Jyoti Singh, 23 anni, aveva un buon motivo per festeggiare. Non era una domenica normale. “La felicità era lì a pochi passi“, racconta il padre, Badri Singh, un operaio. Lui e sua moglie, Asha, originari di Uttar Pradesh, avevano venduto la loro terra di famiglia, per assicurare un’ istruzione, non solo per i loro due figli maschi, ma anche per Jyoti.
“Papà, qualsiasi somma hai messo da parte per il mio matrimonio, usalo per la mia formazione.”
Jyoti, il cui nome significa luce e felicità, aveva appena completato gli esami per diventare un medico e parlava un ottimo inglese. Aveva trascorso molte notti lavorando in un call center, dormendo tre ore, per poi ricominciare a studiare. La sua ambizione era quella di costruire e gestire un ospedale nel villaggio della sua famiglia.
Ma quella domenica sera il 16 dicembre 2012, a Delhi, aveva deciso di andare al cinema a vedere la vita di Pi con un amico. Alle 20:30, tornando a casa, la coppia si trovava su un bus.
India’s Daughter, è un documentario potente, coraggioso e straziante di Leslee Udwin, provoca dolore e rabbia, ma anche pietà per l’ignoranza.
Jyoti è stata brutalmente stuprata da cinque uomini e un 17enne, eviscerata, e gettata in strada.
A causa della brutalità dell’accaduto, lo stupro di Jyoti divenne il simbolo di una India in marcia, dove la parità dei sessi garantita dalla costituzione non veniva tutelata a dovere. Dove in una città come Delhi, di oltre 10 milioni di abitanti, poteva accadere una cosa simile su un autobus.
Seguirono settimane di proteste. “Era la primavera araba della parità dei sessi,” secondo Udwin.
“Non è stato tanto l’orrore dello stupro di Jyoti, ma la straordinaria reazione di migliaia di persone che hanno invaso le strade, che mi ha ispirata a fare questo documentario, a lasciare mio marito e due figli per due anni.
Un numero senza precedenti di uomini e donne comuni scesero in piazza giorno dopo giorno, nonostante la risposta violenta da parte delle forze di sicurezza che usarono lacrimogeni, manganelli e idranti per disperdere la folla. Questo mi dà ottimismo. Non riesco a ricordare un altro paese che ha fatto una cosa così nella mia vita.
India’s Daughter, andrà in onda sulla BBC domenica 8 marzo, in occasione della festa della donna, e contemporaneamente mostrato in altri sette paesi, tra cui l’India, la Svizzera, la Norvegia e il Canada. Lunedì 9 marzo Freida Pinto e Meryl Streep saranno presenti una proiezione a New York, lanciando la campagna India’s Daughter a livello mondiale contro la disuguaglianza di genere e la violenza sessuale contro le donne e le ragazze.
L’India ha una popolazione di 1,2 miliardi. Ogni 20 minuti si verifica uno stupro. In Inghilterra e Galles, 85.000 donne vengono violentate ogni anno. In Danimarca, una donna su cinque ha subito una violenza sessuale. La violenza sessuale, stupro, attacchi con l’acido, omicidio, violenza domestica, la morte dei feti di sesso femminile, il traffico sessuale e le mutilazioni genitali femminili sono tutte manifestazioni di potere maschile.
Nel documentario, di 63 minuti, la documentarista inglese di origine israeliana Leslee Udwin, lei stessa vittima di stupro, ha passato oltre 30 ore intervistando stupratori nei carceri indiani, cercando di capire cosa può portare a compiere questi gesti.
“Abbiamo la migliore cultura. Nella nostra cultura, non c’è posto per una donna”, dice un uomo nel documentario. Ciò che è scioccante è che lui è ML Sharma, avvocato della difesa per gli uomini condannati per stupro e omicidio di Jyoti.
Ho iniziato questo film con un focus stretto. “Perché gli uomini stuprano?” Ho scoperto che la malattia è una mancanza di rispetto per il genere femminile. Non si tratta solo di un paio di mele marce,è l’albero stesso.
La Udwin era un’attrice prima di diventare una produttrice premiata. Per India’s Daughter ha trascorso 30 ore a intervistare stupratori tra cui Gaurav, un uomo di 34 anni in prigione da 10 anni per aver violentato una bambina di cinque anni.
“Mi ha descritto nei minimi dettagli quello che aveva fatto. Come si era tolto le mutande. Come gli occhi della bambina erano spalancati per la paura. Come l’aveva stuprata e sodomizzata. Gli ho chiesto quanto fosse stata alta.”
“Era alta così” disse alzandosi in piedi e portando la mano all’altezza delle sue ginocchia. Un sorriso inquietante sul suo volto.
Gli ho chiesto: “Come si può fare qualcosa di così terribile, come si può rovinare la vita di una bambina?”
Mi ha risposto: “Era una mendicante, la sua vita non aveva nessun valore.”
Udwin ha cercato la bambina che ora ha 10 anni, Neeta, e prevede di fare un film sulla capacità di resistenza di questa bambina e della sua famiglia”. La bambina sta bene. Sua madre è una mendicante, ma Neeta e i sue due fratelli vanno a scuola.
Centrale per India’s Daughter è l’intervista a Mukesh Singh, autista del bus, dove è stata uccisa Jyoti. Suo fratello, Ram, è stato trovato impiccato nella sua cella mesi dopo il processo. I due vivevano in una baraccopoli di Delhi. Nell’omicidio era coinvolto Pawan Gupta, un venditore di frutta; Vinay Sharma, un assistente di palestra; e il disoccupato Akshay Thakur.
Mukesh Singh dice:
“Non si può applaudire con una mano – ci vogliono due mani. Una ragazza decente non va in giro di notte. Una ragazza è più responsabile per lo stupro di un ragazzo … circa il 20% delle ragazze sono buone.
Jyoti ha combattuto. Avrebbe dovuto rimanere in silenzio e lasciarsi violentare. Allora l’avremmo lasciata andare dopo essercela fatta e avremmo solo picchiato il ragazzo.“
Udwin, in Hindi, legge a Mukesh Singh un elenco di ferite che hanno procurato a Jyoti: lesioni causate da una sbarra di ferro, lesioni causate dai ripetuti stupri, morsi e massicce lesioni interne, senza che questi mostrassero alcun rimorso.
Il padre di Jyoti, un uomo di grande integrità, dice di sua figlia:
“Nella morte, Jyoti ha acceso una torcia … qualunque sia il buio che c’è in questo mondo deve essere dissipato da questa luce.”
India’s Daughter, BBC4, Domenica 8 Marzo
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