un’alleanza terapeutica con pazienti affetti da narcisismo patologico o disturbo narcisistico di personalità
  • Fattori che influenzano la scelta della modalità di trattamento
  • Processo terapeutico, soggettività e difficoltà del terapeuta, controtransfert
  • Nuove prospettive sul narcisismo patologico e sul disturbo narcisistico di personalità
  • Scenari clinici (esemplificazioni di casi)

L’obiettivo principale di questa lezione è definire il narcisismo e identificare la gamma e le fluttuazioni del narcisismo patologico e del disturbo narcisistico di personalità (NPD). Inoltre, la lezione informerà sulle modalità di trattamento, discuterà su come sviluppare un’alleanza terapeutica e si occuperà del processo terapeutico in corso e dei fattori che contribuiscono al cambiamento nel narcisismo patologico. Verranno affrontati i recenti sviluppi negli studi e nel trattamento del narcisismo patologico e del Disturbo Narcisistico di Personalità.

Gestire il controtransfert: lavorare con pazienti con psicopatologie complesse

Nancy McWilliams

  • Distinguere tra controtransfert concordanti e complementari e considerare le rispettive implicazioni cliniche
  • Dedurre se il “test” del paziente nei confronti del terapeuta è un test di transfert o una trasformazione da passivo ad attivo e considerare le rispettive implicazioni cliniche
  • Descrivere le conseguenze cliniche di ciò che Krause ha definito “affetto anormale” dello psicoterapeuta efficace.

Negli ultimi decenni, c’è stato un ampio consenso tra i clinici e gli studiosi sul fatto che, quando lavoriamo con clienti con problemi di personalità complessi o gravi, non è possibile mantenere un senso di serenità interna. Al contrario, ci immergiamo nel mondo soggettivo del paziente, che può includere emozioni che il terapeuta non è preparato a provare – emozioni che spesso sono nettamente in contrasto con l’esperienza affettiva abituale del clinico.

Questo workshop si concentrerà sulla funzione comunicativa dei sentimenti intensi e spesso opprimenti del paziente, comprese reazioni di disperazione, odio, invidia, paura, shock, vergogna, disprezzo, disgusto, sadismo, noia, infatuazione, beatitudine e inflazione narcisistica. Particolare attenzione sarà rivolta a come utilizzare in modo clinicamente funzionale queste reazioni interne, a come porle al servizio della comprensione del cliente e del progresso terapeutico. Gli utenti saranno inoltre guidati a operare la giusta cura di sé al fine di meglio gestire questi affetti travolgenti e spesso tossici.

Supervisione di casi clinici

Gianpaolo Salvatore

Nella supervisione di gruppo registrata è conferita particolare rilevanza alla creazione di un campo intersoggettivo capace di rendere intensamente condivisi i casi portati dai colleghi e di azzerare la dimensione del timore di giudizio. Sono presenti anche spazi di simulazione degli scenari clinici rappresentati nella supervisione stessa.

Terapia e management del paziente con disturbo severo di personalità. La Terapia Metacognitiva Interpersonale

Donatella Fiore

  • Costruire un assessment metacognitivo
  • Formulazione del caso
  • Definizione degli obiettivi strategici del trattamento

La Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI) è un modello di intervento psicoterapico evidenced- based, sviluppato presso il Terzo Centro di Terapia Cognitiva di Roma. Gli studi più̀ recenti evidenziano come un fattore generale sottostante la patologia della personalità sia la difficoltà nella metacognizione, intesa come la capacità di riflettere e ragionare sui propri e altrui stati mentali e di utilizzare queste conoscenze a fini strategici per riconoscere e gestire stati di sofferenza soggettiva e/o comportamenti disadattivi (Semerari et al., 2014). Un aumento della metacognizione predice una diminuzione della sofferenza, un miglioramento del funzionamento generale e delle relazioni interpersonali (Carcione et al., 2019). Uno studio ha evidenziato l’efficacia della TMI per il trattamento del Disturbo Borderline di Personalità, mostrando gli effetti non solo clinici, ma anche sul funzionamento cerebrale in termini di riduzione dell’attività dell’amigdala e incremento della connettività strutturale cerebrale, che correla significativamente con l’aumento della metacognizione (Rossi et al., 2023).

La formazione ha l’obiettivo di illustrare gli obiettivi strategici, le procedure e gli strumenti tecnici e relazionali per intervenire sui disturbi di personalità e sui casi complessi:

  • Terapia e management del paziente con disturbi di personalità di tipo prevalentemente inibito-coartato: disfunzioni del monitoraggio metacognitivo e decentramento
  • Terapia e management del paziente con disturbi di personalità di tipo prevalentemente non integrato e disregolato
  • Terapia e management del paziente con disturbo di personalità complesso con disfunzione di tutto il profilo metacognitivo

Saranno presentati casi clinici, con analisi e discussione delle strategie di assessment e di intervento.

Supervisione di casi clinici

Gianpaolo Salvatore

Nella supervisione di gruppo registrata è conferita particolare rilevanza alla creazione di un campo intersoggettivo capace di rendere intensamente condivisi i casi portati dai colleghi e di azzerare la dimensione del timore di giudizio. Sono presenti anche spazi di simulazione degli scenari clinici rappresentati nella supervisione stessa.

Lavorare con traumi complessi, disturbi di personalità e “corpi borderline”

Clara Mucci

  • Saper valutare i livelli traumatici dei “traumi da mano umana” e le qualità dell’attaccamento e della trasmissione intergenerazionale, con gli effetti a livello neurobiologico, affettivo e di sviluppo del sistema mente-corpo-cervello, individuando inoltre le dimensioni dissociative della coscienza
  • Saper individuare e distinguere il livello nevrotico e psicotico dall’organizzazione borderline, attraverso gli assi multidimensionali e le caratteristiche della personalità con disfunzionalità grave
  • Saper impostare un trattamento per i disturbi gravi di personalità: tecniche, dinamiche, “testimonianza incarnata”, regolazione affettiva da corpo a corpo, da destra a destra e a sinistra, dal basso all’alto, tra l’uno e l’atro

Questo modulo sarà volto a collocare la eziopatogenesi dei disturbi di personalità nell’ambito degli sviluppi traumatici di vario livello, a partire dalla differenziazione dei livelli di trauma da mano umana. Verrà presentata anche una modalità di diagnosi differenziale multidimensionale che conferisce rilevanza alle eredità intergenerazionali. Verranno valutate le principali reazioni ai traumi complessi, a livello di regolazione affettiva, difese e modalità dissociative. Verranno fornite indicazioni per la conduzione del trattamento a partire da un raffronto con le tecniche della TFP Transfert Focused Therapy, che Otto Kernberg ha utilizzato nel trattamento dell’organizzazione borderline di personalità. Saranno illustrate le principali tecniche per il trattamento integrato mente-corpo-cervello dell’attaccamento disorganizzato (ricostruzione traumatica intergenerazionale, attaccamento, enactment, testimonianza incarnata, dinamiche del perdono volta all’elaborazione dell’identificazione con la diade vittima-persecutore).

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Certificazione Internazionale

 

Unitamente all’Attestato di completamento del corso, la partecipazione a questo training concorre al rilascio della Certificazione internazionale Evergreen in Certified Personality Disorder Treatment Provider

L’Evergreen Certifications è uno standard di accreditamento professionale internazionale, ciascun profilo professionale di eccellenza viene infatti definito da un board composto da alcuni dei più importanti esperti di riferimento.

Come ottenere il Certificato internazionale C-PD?

  1. segui tutti i contenuti del training e stampa l’Attestato di partecipazione nella tua area corsi di FCP
  2. attesta di aver condotto, nel corso della sua carriera, un minimo di 100 ore di terapia con clienti con tratti e/o diagnosi di disturbo di personalità.
  3. attestazione di iscrizione all’Albo professionale
  4. presenta la domanda – con attestato di partecipazione, l’attestazione dell’iscrizione all’Albo e l’autodichiarazione – a Evergreen Certifications

La Certificazione avrà durata annuale e permetterà inserimento all’interno degli elenchi di Evergreen Certification.

Dal momento della richiesta all’attivazione della Certificazione necessitano almeno 4 settimane. I 12 mesi hanno inizio dal primo giorno di effettiva attivazione.

45 ECM in FAD Asincrona

PESI Italia srl. società che gestisce Formazione Continua in Psicologia è Provider ECM  n° 6888 accreditato dall’Age.Na.S. (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per la progettazione e l’erogazione dei corsi di formazione per il personale sanitario, nell’ambito del programma di educazione continua in medicina (ECM).

Crediti ECM 45

ID Evento: 433278

Tutte le Professioni

Il quiz ECM FINALE dovrà essere svolto entro il 30 dicembre 2025.

Obiettivi formativi tecnico-professionali: 18 – Contenuti tecnico-professionali (conoscenze e competenze) specifici di ciascuna professione, di ciascuna specializzazione e di ciascuna attività ultraspecialistica, ivi incluse le malattie rare e la medicina di genere

La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 135 domande a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta. Bisogna superare almeno il 75% delle risposte.