Fertility Gap: Famiglia, lavoro e cultura.

Il divario di fertilità (fertility gap) cos’è e come viene influenzato?
Sembrerebbe da tre fattori: famiglia, lavoro e cultura. Scopriamo come!

Uno studio di Eva Beaujouan e Caroline Berghammer e ripreso dal Sole 24 Ore, ha confrontato la differenza fra i figli desiderati (le intenzioni di fertilità) e quelli effettivamente avuti in venti nazioni diverse, fra cui diverse europee e gli Stati Uniti, trovando che le italiane sono fra coloro che vivono una distanza maggiore fra teoria e pratica.

Il fertility gap (divario di fertilità) è un indice della differenza tra il numero di bambini che le donne vorrebbero avere (intenzioni di fertilità) e il tasso (finale) di fertilità.

Confrontando i dati dal passato con quelli attuali emerge che, in Italia, è presente un netto calo nel numero di figli, iniziato ormai alla fine degli anni ‘60 e all’inizio dei ‘70. Le autrici si sono messe alla ricerca delle cause e hanno avanzato tre ipotesi differenti:

  • la situazione economica,
  • il bilanciamento famiglia-lavoro,
  • la presenza di nascite non previste.

Bilancio familiare

Sappiamo da tempo come lo status socio-economico possa influenzare le dinamiche familiari o lo sviluppo cognitivo del bambino. Dunque il bilancio familiare appare di primissima importanza e le ricerche ce lo confermano. Esiste “una correlazione negativa tra il tasso di disoccupazione e il tasso di fertilità totale”, mentre a livello individuale altri studi hanno mostrato che non avere un lavoro tende a rimandare o far mancare del tutto la presenza di figli.

Bilanciamento famiglia-lavoro

Altro elemento da considerare è la possibilità di conciliare lavoro e famiglia. Questo dato varia in maniera sensibile fra nazioni diverse. Dove i congedi parentali pagati sono presenti e di durata sufficiente, anche il legame tra donne e mercato di lavoro tende a rafforzarsi. Ovviamente, in contemporanea sono devono essere presenti anche strutture funzionanti e consolidate di assistenza all’infanzia.

Non sono forniti dati per quanto riguarda il sesso maschile.

Nascite non previste

Ultimo fattore ad influire sul numero di figli può essere la prevalenza di nascite non desiderate, dovuta al mancato uso di contraccettivi oppure alla presenza di restrizioni alle interruzioni di gravidanza. Qui le autrici hanno trovato che secondo i dati disponibili in Italia, i contraccettivi venivano usati ma in maniera meno efficace rispetto alle altre nazioni dell’Europa occidentale.

Risultati

Unendo questi tre elementi, la ricerca mostra che nell’Europa meridionale (Italia compresa) ci si aspettano livelli relativamente elevati per quanto riguarda il numero di figli desiderati, in parte dovuti all’ampia dimensione delle famiglie dei propri genitori. Riportano le autrici: – “Ampi valori nel fertility gap vanno cercati in Italia, Spagna e Grecia, a causa delle difficili condizioni del mercato del lavoro e del basso supporto per politiche di conciliazione lavoro-famiglia”- e continuano – “il numero di nascite non previste potrebbe essere maggiore in Italia e Grecia rispetto ai paesi dove è minore l’uso di metodi contraccettivi efficaci”.

Spunti di riflessione della situazione italiana, riguardano proprio le aree individuate dalle ricercatrici.

L’Italia è debole in molti aspetti di queste aree a partire dall’occupazione giovanile, alla disponibilità di servizi di cura alla prima infanzia fino a tre anni, alle politiche di conciliazione pubbliche e sui luoghi di lavoro, aiuto economico alle famiglie con figli e, per concludere, alla partecipazione dei papà al lavoro familiare.

Il fatto che i risultati di così tanti studi diversi puntino sempre nella stessa direzione ci fa pensare che si tratti di risultati oramai considerati affidabili. Tuttavia, in questo articolo, un singolo studio scientifico, è soltanto un indizio in un contesto più ampio e tu, cosa ne pensi?

 

 

Fonte: https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/02/18/lavoro-famiglia-cultura-e-societa-ecco-i-fattori-che-condizionano-il-nostro-fertility-gap/

 

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