Identificata una nuova rete cerebrale vulnerabile alla schizofrenia e all’Alzheimer

schizofrenia-Alzheimer

Diverse teorie collegano processi di sviluppo e di invecchiamento negli esseri umani. In neuroscienze, un modello postula un nesso tra invecchiamento e lo sviluppo nella struttura del cervello sano.

Una nuova ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista PNAS, mostra una rete specifica del cervello, che si sviluppa relativamente tardi durante l’adolescenza e mostra un’accelerata degenerazione in età avanzata rispetto al resto del cervello. Questa rete spazialmente riassume il modello di anomalie cerebrali osservate sia nella schizofrenia che nel morbo di Alzheimer.

Anche se la constatazione che la materia grigia diminuisce con l’età, non è una novità, il team dice che il loro studio ha dimostrato come una rete specifica è più vulnerabile alla neuro-degenerazione legata all’età, in quanto degenerata prima di altre aree cerebrali.

I ricercatori – guidati dal Dr. Gwenaëlle Douaud attraverso l’uso della tecnica di fMRI – si sono concentrati su una rete di cellule nervose che coordina le informazioni dai diversi sensi.
Questa zona non si sviluppa fino alla tarda adolescenza o all’inizio dell’età adulta, ed è collegata sia con capacità intellettuali che con la memoria a lungo termine – abilità mentali che diventano alterate nelle persone con schizofrenia o morbo di Alzheimer.

I risultati suggeriscono che il modello spaziale comune di anomalie osservate in questi due disturbi, che emergono alle due estremità opposte della vita, potrebbe essere influenzato dalla temporizzazione dei processi patologici separati e distinti così da interrompere lo sviluppo cerebrale sano e l’invecchiamento sano.

Commentando i loro risultati, il dottor Douaud dice:
“I nostri risultati dimostrano che le stesse parti specifiche del cervello non solo si sviluppano più lentamente, ma anche degenerano velocemente rispetto ad altre parti. Queste regioni complesse, che combinano informazioni provenienti dai diversi sensi, sembrano essere più vulnerabili rispetto al resto del cervello sia nella schizofrenia che nel morbo di Alzheimer, anche se queste due malattie hanno origini e appaiono molto diverse”.

“Questi risultati, che potrebbero sembrare sorprendenti a prima vista, e collegano due ipotesi storiche – finora presentate completamente separate nella letteratura scientifica – ossia che il danno cerebrale osservato nel morbo di Alzheimer e nella schizofrenia sono relative a queste regioni di ordine superiore del cervello “, dice il Dott Douaud.

Fino a questo studio, tuttavia, non c’è stata alcuna prova che le stesse parti del cervello potrebbero essere “associate alle due malattie.”

Secondo gli autori, lo studio “solleva importanti questioni circa i possibili fattori genetici e ambientali che possono verificarsi nella vita in anticipo e quindi avere conseguenze per tutta la vita”, e aggiunge:
“Quanto più siamo in grado di scoprire questi disturbi, più arriveremo ad aiutare i malati e le loro famiglie.”

Fonte:

A common brain network links development, aging, and vulnerability to disease, Douaud, et al., PNAS, published 24 November 2014

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