Il disturbo bipolare nella storia

Il primo a parlare di disturbo Bipolare fu Areteo di Cappadocia (medico dell’antica Grecia), che ne dettagliò i sintomi. Gli antichi Greci e Romani hanno coniato i due termini “mania” e “Melancholia“, che stanno appunto per maniacali e depressivi; a loro è anche dovuta la scoperta del litio come trattamento (ancora oggi comunemente usato): venivano usati i sali di litio in bagni, provocando nei pazienti maniacali uno stato di calma, e sollievo nell’umore nelle persone depresse. Oggi, il litio è un trattamento comune per i pazienti bipolari, ed è probabilmente il migliore tra gli stabilizzatori dell’umore.
Comunemente, le persone con disturbo bipolare venivano giustiziati perchè posseduti da demoni.

Più tardi, Teofilo Bonet ha pubblicato una grande opera intitolata “Sepuchretum“, un testo in cui riportava dati su più di 3.000 autopsie. Grazie a questo testo ci fu un primo collegamento tra mania e malinconia in una condizione chiamata “manico-melancolicus”. Un passo fondamentale per poter diagnosticare la malattia, perché la mania e la depressione erano più spesso considerati disturbi separati.

Nel 1851, lo psichiatra francese Jean-Pierre Falret pubblica un articolo sul disturbo che lui chiama “la folie circulaire“, che si traduce in follia circolare. L’articolo descrive pazienti che passano attraverso la depressione grave e l’eccitazione maniacale: la prima diagnosi documentata di disturbo bipolare.
Oltre alla diagnosi, Falret fece notare il legame genetico nel disturbo bipolare, oggi dimostrato. Nel disturbo molti fattori agiscono assieme, tuttavia lo studio degli alberi genealogici dei pazienti ha dimostrato che il Disturbo Bipolare è una malattia familiare, e questo fa pensare che esista una predisposizione genetica, anche se un gene specifico non è stato individuato.

La storia cambia con Emil Kraepelin, uno psichiatra tedesco che si separò dalla teoria di Sigmund Freud sul ruolo della società e della soppressione dei desideri nella malattia mentale, riconoscendone le cause biologiche.

La genetica non potrà raccontarci tutta la storia del Disturbo Bipolare, infatti studi su gemelli identici, che condividono lo stesso patrimonio genetico,indicano che anche altri fattori contribuiscono a scatenare la malattia. Allo stato attuale gli studi di imaging cerebrale sia funzionale (PET e fTRM) che morfologico (TRM) indicano l’esistenza di alterazioni nel cervello dei pazienti bipolari, anche se il significato clinico di tali alterazioni non è stato del tutto chiarito.

L’origine del Disturbo Bipolare sembrerebbe quindi in relazione con una predisposta vulnerabilità del sistema nervoso, che se unito a particolari stress emotivi come l’inizio dello studio o del lavoro, il distacco dalla casa materna, l’inizio o la fine di una relazione o la morte del partner possono precipitare in una crisi. Questa ipotesi può spiegare in particolare il primo episodio maniacale o depressivo, mentre negli episodi successivi il fattore scatenante esterno perde di importanza e spesso non è più riconoscibile.

Ecco un’interessante iconografia sul disturbo bipolare, un disturbo psicologico che colpisce circa 1 persona su 100, che se non trattata adeguatamente, può causare gravi sofferenze e risultare anche molto invalidante.
E’ disturbo caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può passare dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale, all’inferno della fase depressiva anche più volte durante la vita.

Bipolar Disorder

Bipolar Disorder Infographic — Healthline

dipinto di Brent Dewell (pittore affetto da disturbo bipolare)

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