PESI Italia srl e le Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva (APC e SPC) ti offrono l’opportunità di partecipare all’edizione del 2024 del Summit sul Disturbo Ossessivo-Compulsivo, una due giorni incentrata sui più aggiornati modelli di intervento rispetto al DOC, con i maggiori esperti internazionali del settore.
Le persone con DOC hanno una qualità di vita molto bassa, infatti il DOC può distruggere le relazioni interpersonali, portando gli individui a conflitto coniugale, separazione e divorzio, e può anche interferire pesantemente con la capacità delle persone di studiare o lavorare. Infatti, per quanto riguarda la realizzazione scolastica/lavorativa, sappiamo che molti pazienti con DOC non riescono a studiare né a lavorare, o hanno un’occupazione ben al di sotto dei loro titoli di studio e delle loro capacità. Inoltre, hanno problemi nello svolgere le normali attività quotidiane, e le loro relazioni sociali e sentimentali risultano profondamente danneggiate.
Diversi studi hanno dimostrato che la qualità di vita di questi pazienti è peggiore di quella delle persone con depressione, schizofrenia, e dipendenza da sostanze.
Secondo il DSM-5, pensieri suicidari sono presenti nella metà degli individui con DOC, e circa il 25% di pazienti tenta il suicidio.
Il DOC oggi è considerato un disturbo curabile, e la terapia cognitivo comportamentale è il trattamento elettivo. Ciononostante, un certo numero di pazienti risulta resistente al trattamento. Inoltre, va considerato il tempo lunghissimo, fino a 15 anni, che di solito intercorre tra l’esordio dei sintomi ossessivo-compulsivi e il ricorso all’aiuto specialistico. In questo lungo lasso di tempo i pazienti con il DOC affrontano ostacoli e sofferenze in tutte le aree di funzionamento importanti.
Ecco perché è fondamentale diffondere tra gli psicoterapeuti e gli psichiatri le conoscenze sul disturbo ossessivo-compulsivo e sugli interventi psicoterapici evidence-based per curarlo.
Il Summit sul DOC 2024 ha un duplice obiettivo:
Il corso si svolgerà Venerdì 10 Maggio e Sabato 11 Maggio 2024, per un totale di 14 ore di Alta Formazione!
Le sessioni del Summit vengono svolte su ZOOM, con servizio di interpretariato simultaneo. Verranno inoltre video registrate e tutti i video ti rimarranno disponibili per 12 mesi nella tua area riservata di FCP.
Il Summit è riservato a psicologi e medici abilitati all’esercizio della psicoterapia e a specializzandi in psicoterapia.
PESI Italia srl . società che gestisce Formazione Continua in Psicologia è Provider ECM n° 6888 accreditato dall’ l’Age.Na.S. (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per la progettazione e l’erogazione dei corsi di formazioni per il personale sanitario, nell’ambito del programma di educazione continua in medicina (ECM).
Il presente corso è accreditato in FAD Asincrona.
ID Evento: 408470
Crediti ECM: 14
Obiettivi formativi di sistema:2 – Linee guida – protocolli – procedure;
Professioni: Psicologo: psicologia e psicoterapia. Medico Chirurgo: psicoterapia
La prova di apprendimento consisterà in un questionario composto da 42 domande a risposta multipla con 4 possibilità di risposta di cui una sola giusta. Bisogna superare almeno il 75% delle risposte.
Francesco Mancini
Direttore delle scuole di specializzazione in psicoterapia cognitiva dell’Associazione di Psicologia Cognitiva (APC) e della Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC).
Davide Dettore
Professore ordinario di Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze, Responsabile del Master in Psicologia Clinica e della Salute e Neuropsicologia.
Amitai Abramovitch
Professore associato di Psicologia presso il Dipartimento di Psicologia della Texas State University, ricercatore presso il Dipartimento di Psichiatria del Massachusetts General Hospital (MGH).
David Veale
Consulente Psichiatra e Visiting Professor in Cognitive Behavioral Therapies presso l’Institute of Psychiatry, Psychology and Neurosciences, King’s College London.
Guy Doron
Professore associato e docente presso la Baruch Ivcher School of Psychology, Reichman University (IDC) Herzliya e direttore dell’unità di ricerca sul disturbo ossessivo compulsivo (ROCD) (ROCD-RU).
Andrea Pozza
Ph.D., Professore associato di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Siena, psicoterapeuta formato in terapia cognitivo comportamentale e psicologo esecutivo presso l’Unità di Psicologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria alle Scotte di Siena.
Kimberley Quinlan
Terapeuta matrimoniale e familiare, specializzata in ansia, disturbo ossessivo compulsivo e disturbi alimentari. Fondatrice di CBTschool.com.
Jedidiah Siev
Professore associato di Psicologia allo Swarthmore College, Professore associato di Psichiatria e Scienze Comportamentali alla Johns Hopkins University School of Medicine e psicologo clinico.
Patrick McGrath
Head of Clinical Services per il Disturbo Ossessivo Compulsivo, guidando i servizi di tele-terapia negli Stati Uniti per aiutare le persone con disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati. Psicologo dirigente presso l’AMITA Health.
Angelo Maria Saliani
PsyD, psicologo-psicoterapeuta, didatta presso le Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva SPC, AIPC, SICC e docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita dell’Università Sapienza di Roma.
Alessandra Mancini
Psicoterapeuta cognitivo‐comportamentale, Dottore di ricerca in Neuroscienze Cognitive e Sociali,Trainer e Supervisor in Schema Therapy riconosciuta dalla Società Internazionale di Schema Therapy (ISST).
Barbara Barcaccia
PhD, Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Dottore di ricerca, chairperson del gruppo d’interesse speciale sul Disturbo Ossessivo-Compulsivo dell’EABCT.
Francesco Mancini e Barbara Barcaccia, dalle 9.00 alle 9.15
Francesco Mancini, dalle 9.15 alle 10.15
Il senso di colpa ha un ruolo significativo sia nella genesi che nel mantenimento del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Sono stati identificati due tipologie di senso di colpa: uno deriva dalla trasgressione di una norma morale (colpa deontologica), mentre un altro tipo di senso di colpa è basato sull’assunzione di aver compromesso uno scopo personale altruistico (colpa altruistica). Le osservazioni cliniche e i dati di ricerca indicano che i pazienti con DOC sono particolarmente sensibili alla colpa deontologica, ma non a quella altruistica.
In questa presentazione sarà proposta una tesi psicologica, secondo la quale la causa delle ossessioni e delle compulsioni è un’intensa paura di essere colpevoli. Il ruolo della moralità è stato ampiamente riconosciuto nella storia del DOC: c’è un’antica tradizione scientifica che considera le preoccupazioni morali eccessive alla radice del disturbo. La tesi qui proposta è un tentativo di portare avanti quella tradizione e definire più accuratamente il tipo di senso di colpa temuto dai paziente con DOC, cioè la colpa deontologica, e di illustrare come la paura di essere colpevoli possa spiegare le numerose domande sollevate dalle manifestazioni ossessivo-compulsive.
In questa presentazione il prof. Mancini illustrerà come funziona la mente ossessiva e come comprendere i determinanti prossimali del disturbo.
David Veale, dalle 10.15 alle 11.15
Il Disturbo Dismorfico Corporeo (BDD) è definito come una preoccupazione per un difetto percepito nel proprio aspetto, che non è invece percepito dagli altri. La preoccupazione è associata a un’immagine corporea distorta, con molti comportamenti di “ricerca di sicurezza”, come l’osservazione allo specchio, l’osservazione della pelle, il ruminare o il costante confronto del difetto percepito con gli altri. Le persone con deturpazioni e BDD utilizzano strategie per camuffarsi ed evitare situazioni e attività quotidiane. Possono avere una scarsa qualità di vita, sono socialmente isolate e le persone con BDD sono ad alto rischio di suicidio. La terapia cognitivo-comportamentale e i farmaci SSRI sono consigliati per il trattamento del BDD. La CBT può essere utilizzata per i problemi di immagine corporea nei disturbi da deturpazione e nei disturbi alimentari. L’inversione delle abitudini è consigliata per il picking cutaneo.
Obiettivi didattici
Alessandra Mancini, dalle 11.30 alle 13.30
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) si caratterizza per una particolare centralità dei temi di colpa. Il modello cognitivo di Francesco Mancini identifica il timore di colpa deontologica come motore delle compulsioni. La paura di aver trasgredito norme morali interiorizzate o di essersi esposti al degrado morale ha radici nelle esperienze maladattive precoci dei pazienti con DOC.
La traduzione del modello di Mancini nel linguaggio della Schema Therapy (ST) ha l’utilità di integrare la comprensione della dinamica del disturbo con la spiegazione di come esso si sia sviluppato nella vita del paziente. Le tecniche immaginative della ST consentono di intervenire sulla vulnerabilità storica al disturbo, mostrando al paziente i nessi tra le sue esperienze passate e la sintomatologia attuale e, attraverso il rescripting, promuovendo l’accettazione della possibilità di sentirsi colpevoli.
Obiettivi didattici
Patrick McGrath, dalle 14.30 alle 16.30
L’ERP è il trattamento standard per il disturbo ossessivo compulsivo e recentemente è stato oggetto di una revisione. In seguito alla pandemia di COVID-19, il modo in cui l’ERP viene somministrato è cambiato radicalmente. In questo intervento esamineremo i modi innovativi di erogare l’ERP sia di persona che in un contesto di tele-assistenza. Grazie all’uso della tecnologia, possiamo andare quasi ovunque con i nostri pazienti ed essere al loro fianco mentre navigano nel loro mondo. Grazie a un telefono nel taschino e a degli auricolari, possiamo avere una finestra sul loro mondo che non abbiamo mai avuto prima, e possiamo dirigere l’ERP in modi che abbiamo solo immaginato. Discuteremo dei modi di utilizzare l’ERP che vanno oltre le quattro mura dello studio terapeutico e discuteremo anche delle nuove tecnologie, come la Realtà Virtuale. Inoltre, se non trattate solo il disturbo ossessivo compulsivo, ma anche le condizioni ad esso correlate, parleremo dell’uso del trattamento ERP anche per queste. Risparmiate il tempo di recarvi a casa di una persona affetta da Disturbo da Accumulo: incontratevi virtualmente o lavorate a distanza con qualcuno che sta lavorando sul Training di Inversione delle Abitudini per i Comportamenti Ripetitivi Focalizzati sul Corpo (Habit Reversal Training for Body Focused Repetitive Behaviors), proprio dove si verifica la maggior parte dei suoi comportamenti.
Obiettivi didattici
Jedidiah Siev, dalle 16.45 alle 17.45
La scrupolosità è una manifestazione del disturbo ossessivo compulsivo con paure religiose o morali. Sebbene la prevenzione dell’esposizione e della risposta (ERP) sia un trattamento di prima linea efficace per il disturbo ossessivo compulsivo, la scrupolosità è associata a diverse sfide cliniche e a risultati peggiori. I pazienti spesso si sentono intrappolati tra la scelta della loro fede da un lato e la loro salute mentale dall’altro. I pazienti scrupolosi possono abbandonare del tutto la religione, perché non riescono a conciliare religione e salute mentale, oppure rifiutare opzioni terapeutiche potenzialmente efficaci, dopo essere stati incoraggiati dai medici a violare i requisiti fondamentali della loro fede. Entrambe le cose sono spiacevoli perché non sono necessarie. Invece di contrapporre la religione alla salute mentale, l’ERP può essere adattato alla scrupolosità in modo da rispettare i valori del paziente, senza sacrificare l’efficacia del trattamento. In questo intervento, verranno esaminate le modifiche relative alla valutazione, all’atteggiamento terapeutico, alla motivazione e al razionale del trattamento, alla gestione dell’incertezza e del rischio legati al peccato, ai modi per collaborare efficacemente con il clero, nonché agli adeguamenti specifici nell’esecuzione delle tecniche cognitivo-comportamentali.
Obiettivi didattici
Davide Dettore, dalle 9.00 alle 10.00
Il disturbo ossessivo-compulsivo è una condizione che ingenera notevoli sofferenze in chi ne soffre e comporta rilevanti difficoltà di trattamento sia per la psicoterapia sia per i farmaci. In un numero non irrilevante di casi si può presentare in comorbilità con vari altri quadri psicopatologici, non ultimi i disturbi di personalità. L’associazione fra disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi di personalità, in particolare, costituisce una sfida rilevante per la psicoterapia, in quanto numerosi studi indicano che in questi casi il trattamento è più difficile e s’incontrano ancora più forti ostacoli all’intervento, che, come si è detto, è già di per se stesso molto difficoltoso e complesso, anche quando è presente il solo disturbo ossessivo compulsivo.
In questa relazione, verranno citati i disturbi di personalità più frequentemente in comorbilità al disturbo ossessivo-compulsivo; sarà affrontato il tema delle conseguenze connesse a tale associazione e verranno presentate le soluzioni che sono state elaborate per fronteggiare questa eventualità, rifacendosi alla letteratura internazionale ma anche all’esperienza professionale del relatore e a studi empirici condotti dal suo gruppo di ricerca. Una parte della relazione sarà dedicata alla comorbilità cono uno specifico disturbo di personalità, quello ossessivo compulsivo, che è quello più spesso in comorbilità e che va affrontato con alcune procedure specifiche, talora in grado di superare gli ostacoli posti dalla compresenza delle due condizioni.
Obiettivi didattici
Guy Doron, dalle 10.00 alle 11.00
In questa sessione presentiamo il protocollo DID IT, un approccio trasformativo per il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), che si concentra sulle abitudini mentali. Questo protocollo si basa sulla consapevolezza che le abitudini mentali, pur dando inizio a schemi di pensiero complessi e disadattivi di tipo 2 nel disturbo ossessivo-compulsivo, non li mantengono nel tempo. La sessione sottolinea il ruolo di queste abitudini mentali nell’avvio di processi quali la catastrofizzazione, l’autocritica e la ruminazione, e l’importanza di intervenire in questa fase iniziale per una gestione efficace del disturbo ossessivo compulsivo. Esploriamo cinque assunti chiave, tra cui l’impegno con schemi di pensiero disadattivi e il processo di condizionamento che collega questi schemi alle abitudini mentali. Il protocollo prevede la distinzione tra narrazioni controllabili e pensieri automatici, l’identificazione del punto di transizione tra questi processi e le strategie per ritardare e disimpegnarsi da queste narrazioni. Questa sessione approfondita mira a dotare i partecipanti delle conoscenze e degli strumenti necessari per interrompere il ciclo dei sintomi del disturbo ossessivo compulsivo, agendo sulle abitudini mentali iniziali.
Obiettivi didattici
Angelo Maria Saliani, dalle 11.15 alle 13.15
Chi vive accanto a una persona affetta da DOC gioca spesso un ruolo cruciale nel mantenimento del disturbo. La letteratura scientifica ha evidenziato che i familiari adottano nei confronti dei propri cari con DOC due atteggiamenti principali che vanno da un’estrema accondiscendenza, chiamata accommodation, al suo opposto caratterizzato da antagonismo. L’accommodation risulta essere un fattore prognostico negativo e numerose ricerche mostrano come esso correli con una peggiore risposta ai trattamenti e con più frequenti ricadute nel lungo termine. Effetti altrettanto negativi sono associati alle modalità di interazione collocabili sulla polarità dell’antagonismo. L’osservazione clinica, tuttavia, suggerisce che il continuum accomodamento-antagonismo cattura solo parzialmente il complesso sistema di reazioni interpersonali al disturbo. Ciascuna di queste reazioni innesca una specifica trappola interpersonale che contribuisce a mantenere il sintomo ed ad alimentare un unico grande processo a spirale che tipicamente culmina con la colpevolizzazione del paziente e il rafforzamento delle sua sensibilità alla colpa deontologica.
Obiettivi didattici
Andrea Pozza, dalle 14.30 alle 15.30
Nella letteratura sulla psicoterapia è acquisito il fatto che i vissuti emotivi che psicoterapeuta e paziente sperimentano l’uno nei confronti dell’altro nel setting della relazione terapeutica, possano predire un positivo esito del percorso. Nello studio del trattamento psicoterapico cognitivo comportamentale del DOC i dati disponibili suggeriscono un legame moderatamente stretto tra alleanza terapeutica dalla prospettiva del paziente ed esito del percorso, con associato un minor rischio di abbandono della terapia e maggior probabilità di risposta terapeutica.
I dati sul vissuto del terapeuta che segue pazienti con DOC sono ancora relativamente ancora carenti ma in aumento. Ulteriore aspetto non del tutto chiaro è il contributo che specifiche caratteristiche del terapeuta, sociodemografiche e psicologiche, possono dare all’alleanza con il paziente con DOC. Tra queste un ruolo potrebbe essere svolto dal funzionamento di personalità del terapeuta. Le emozioni che il terapeuta sperimenta nei confronti dei pazienti con DOC possono essere analizzate come un’utile fonte di informazioni sul funzionamento interpersonale del paziente e sull’andamento del percorso psicoterapico. Questo materiale può, inoltre, essere oggetto di analisi nelle sedute di supervisione clinica poiché tali reazioni emotive nel terapeuta potrebbero riguardare la sua storia di attaccamento ed essere condivise con il terapeuta stesso, con l’obiettivo di monitorare in profondità il suo funzionamento con il paziente, prevenendo il rischio di abbandono della terapia o ottimizzando la risposta al trattamento.
In questo lavoro presenterò la letteratura empirica e i modelli teorici sulla relazione terapeutica dalla prospettiva del terapeuta che segue in psicoterapia cognitivo comportamentale il paziente con DOC, analizzando quali fattori legati al funzionamento di personalità del terapeuta possano correlare con una migliore o peggiore relazione con il paziente, pertanto divenire oggetto di analisi nella supervisione clinica.
Obiettivi didattici
Kimberley Quinlan, dalle 15.30 alle 16.30
L’autocompassione è spesso fraintesa come semplice lenitivo. Sebbene l’autocura sia una componente dell’autocompassione, in realtà si tratta di una pratica molto più solida che può potenziare il recupero dal disturbo ossessivo compulsivo. La pratica dell’autocompassione è uno degli strumenti più utili per il trattamento e il recupero del disturbo ossessivo compulsivo.
Le ricerche dimostrano che l’autocompassione non solo è molto efficace nel ridurre l’ansia, la depressione e lo stress, ma migliora anche la motivazione, l’autostima e il senso di benessere generale.
È stato inoltre dimostrato che la pratica dell’autocompassione aiuta le persone affette da disturbo ossessivo compulsivo a superare l’angoscia dei pensieri intrusivi e ripetitivi e delle ondate di emozioni dolorose.
Questa presentazione interattiva vi aiuterà a utilizzare l’autocompassione come strumento essenziale per il vostro kit di strumenti emotivi e professionali. La dott.ssa Quinlan insegnerà le basi dell’autocompassione e dimostrerà quanto essa sia potente per spezzare il ciclo delle ossessioni e delle compulsioni, gestendo al contempo l’autogiudizio, l’autocritica e l’autopunizione.
Inolre, passerà in rassegna anche i più comuni ostacoli del disturbo ossessivo compulsivo all’autocompassione e delineerà le abilità e le pratiche che possono essere utilizzate a casa per aiutare a gestire qualsiasi pensiero, sentimento, sensazione, impulso o immagine.
Obiettivi didattici
Amitai Abramowitch, dalle 16.45 alle 17.45
Una valutazione valida e affidabile è essenziale per un trattamento basato sull’evidenza. Per migliorare l’accuratezza e l’efficienza, le misure self-report sono spesso soggette a revisioni e aggiornamenti. Poiché i recenti sviluppi nella comprensione del disturbo ossessivo compulsivo e dei disturbi correlati (OCRD) hanno stabilito che l’accumulo non fa parte del disturbo ossessivo compulsivo, il nostro gruppo ha sviluppato e pubblicato misure riviste dell’OCI-R e dell’OCI-CV (OCI-12 e OCI-CV-R). Inoltre, sebbene il disturbo ossessivo compulsivo sia un disturbo prevalente (1-2% di prevalenza nell’arco della vita), la maggior parte delle persone affette da disturbo ossessivo compulsivo non riceve interventi adeguati, principalmente a causa dell’incapacità di riconoscere correttamente questa condizione in contesti non specializzati. Per esempio, sebbene il disturbo ossessivo compulsivo sia regolarmente riscontrato in contesti medici non psichiatrici, come le cure primarie, le cliniche ostetriche e dermatologiche, le misure del disturbo ossessivo compulsivo sono raramente somministrate in questi contesti a causa della loro lunghezza, della mancanza di utilità come test diagnostico, dell’obbligo di somministrazione da parte del medico e della complessità degli schemi di punteggio. Di conseguenza, è stato richiesto lo sviluppo di strumenti di screening self-report ultrabrevi per il disturbo ossessivo compulsivo che possano essere facilmente utilizzati negli ambulatori medici, poiché questo disturbo è molto indietro rispetto alla depressione e ai disturbi legati all’ansia, quando si tratta di un’adeguata rilevazione, identificazione e invio in contesti di servizi sanitari diretti. A tal fine, il nostro gruppo ha sviluppato e pubblicato due nuove misure di screening ultrabrevi per giovani (OCI-CV-5) e adulti (OCI-4) con disturbo ossessivo compulsivo, destinate a essere inserite in contesti medici non specializzati.
In questo intervento, il dott. Abramowitch presenterà un lavoro psicometrico all’avanguardia, ancorato a ciascuna di queste considerazioni. In primo luogo, passerà in rassegna i due principali approcci metodologici/concettuali alla valutazione del disturbo ossessivo compulsivo. Quindi, presenterà le nuove misure sopra citate e le loro proprietà psicometriche, discutendone i punti di forza, le debolezze e l’utilizzo.
Obiettivi didattici
Francesco Mancini e Barbara Barcaccia, dalle 17.45 alle 18.00
Il Summit si tiene Venerdì 10 e Sabato 11 Maggio 2024, per un totale di 14 ore di formazione specialistica. L’evento rilascia 14 crediti ECM.
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