Il disturbo cronico dell’ insonnia (CID) è considerato un grave problema di salute pubblica in tutto il mondo molto comune (circa il 30% della popolazione ne soffre), e può presentarsi sia come conseguenza o aspetto di un altro disturbo medico o psichiatrico (insonnia secondaria) oppure come forma indipendente e autonoma nella sua eziologia e nel suo sviluppo (insonnia primaria). L’insonnia cronica è caratterizzato da una reiterata difficoltà ad iniziare il sonno, frequenti risvegli durante la notte oppure risvegli nelle prime ore del mattino dopo 4-5 ore di sonno (Spiegelhalder et al., 2015; Kay and Buysse, 2017).
I sintomi persistenti di insonnia influenzano, non solo, la qualità della vita quotidiana, possono influenzare l’attività lavorativa, ma possono inoltre causare ansia (Li et al., 2016), stress cronico, disturbo bipolare, disturbo post traumatico da stress, depressione.
l legame tra insonnia e depressione è piuttosto complesso e, l’insonnia può risultare una causa, ma anche essere predittiva di depressione (Baglioni et al., 2011)
Un recente studio condotto da ricercatori cinesi dell’Università di Zhengzhou, ha mostrato come l’insonnia cronica provoca evidenti interruzioni delle connessioni funzionali del cervello. Le interruzioni delle sinapsi sarebbero inoltre correlate all’Indice della depressione e alla Scala dei disturbi del sonno ma non all’Indice di ansia.
Yongli Li e colleghi hanno utilizzato una risonanza magnetica a riposo e analisi teoriche del grafico ottenuto per esplorare le differenze delle connessioni funzionali cerebrali in 45 pazienti con disturbo da insonnia cronica (CID), confrontati con 32 soggetti sani combinati per sesso, età e istruzione. I pazienti con CID presentavano differenze significative nell’organizzazione globale e regionale delle connessioni funzionali rispetto ai controlli sani. La rete cerebrale era significativamente alterata nei pazienti con CID e molte di queste alterazioni erano correlate in modo significativo con due parametri di valutazione, il Pittsburgh Sleep Quality Index e con l’Hamilton Depression Scale, ma non con l’Hamilton Anxiety Scale.
“Complessivamente, questi risultati indicano che l’architettura delle interazioni cerebrali nei pazienti CID cambia a livello globale e individuale, fornendo evidenze che la CID, in una certa misura, interrompe l’organizzazione topologica delle connessioni funzionali del cervello”, concludono i ricercatori.
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