Abuso di sostanze nelle madri con una storia di abusi infantili e i sintomi depressivi nei loro figli

Abuso di sostanze nelle madri

Le storie di abuso di sostanze nelle madri con una storia abusi infantili si correlano a forti sintomi psichiatrici, come depressione e PTSD e anche maggiori rischi di effetti avversi sui figli delle sopravvissute (Juul et al., 2016; Oh et al., 2016). Questo suggerisce un pattern di trasmissione intergenerazionale del rischio psicosociale (e.g., Choi et al., 2017; Fredland et al., 2015). Tra le donne che riportano una storia di abusi infantili, i problemi correlati all’uso di sostanze sono maggiori che tra le donne non abusate (Polusny & Follette, 1995).

Questo porta a maggiori rischi per i bambini (Dixon, Browne, & Hamilton-Giachritsis, 2005). Dato il significativo rischio psicosociale tra questi bambini, sono fortemente richiesti gli sforzi della ricerca sull’efficacia delle terapie familiari per le madri e i loro figli. Questo studio esamina gli effetti della terapia dei sistemi familiari sulle relazioni tra la storia di abuso di sostanze nelle madri, abusi infantili e i sintomi depressivi su madre e figli.

La terapia dei sistemi familiari con le madri e i loro figli

Le storie materne di abusi infantili possono aumentare il rischio di conseguenze negative sui bambini, come:

  • un basso legame con la madre;
  • problemi emotivi e comportamentali;
  • depressione (Choi et al., 2017; Claridge et al., 2015; Fredland et al., 2015).

Gli studi recenti suggeriscono che la depressione materna agisce come meccanismo implicito di trasmissione intergenerazionale del rischio psicosociale (es, Choi et al., 2017; Fredland et al., 2015).

L’esperienza traumatica sembra correlarsi allo scarso funzionamento emotivo e ai disordini umorali nelle madre (Choi et al., 2017; Cloitre, Miranda, Stovall-McClough, & Han, 2005). Questo può esaurire le risorse che le madri hanno per il parenting, e aumentare lo stress e la tensione nelle relazioni madre-figlio (Oh et al., 2016; Juul et al., 2016). Stando a ciò, la ricerca dimostra che la depressione materna si correla a una minore qualità nel rapporto madre-figlio. Inoltre, si correla ad una più lenta dimissione dal trattamento della depressione infantile (Claridge et al., 2015; Eckshtain, Marchette, Schleider, & Weisz, 2017).

Effetti positivi della terapia familiare sulla relazione madre-figlio

Considerando che la storia materna di abusi infantili si associa con un maggiore stress nella relazione madre-figlio e alla depressione infantile, l’inserimento di questi bambini all’interno di una terapia familiare per rafforzare un’interazione sana tra madre-figlio è raccomandato(Thomas & Zimmer-Gembeck, 2011).

La terapia dei sistemi familiari si rivolge ai pattern di comunicazione madre-figlio usando un modello sistemico. Fornisce così opportunità per le madri per riflettere su come le proprie storie personali influiscano sulle pratiche di parenting e per praticare metodi alternativi adattivi di interazione con i loro figli (Chaffin et al., 2004). In questo modo, la terapia familiare può diminuire l’angoscia nei bambini.

Le meta-analisi riportano un alto livello di efficacia degli interventi dei sistemi familiari con bambini e adolescenti depressi (Carr, 2009). Includere i bambini nella terapia familiare con le loro madri può anche ridurre la depressione e migliorare l’astinenza nelle madri. E perciò prevenire ulteriormente la trasmissione intergenerazionale dei rischi psicosociali nei bambini (Slesnick & Zhang,2016).

Ruolo dell’abuso di sostanze nelle madri

Quando la storia di abusi infantili porta a problemi di abuso di sostanze nelle madri, si manifestano dei rischi ulteriori (Dixon et al. 2005). Da un punto di vista dei sistemi familiari, l’abuso di sostanze nelle madri non si associa solamente con conseguenze negativi sui figli. Ma modifica anche quanto il parenting materno si associa con la salute mentale dei bambini attraverso l’influenza delle interazioni madre-figlio (Hogan, 1998; Rowe, 2012).

E’ ragionevole aspettarsi che il livello di abuso di sostanze nelle madri può modulare l’associazione tra i fattori di rischio materno e le conseguenze sul bambino Infatti l’abuso di sostanze nelle madri può indicare un aspetto importante sulla salute mentale. Esso si associa con l’essere presente e coinvolta nei comportamenti genitoriali (es.Eiden & Leonard, 1996; Newcomb, Huba, & Bentler, 1983).

A sostegno di ciò, l’attaccamento infantile insicuro si è scoperto essere correlato con la depressione materna solo nei bambini che hanno genitori alcolisti (Eiden & Leonard, 1996). Eiden e Leonard (10996) suggeriscono che un lieve consumo di alcol può alleviare lo stress genitoriale e mantenere un legame salutare madre-figlio Mentre l’alcolismo può portare a un comportamento genitoriale pericoloso e negligente. Si aggiungono così ulteriori rischi al funzionamento madre-figlio.

Gran parte dell’attuale letteratura tende ad esplorare l’effetto diretto dell’abuso di sostanze nelle madri sui bambini. Non analizza però come l’abuso di sostanze nelle madri agisce come ulteriore fattore di rischio sulla depressione materna e influisce sul benessere madre-figlio in una prospettiva di sistemi familiari.

Abuso di sostanze nelle madri: scelte e conseguenze

Le scelte delle sostanze da parte delle madri mostrano un’associazione differenziale nel benessere del bambino (es.Hogan, 1998; Slesnick, Feng, Brakenhoff, & Brigham, 2014). Le madri che usano l’alcool sono più irritabili e propense all’abuso fisico sui bambini rispetto alle madri che fanno uso di droghe (Dube et al., 2001; Hogan, 1998). Le madri che fanno uso di cocaina tendono a essere negligenti verso i propri figli e ad allontanarsi dalle interazioni rispetto alle madri che usano altre droghe (Mayes et al., 1997).

Le madri che usano oppioidi hanno maggiori livelli di accettazione verso i loro figli, rispetto alle madri che usano alcool e cocaina (Slesnick et al., 2014). Sappiamo meno su come l’uso di marijuana si correli alla depressione infantile. Si pensa però che i figli delle madri che usano marijuana hanno un migliore funzionamento rispetto a quelli le cui madri fanno uso di altre droghe (Hogan, 1998). Infatti l’uso di marijuana può alleviare i sintomi traumatici e la depressione nelle madri (Belendiuk, Baldini, & Bonn-Miller, 2015).

Tuttavia, le ricerche attuali sono ancora limitate nell’esaminare come il diverso abuso di sostanze nelle madri può moderare la connessione tra la depressione materna e quella del bambino.

 

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Abuso di sostanze nelle madri: lo studio

Sebbene le relazioni tra gli abusi materni nell’infanzia e il funzionamento madre-figlio sono ben stabiliti (es. Choi et al., 2017; Fredland et al., 2015; Juul et al., 2016), gli studi empirici sugli interventi sono pochi (Claridge et al., 2015). I principali studi tendono a valutare il funzionamento dei bambini solo in un momento. Non vengono invece considerati i cambiamenti nel tempo (es. Choi et al., 2017; Fredland et al., 2015). Questo è importante soprattutto nel contesto del trattamento. Infatti ricercatori e studiosi ricercano informazioni sul mantenimento dell’efficacia del trattamento in modo da valutare in modo completo il potere dei loro interventi.

Gli studi precedenti si sono concentrati soprattutto su una popolazione generale di donne abusate senza esaminare l’effetto dell’uso di sostanze sulle relazioni madre-figlio. Questa è una visione significativa dato che la comorbilità dell’uso di sostanze e della depressione è alta (41-49% come riportato dal Sondaggio Nazionale sulla Comorbilità, Kessler et al. 2003). Questo studio ha utilizzato i dati da un trial clinico randomizzato in cui il focus primario è sulle conseguenze dell’abuso di sostanze nelle madri.

Abuso di sostanze nelle madri: benefici della terapia familiare basata sull’ecologia

Le madri hanno ricevuto la terapia familiare basata sull’ecologia (EBFT, Slesnick & Prestopnik, 2005) insieme ai loro figli per ridurre più velocemente i comportamenti di uso di sostanze rispetto alle madri in terapia individuale (Slesnick & Zhang, 2016). Ciò è stato inizialmente sviluppato per intervenire sull’uso di sostanze negli adolescenti che sono scappati da casa (Slesnick & Prestopnik, 2005, 2009).

La EBFT è considerata una pratica promettente basata sulle prove dal National Institute of Justice e come pratica valida basata sulle prove dal California Evidence-Based Clearinghouse. Questo studio fornisce nuove informazioni sull’efficacia dell’EBFT sui cambiamenti dei sintomi depressivi nei bambini durante e dopo il trattamento, come mediati dai sintomi depressivi materni.

Le condizioni di trattamento si è supposto moderassero il percorso di mediazione. Mentre i sintomi depressivi materni si è supposto mediassero nella relazione tra la storia materna di abusi e il cambiamento nei sintomi depressivi infantili solo nel gruppo del trattamento individuale.

La frequenza di abuso di sostanze nelle madri si è supposto moderasse la connessione tra i sintomi depressivi materni e il cambiamento nel sintomi depressivi infantili. Ciò si è notato sia nei gruppi di trattamento familiare che individuale. Questa mediazione moderata si è supposto si differenziasse secondo i diversi usi di sostanze da parte delle madri.

Nello specifico, la forza del pattern di mediazione (abuso infantile materno, sintomi depressivi materni, cambiamento nei sintomi depressivi infantili) si sarebbe attenuata se la madre avesse usato meno droghe “pesanti” come la marihuana. Invece si sarebbe intensificato sotto le condizioni di uso frequente da parte della madre di alcool o droghe pesanti come la cocaina o gli oppiacei.

METODI – Partecipanti:

Questo studio ha coinvolto un totale di 183 coppie madre-figlio. L’età delle madri variava da 22 a 54 anni e i figli tra gli 8 e i 16 anni.

Oltre la metà delle madri erano bianche (53,6%), il 42,6% era Afroamericana; e il 3,8% appartenente ad altre etnie. Tra le madri, il 45,8% era sposata o in una relazione sentimentale; il 32,8% era single o mai sposata; l’8.2% separata ma ancora sposata; e il 13,1% divorziata o vedova. Le madri hanno riportato anche il reddito annuale della famiglia, il 26,8% apparteneva alle categorie 0-5000$; il 33,3% tra i 5001 e i 15000$; il 21,3% tra i 15.001 e 30.000$; l’8,7% tra i 30.000 e i 45.000$, e il 9.3% sopra i 45.001$.

La maggior parte delle madri ha fatto di base uso di più droghe (75,9%), mentre le percentuali di madri che usavano una sola sostanza erano 9,8% (alcool); 1,6%(marijuana); 1,1%(cocaina) e 11,5% (oppiacei). Tra le 135 madri (73,8%) che usano gli alcolici, le percentuali di madri che usavano marijuana, cocaina e oppiacei erano 64,4%, 33,3% e 36,3%. 105 madri (57,4%) hanno riportato l’uso di marijuana tra di loro il 30.5% e il 47,6% hanno dichiarato uso di cocaina e oppiacei rispettivamente. Infine, tra le 62 madri che usano cocaina, il 48,4% ha riportato anche l’uso di oppiacei.

Interventi di trattamento: EBFT

Sulle basi del Modello Ecologico Sociale (Bronfenbrenner, 1979), la EFBT concettualizza l’uso di sostanze come indice di problemi familiari più ampi. L’obiettivo è migliorare le interazioni delle famiglie disfunzionali e a diminuire l’insorgenza e il mantenimento dei sintomi con un approccio sistemico.

La EBFT incorpora inoltre le capacità di formazione da un punto di vista cognitivo-comportamentale, e migliorare le capacità di coping, credenza e comunicazione. I membri della famiglia apprendono e mettono in pratica le nuove skills di problem-solving. Perciò migliorano le capacità di comunicazione dei singoli membri della famiglia e il funzionamento dell’intera famiglia.

La EBFT viene offerta per 12 sedute. Circa un terzo (36%) delle famiglie hanno più di un figlio in terapia, con una media di 1.3 figli per madre. Per ulteriori dettagli sulla EBFT, inclusi i modelli di terapia e la formazione del terapeuta, per favore fate riferimento al risultato primario dello studio più ampio (Slesnick & Zhang, 2016; Cully, Wu, & Slesnick, 2018; S1).

Interventi di trattamento: WHE

Il WHE è un intervento individuale da manuale (Miller, Pagan, & Tross, 1998). Viene offerto per 12 sessioni, concentrandosi sull’aiutare le madri a comprendere il corpo femminile, i comportamenti sessuali umani, la gravidanza e il parto, le malattie sessualmente trasmissibili e l’AIDS. Il WHE fornisce l’attenzione del terapeuta e l’aspettativa dei benefici, come diminuire i sintomi PTSD tra le donne che sono in trattamento per l’abuso di sostanze (Hien et al., 2009).

Tuttavia, il WHE non è un intervento sui sistemi familiari. I bambini non partecipano alle sedute WHE. I partecipanti nelle condizioni EBFT hanno completato più di una sessione e sono più propensi a completare le sedute di trattamento. I partecipanti che hanno completato tutte le sedute tendono ad avere figli più grandi. Allo stesso tempo, il terapeuta riceve una supervisione costante, e un trattamento di fiducia indipendente che garantisce la qualità e l’aderenza al protocollo di intervento.

Sulla base del manuale del trattamento e del protocollo (Slesnick & Prestopnik, 2005), sono sviluppati i codici per l’intervento EBFT. L’aderenza, l’occorrenza delle procedure EBFT durante la seduta, la competenza e la qualità della procedura sono state valutate.

La fedeltà EBFT è stata valutata su 10 procedure, e il campione di domande era: “Il terapeuta usa commenti relazionali? Se sì, quanto efficacemente?” e “Il terapeuta ha inquadrato/etichettato i commenti dei membri della famiglia? Se sì, quando efficacemente?”.

La procedura è stata valutata come zero se non succedeva in seduta, o veniva valutata su una scala in 7 punti Likert (1=scarsamente; 7 = in modo eccezionale) per l’efficacia del terapeuta verso le procedure.

Usando questi schemi di codici, un quinto delle registrazioni delle sedute sono state codificate da due codificatori indipendenti formati e supervisionati per gli interventi EBFT. Le discrepanze nella codificazione sono state risolte con i progressi nel coding e un 80% dell’affidabilità tra i codici è stata mantenuta negli studi.

L’aderenza è stata buona; in media, una seduta EBFT include 8.12 procedure su 10. La competenza è stata ulteriormente soddisfacente, la media è stata di 5.71 su 7.

Misure

I ricercatori hanno misurato le storie di abusi infantili nelle madri usando un questionario demografico. Alle madri è stato chiesto se prima dei 18 anni fossero mai state toccate sessualmente in modo che non si sentivano a proprio agio, o colpite, contro la loro volontà.

Allo stesso modo, alle madri è stato chiesto se prima dei 18 anni sono state ferite fisicamente in modo da lasciare segni, lividi o bruciature. Più della metà delle madri ha dichiarato abusi fisici (62,8%) o sessuali (50,6%). Le loro risposte sono state combinate tra l’avere subito abusi o non aver subito abusi. 134 di loro (73,4%) ha una storia di abusi.

L’abuso di sostanze nelle madri è stato misurato dal Form-90 (Miller, 1996). Come questionario strutturato, il Form-90 usa un approccio timeline per valutare l’uso giornaliero di sostanze negli ultimi 90 giorni.

L’Inventario sulla Depressione di Beck-II (BDI-II; Beck, Steer, & Brown, 1996) ha misurato i sintomi depressivi di madri e figli tramite autovalutazione.

Il BDI-II è una scala in 21 domande valutate su una scala Likert a 5 punti. In questo studio, i dati per le madri sono stati usati di base, mentre i dati per i bambini includevano l’inizio, e le valutazioni follow-up a 3, 6, 12 e 18 mesi di distanza.

Abuso di sostanze nelle madri: discussione dello studio

Questo studio ha testato l’efficacia della Terapia Familiare Ecologicamente Basata (EBFT) nel ridurre i sintomi depressivi tra i figli di madri con un disturbo da uso di sostanze e una storia di abuso infantile, mediata dai sintomi depressivi materni. I risultati hanno mostrato che i livelli di base dell’uso materno di marijuana e cocaina hanno modificato le associazioni tra i sintomi depressivi materni e il successivo cambiamento dei sintomi depressivi del bambino.

Questo risultato è coerente con una crescente letteratura che dimostra che l’abuso di sostanze nelle madri  influenza in modo univoco la relazione genitore-figlio (ad esempio, Slesnick , 2014). A sostegno della prima ipotesi, la storia materna di abuso infantile sembrava essere associata a cambiamenti nei sintomi depressivi del bambino attraverso i sintomi depressivi materni solo nel gruppo di trattamento individuale. Dato che i sintomi depressivi materni servono come meccanismo di base nella trasmissione intergenerazionale del rischio psicosociale (Choi , 2017; Fredland , 2015), questa scoperta indica che l’EBFT ha ridotto il rischio psicosociale nei risultati del trattamento tra questi bambini.

In particolare, i bambini del gruppo WHE hanno sperimentato un declino più lento dei loro sintomi depressivi se le loro madri sono state abusate, rispetto alle loro controparti del gruppo WHE le cui madri non sono state abusate. D’altra parte, i bambini del gruppo EBFT non hanno sperimentato un declino più lento dei sintomi depressivi associati alla storia di abuso delle loro madri. La terapia familiare migliora il funzionamento materno e la genitorialità e riduce l’uso di sostanze, riducendo così i sintomi depressivi del bambino più velocemente del trattamento individuale (Pelham , 1997; Rowe, 2012).

A sostegno della seconda ipotesi, diverse droghe di abuso hanno moderato la mediazione dall’abuso infantile materno al cambiamento nella depressione del bambino attraverso la depressione materna. In particolare, l’abuso infantile materno non ha rallentato il declino dei sintomi depressivi dei figli tra le madri che usavano frequentemente marijuana, nel gruppo WHE. Anche se l’uso di marijuana può essere associato con il funzionamento psicosociale materno negativo in generale (Belendiuk , 2015), l’uso frequente di marijuana materna è forse un modo che le madri auto-medicare i loro sintomi depressivi.

Abuso di sostanze nelle madri e depressione

Poiché le madri depresse tendono ad essere irritabili o disimpegnate con i loro figli (ad esempio, Lovejoy, Graczyk, O’Hare, & Neuman, 2000), l’uso di marijuana può forse ridurre i sintomi depressivi materni in modo intermittente. Da questo consegue una minore negatività dei genitori. Tuttavia, invece di usare la marijuana, rimangono modi più adattivi per ridurre la depressione materna e l’impatto della depressione materna sui loro figli. Ad esempio, l’uso di farmaci psicotropi o la partecipazione alla terapia familiare.

I risultati di questo studio sono esplorativi per quanto riguarda gli effetti dell’uso di marijuana sulle interazioni madre-figlio, e la ricerca futura dovrà indagare ulteriormente questa relazione. Questo studio ha anche trovato che l’uso frequente di cocaina da parte delle madri ha rallentato la riduzione dei sintomi depressivi del bambino in terapia. Questo effetto è stato osservato in entrambi i gruppi di trattamento individuale e familiare. Mentre l’uso raro di cocaina può non avere un impatto negativo sulla depressione materna o infantile, l’uso frequente di cocaina probabilmente si aggiunge agli effetti negativi della depressione materna poiché aumenta il ritiro e il disimpegno nella genitorialità che è tipicamente osservato nelle madri depresse (Dube , 2001; Lovejoy , 2000).

Pertanto, i terapeuti familiari dovrebbero prestare particolare attenzione alla promozione della connessione e del coinvolgimento tra le madri che fanno uso di cocaina e i loro figli.

Limitazioni, conclusioni e implicazioni cliniche

Le limitazioni di questo studio dovrebbero essere considerate per l’interpretazione dei risultati:

  1. La maggior parte delle madri in questo studio ha usato più sostanze. Ed è probabile che i risultati possano essere contaminati dall’effetto della poliassunzione (per esempio, Mayes , 1997). Gli studi futuri dovrebbero confrontare gli effetti del trattamento nei figli delle madri che usano una singola droga e più droghe, o che usano più droghe con e senza la droga target, per comprendere meglio l’effetto di un tipo specifico di droga sulle madri e sui loro figli.
  2. Il basso rispetto all’alto uso di sostanze è stato quantificato in base alle caratteristiche del campione (una deviazione standardizzata sotto e sopra la media). Una misura più standardizzata dell’uso basso e alto di sostanze può essere più informativa per i professionisti per quanto riguarda la sua influenza sul funzionamento madre-bambino.
  3. Questo studio si è concentrato sugli effetti mediatori dei sintomi depressivi materni, ma altri potenziali mediatori, come lo stile genitoriale, dovrebbero essere esaminati in studi futuri. Inoltre, l’abuso infantile materno è stato riportato retrospettivamente dalle madri. Ed è stato valutato solo da due domande.
  4. Gli studiosi hanno misurato solo l’occorrenza dell’abuso infantile nel corso della vita, ma non quanto tempo fa è accaduto, la frequenza e la gravità dell’esperienza, che fornirebbe informazioni preziose per capire come l’abuso infantile materno è associato ai futuri risultati del bambino.
  5. Non è stata  controllata l’esperienza traumatica dell’adulto, che può essere un potenziale fattore di confusione nell’interpretazione dei risultati di questo studio.
Nonostante queste limitazioni, questo studio ha notevoli punti di forza.
  1. Ha utilizzato un progetto di studio randomizzato e controllato e ha testato interventi manuali, empiricamente supportati.
  2. Aggiunge alla base di prove a sostegno degli effetti positivi della terapia dei sistemi familiari sui bambini, mostrando che coinvolgendo il figlio della madre in cerca di trattamento, i sintomi depressivi del bambino si sono ridotti più velocemente rispetto a quando non erano impegnati nel trattamento.
  3. Coinvolgere i figli delle madri nel loro trattamento offre l’opportunità di migliorare i risultati per i bambini che altrimenti non riceverebbero l’intervento.
  4. Quando i sintomi depressivi dei bambini migliorano nella terapia familiare, migliorano anche i comportamenti di uso di sostanze e i sintomi depressivi delle loro madri (Slesnick & Zhang, 2016), sottolineando l’influenza reciproca dei comportamenti di madre e figlio.

 

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Conclusioni

I risultati hanno mostrato che l’efficacia della terapia familiare sui sintomi depressivi dei bambini cambia a secondo del tipo di sostanza usata dalla madre. Ciò suggerisce di adattare i componenti dell’intervento familiare alle esigenze specifiche delle sottopopolazioni di madri che usano diversi tipi di sostanze.

La terapia dei sistemi familiari sembra avere un effetto più forte e duraturo sui membri della famiglia. Infatti promuove gli effetti del trattamento oltre il paziente identificato. Ricollegando i membri della famiglia ai sottostanti legami di amore e cura, e guidandoli a considerare i problemi come relazionali piuttosto che come risultato di carenze individuali, l’intero sistema familiare sarà in grado di sviluppare modi più sani di interazione.

Con questo cambiamento, ci si aspetta che i comportamenti problematici individuali si attenuino. Il maggiore effetto della terapia familiare sui risultati nei membri della famiglia suggerisce che le terapie dei sistemi familiari dovrebbero essere offerte alle famiglie che cercano servizi attraverso le agenzie di trattamento dell’uso di sostanze. Gli sforzi diretti ad aumentare l’implementazione della terapia dei sistemi familiari nei programmi di trattamento della comunità potrebbero portare a maggiori benefici per gli individui, le famiglie e la società più ampia (Cully , 2018).

 

Articolo liberamente tradotto e adattato. Fonte: Wu, Q. & Slesnick, N. (2020). Substance Abusing Mothers with a History of Childhood Abuse and Their Children’s Depressive Symptoms: The Efficacy of Family Therapy. Journal of Marital and Family Therapy, 46(1), 81-94. https:// doi.org/ 10.1111/ jmft.12364

 

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