Jean Martin Charcot: pionere della moderna neurologia

Jean Martin Charcot nasce oggi, 29 novembre del 1825 a Parigi. Medico, fondĆ² insieme ad altri colleghi, il primo centro neurologico presso l’ospedale SalpĆŖtriĆØre di Parigi. Egli ĆØ considerato il fondatore della moderna neurologia: il suo nome ĆØ associato ad almeno 15 eponimi medici, di cui il piĆ¹ noto ĆØ la malattia di Charcot-Marie-Tooth.

Figlio e nipote di un carrozziere, originari di Champagne. Nell’infanzia si manifesta una personalitĆ  taciturna, che persisterĆ  per tutta la vita e, mentre era ancora un ragazzo, dimostrĆ² un precoce interesse per la medicina, ma non meno interesse per il disegno e la pittura, che gli ha insegnato l’importanza di rendere attente osservazioni – da cui ebbe poi grande beneficio, sia come insegnante sia come scienziato.

Come deciso da tempo, Charcot si laureĆ² in medicina nel 1853, all’etĆ  di 23 anni, e guadagnĆ² da subito un posto al SalpĆŖtriĆØre. Divenne ā€œinterne des HĆ“pitauxā€ nel 1848 eĀ venneĀ nominato ā€œChef de cliniqueā€ nel 1853, dopo aver sostenuto una tesi di dottorato sulla gotta e sui reumatismi cronici (artrite nodosa), in cui ha differenziato la gotta da altre forme di reumatismo cronico.

Divenne ā€œmĆ©decin des HĆ“pitaux des Parisā€ (Medico per gli ospedali di Parigi) nel 1856.

Nel 1862, all’etĆ  di 37 anni, Charcot ĆØ stato nominato dirigente medico presso ilĀ SalpĆŖtriĆØre. Il nome SalpĆŖtriĆØre risale al tempo in cui l’edificio era una fabbrica di armi e spazio per riporre la polvere da sparo di Luigi XIII. Divenne poi un ospizio per piĆ¹ di 5000 pazienti indigenti. La vita e il lavoro di Charcot ruotava intorno alla diagnosi e alla classificazione di questi pazienti, che gli fornivano le descrizioni di numerosi disturbi, correlati di scoperte cliniche e patologiche. Sempre nelĀ 1862, inoltre, fu attivo nella clinica per donne al SalpĆŖtriĆØre. Tra il 1866 e il 1878 sostenneĀ lezioni ordinarie annuali sulle malattie croniche, malattie della vecchiaia e, in particolare, sulle malattie del sistema nervoso. Charcot ĆØ diventato professore aggregato nel 1860.

Dopo la guerra franco-prussiana, nel 1871, sposta la sua attenzione e i suoi studi sul concetto di ā€œisteriaā€ e avanzĆ² il concetto rivoluzionario secondo cui le malattie che colpivano il cervello erano funzionali piuttosto che strutturali; in questo senso egli ĆØ considerato come uno dei fondatori della scienza della psicopatologia. In particolare, egli studiĆ² il legame tra trauma e isteria locale. Charcot ĆØ considerato come uno dei primi a dimostrare il rapporto chiaro e fecondo tra la psicologia e la fisiologia.

Sotto la sua influenza, la malattia mentale cominciĆ² ad essere analizzata sistematicamente e l’isteria, allo studio della quale si consacrĆ² a partire dal 1870,venne distinta dalle altre affezioni dello spirito. Le sue opere hanno portato ad escludere il dubbio sulla simulazione da parte dei malati nella manifestazione delle crisi o dei sintomi isterici ed ĆØ stato il primo a utilizzare l’ipnosi come cura. Era convinto che la causa fondamentale dell’isteria fosse una degenerazione, di origine ereditaria, del sistema nervoso; un’interpretazione che Sigmund Freud, che era stato suo allievo dall’ottobre 1885 al febbraio 1886, smentƬ.

Charcot si occupĆ² della fisiologia dell’ipnotizzato, dei suoi movimenti, dei suoi riflessi ma tralasciĆ² i fenomeni psicologici. Charcot, che faceva esperimenti soprattutto sugli isterici, considerava il loro stato ipnotico avanzato come un vera nevrosi costituita essenzialmente da tre stati diversi:

  1. Lo stato di letargia: che si ottiene per fascinazione o per compressione dei globi oculari attraverso le palpebre abbassate.
  2. Lo stato catalettico: nel quale le membra restano immobilizzate nella postura che gli si impone.
  3. Lo stato sonnambulico: che puĆ² essere ottenuto attraverso la fissazione dello sguardo e attraverso altre pratiche.

Queste tre fasi costituiscono quello che Charcot chiamĆ² la “grande ipnosi”, o la “grande nevrosi ipnotica”.

Charcot pensĆ² di aver scoperto una nuova malattia, che definƬ “isteroepilessia“, una malattia della mente e del cervello che unisce le caratteristiche di isteria e l’epilessia. I pazienti hanno mostrato una varietĆ  di sintomi, tra cui convulsioni, contorsioni, svenimenti, e transitoria perdita di coscienza.

Joseph Babinski, suo allievo, tuttavia, affermĆ² che Charcot aveva inventato, piuttosto che scoperto, lā€™isteroepilessia: i pazienti arrivavano in ospedale con vaghe denunce di disagio e di demoralizzazione ma CharcotĀ  li convinse di essere affetti da isteroepilessia e, quindi, a diventare suoi pazienti.

Lā€™Interesse di Charcot per i loro problemi, l’incoraggiamento degli assistenti, e l’esempio di altri spinsero i pazienti ad accettare le cure di Charcot. Questi sintomi somigliavano allā€™epilessia, secondo Babinski, a causa di una delibera comunale che permetteva di ospitare i pazienti epilettici e isterici insieme (entrambi con condizioni “episodiche”). I pazienti isterici, giĆ  vulnerabili alla suggestione e la persuasione, erano continuamente sottoposti in reparto ad esami neuropsichiatrici di Charcot e cominciarono a imitare gli attacchi epilettici a cui avevano ripetutamente assistito.

Babinski convinse Charcot che i medici potevano indurre una serie di disturbi fisici e mentali, soprattutto nei giovani, in persone inesperte e nelle donne emotivamente in difficoltĆ . Non c’era “isteroepilessia”. Questi pazienti erano stati afflitti non da una malattia ma da un’idea. Comprendendo ciĆ², Charcot e Babinski misero a punto un trattamento a due stadi, costituito dall’isolamento e dall’annullamento della suggestione.

I pazienti con “isteroepilessia” furono trasferiti ai reparti generali dell’ospedale e tenuti separati l’uno dall’altro, i pazienti epilettici e quelli isterici, anche dai membri del personale che erano stati indotti da simpatia o zelo investigativo a mostrare grande interesse per i sintomi. Il successo di questo primo passo ĆØ stato notevole. La rara ma impressionante epidemia di svenimenti, convulsioni, e grida selvaggia in conventi e collegi si concluse quando il gruppo di persone afflitte fu smembrata e dispersa.

Il secondo passo, la contro-suggestione, fuĀ progettato per dare ai pazienti una visione di se stessi che li convincesse ad abbandonare i loro sintomi. Controsuggestioni drammatiche, come la stimolazione elettrica dei muscoli “paralizzati”, furono ritenute inaffidabili. La tecnica piĆ¹ efficace fuĀ semplicemente ignorare il comportamento isterico e concentrarsi sulle attuali circostanze di questi pazienti. Essi erano affetti da varie forme di stress, tra cui traumi, le paure economiche, conflitti religiosi, e una convinzione (forse corretta) di essere stati sfruttati o trascurati dalle loro famiglie. In alcuni casi, il loro disagio era stata provocato da una malattia mentale o fisica. I sintomi isterici oscuravano i conflitti emotivi sottostanti e i traumi.

I membri del personale ospedaliero, intenti alla contro-suggestione, espressero il loro disinteresse verso questi sintomi con parole come: “Stai recuperando ora e dovrai fare una cura, ma cerchiamo di concentrarci sulla situazione familiare che ti puĆ² aver portato a questo“. Questio tipo di controsuggestioni riducevano la possibilitĆ  del paziente di continuare a produrre sintomi dellā€™isteroepilessia, che gradualmente si affievolirono, in mancanza di attenzioni. I pazienti adottarono un approccio piĆ¹ coerente e disciplinato ai loro problemi, trovando una soluzione piĆ¹ appropriata rispetto allā€™isteria.

Charcot stesso, un po’ tardivamente d’altronde, finƬ per rendersi conto, poco prima della sua morte, che la strada sul quale si era avventurato era molto incerta, cosƬ prese la decisione di riprendere integralmente la questione dell’isteria e dell’ipnosi.

Sfortunatamente, soffrendo di un grave insufficienza coronarica, morƬ poco dopo nel 1893 a causa di un infarto del miocardio.

I contributi di Charcot alla medicina e alla letteratura medica sono leggendari.Ā Le sue lezioni sono state pubblicate in una varietĆ  di lingue e rimangono ancora una parte essenziale della biblioteca di qualsiasi neurologo.Ā Infatti, mentre la correlazione tra osservazioni cliniche e dati patologici post mortem sembra banale nella nostra epoca, Charcot ha applicato questo metodo per mettere ordine al vasto numero di malattie neurologiche che mancava di una corretta descrizione e classificazione.Ā Dobbiamo anche apprezzare la capacitĆ  di Charcot di trarre conclusioni accurate e precise, senza l’aiuto della tecnologia moderna.

Ancora piĆ¹ importante, la consapevolezza che Charcot ha portato a tante malattie come la sclerosi multipla, la SLA, CMT, e altre condizioni neurologiche, ulteriori contributi e dato speranze per migliori trattamenti terapeutici.

Fonte:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3064755/

http://www.whonamedit.com/doctor.cfm/19.html

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